Monitoraggio ambientale diffuso con il cittadino protagonista: ecco iSPEX

Quello del monitoraggio ambientale è un tema molto ricorrente e che ho trattato da diversi punti di vista, dal momento che è stato il settore in cui ho operato con grande passione per quasi 40 anni. Un settore che sta vivendo, al pari di molti altri, una autentica rivoluzione digitale, che sta consentendo di integrare in spazi piccolissimi sensori sia fisici, legati i parametri meteo, che chimici, legati agli inquinanti da monitorare come CO, PM10, NO2, etc..


Un settore, quello delle innovazioni nei sistemi di misura e della loro integrazione nella modellistica ambientale, che vanta già anche nel nostro paese, numerosi interessanti progetti, alcuni dei quali portati avanti da cari amici ricercatori comeGiovanni Gualtieri ed Alessandro Zaldei del CNR IBIMET di Firenze (vedi post “Siracusa città smart 2.0: anche la meravigliosa Ortigia in questo abbraccio tra un grande passato e un futuro smart“). Tutti progetto che permettono di inserire la sensoristica per il monitoraggio nei punti più disparati come biciclette, autobus e che oggi, anche grazie ad un progettodi matrice olandese di grande successo, vede coinvolgere direttamente i cittadini, fornendo ad ognuno la possibilità di contribuire al miglioramento della conoscenza dell’inquinamento atmosferico, che viene oggi replicato su larga scala attraverso un nuovo progetto finanziato dal programma di ricerca Horizont 2020 dell’Unione europea. Si tratta di LIGHT2015, avviato all’inizio del 2015 e attivo fino a metà del 2016, concepito appositamente per ampliare e migliorare la consapevolezza degli effetti della ricerca nel campo della fotonica, ossia della scienza che studia la luce. Nell’ambito di tale progetto, è prevista una innovativa campagna, denominata iSPEX-EU che si propone come una innovativa iniziativa di scienza dei cittadini per raccogliere dati sulla composizione dell’aria in diverse città europee, finalizzata a migliorare la conoscenza dell’inquinamento atmosferico. Per questo, nell’ambito della campagna ISPEX-EU, vengono distribuiti piccoli dispositivi per misurare l’inquinamento atmosferico che possono essere applicati agli smartphone. Si tratta di «spettropolarimetri» in grado cioè, se combinati con un’app per smartphone, di misurare le polveri presenti nell’aria. Rilevando la luce solare dispersa attraversando le particelle di polvere in sospensione infatti, è possibile elaborare informazioni sulla densità, sulla dimensione e sulla composizione delle particelle, utili per fornire un quadro dettagliato degli inquinanti presenti nell’aria.

Per i partecipanti alla campagna iSPEX-EU è stato sufficiente semplicemente applicare il dispositivo fornito  al proprio smartphone, puntare lo smartphone verso il cielo, nelle giornate con cielo sereno, acquisendo così fotografie che vengono trasmesse a una postazione di concentrazione dati a terra per essere analizzate.

processo
dettaglio

Ovviamente maggiore sarà il numero di partecipanti, maggior successo avrà il progetto, rendendo possibile la creazione di mappe dettagliate dello stato dell’aria, che contribuiranno a una migliore conoscenza dell’inquinamento atmosferico. L’iSPEX-EU si è basata su una campagna di misurazione di massa, effettuata in 10 città europee dal 1°settembre al 15 ottobre 2015. Tra le città coinvolte figurano Atene, Barcellona, Belgrado, Berlino, Copenaghen, Londra, Milano e Roma. Le misurazioni devono essere effettuate nelle giornate serene, con il cielo limpido. Come afferma lo stesso team di iSPEX-EU, la campagna ha rappresentato “il primo passo verso una rete mondiale di scienziati-cittadini in grado di fornire osservazioni sulla qualità dell’aria”. Una campagna che può già vantare importanti risultati nel paese guida dei Paesi Bassi, dopo l’esperienza del 2013 che ha coinvolto migliaia di volontari ed ha portato alla costruzione di mappe del particolato atmosferico dei Paesi Bassi notevolmente più dettagliate di quelle fornite dal monitoraggio satellitare.

Secondo il responsabile del progetto iSPEX, dottor Frans Snik dell’osservatorio di Leiden nei Paesi Bassi, il numero minimo di letture necessario per produrre mappe accurate è di “diverse dozzine nel raggio di due chilometri in due ore”. Disporre di un elevato numero di acquisizioni consente al team di mitigare le percentuali di errore nelle elaborazione e le anomalie. Dopo che il test olandese ha dato esito positivo, è fondamentale adesso disporre di un numero maggiore di letture provenienti da un maggior numero di paesi. E’ lo stesso Frans Snik a precisare che per i volontari è molto semplice effettuare e trasmettere le misurazioni. I partecipanti possono ricevere gli spettropolarimetri dal progetto. Un ampliamento del progetto che sarebbe oltremodo importante ai fini di una migliore comprensione del cambiamento climatico, visto che “le particelle sono la maggior causa di incertezza in materia di cambiamento climatico”. L’iniziativa ha inoltre lo scopo di diffondere la conoscenza delle cause e degli effetti dell’inquinamento atmosferico tra i cittadini. Un appuntamento importante a quando verranno pubblicati i primi risultati della campagna condotti per esempio nella nostra Milano, reduce da una annata certamente da dimenticare in termini di qualità dell’aria. Un progetto che ha indubbiamente il grande valore aggiunto delle grandi motivazioni dei singoli cittadini ad incrementare la conoscenza della qualità dell’aria della città nella quale vivono.

A seguire anche un interessante video animato che illustra anche le modalità di coinvolgimento dei singoli cittadini nel monitoraggio

Sauro Secci

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