M’illumino di Led. Una tecnologia tra la maturità e un’incompiuta penetrazione
L’introduzione massiccia dei sistemi a Led sul mercato rappresenta una rivoluzione copernicana nel settore dell’illuminotecnica che per ora è in divenire poiché la tecnologia continua a evolversi. Se ne è parlato al convegno “Illuminazione urbana e architettura a led”, che si è tenuto nell’ambito di “The Innovation Cloud” alla Fiera di Milano.
I Led, la loro introduzione e il loro possibile contributo per l’efficientamento energetico sono stati i focus discussi giovedì 9 maggio in un convegno dal titolo “Illuminazione urbana e architettura a led“, che si è tenuto nell’ambito di The Innovation Cloud a Milano, ed è stato moderato da Sergio Ferraris.
Quella dei Led è una tecnologia recente che consente ingenti risparmi energetici in un settore nel quale si consuma a livello mondiale il 19% dell’elettricità, in un momento di grande trasformazione proprio nel settore dell’illuminotecnica.
La crescita e la maturità commerciale della tecnologia dei Led, infatti, ha rotto quello che dal dopoguerra a oggi è stato un vero e proprio monopolio mondiale dell’illuminazione, detenuto fino a poco tempo fa dall’Europa, cosa che ha favorito la manifattura di settore asiatica e statunitense. “Si tratta di un fatto che ha spinto l’Europa a varare una serie di iniziative di ricerca all’interno del Settimo programma quadro quasi concluso e in quello successivo”, ha detto Paolo Bertoldi, dell’European Commission Joint Research Center di Ispra. Con il Led il risparmio medio può arrivare al 55% rispetto alle lampade a scarica, ma siamo ben lungi dall’avere un prodotto omologato sia sotto al profilo della qualità della luce, sia dal punto di vista dell’affidabilità che alcuni produttori affermano possa arrivare a 50mila ore.
“Sono poche le aziende che hanno già maturato a fondo l’introduzione dei Led, la cui penetrazione si configura come una vera e propria rivoluzione elettronica, poiché portano il digitale nel mondo dell’illuminotecnica.- ha detto Aldo Bigatti di Gewiss – E ciò rappresenta uno dei fatti che è alla base della relativa lentezza riscontrata oggi nell’introduzione della tecnologia a Led”.
Il passaggio da un tipo d’illuminazione statica a una dinamica, come quella prodotta dai Led, infatti, sembra aver messo in difficoltà diverse aziende, anche perché questo mutamento ha coinciso con una fase di crisi che sta mettendo in difficoltà la ricerca applicata e di prodotto, indispensabili per tarare al meglio e raffinare ulteriormente i dispositivi illuminotecnici a Led.
E questa difficoltà si riflette anche sull’introduzione della tecnologia, come ha registrato Ispra. I Led, infatti, si stanno diffondendo con una relativa lentezza che in parte può essere giustificata dal loro maggior costo rispetto ad altri tipi di lampade, ma anche a causa di una loro relativa immaturità che non ne consente una profonda penetrazione in alcuni segmenti di mercato. Se in alcuni settori come quello della grande distribuzione, della refrigerazione e della vendita l’adozione di sistemi a Led è già iniziata, dovremo aspettare tra i tre e cinque anni prima che diventino lo standard in applicazioni ‘critiche’ sul fronte dell’illuminazione, in contesti come quelli del terziario e della manifattura industriale.
“Si deve considerare il fatto – ha proseguito Bigatti – che è una tecnologia da capire a fondo e che è ancora in evoluzione. Le 50mila ore di durata dei Led potrebbero non essere necessarie poiché arriveranno delle novità sostanziali, sempre in materia di Led, ben prima del fine vita dei sistemi che si installano oggi. Si tratta di dispositivi che possiedono un ciclo di vita ben diverso da quello della normali lampadine e siamo ancora all’interno della curva d’esperienza”.
Per quanto riguarda le esperienza specifiche sull’efficientamento dei sistemi d’illuminazione pubblica i Led di sicuro hanno un ruolo importante, così come lo possiedono anche altri sistemi di gestione intelligente dell’energia. Ma in questo caso le barriere all’introduzione di qualsiasi sistema per l’efficienza energetica nell’illuminazione pubblica non sono né tecnologiche, né sociali.
Il blocco dei pagamenti della pubbliche amministrazioni, il patto di stabilità e l’assenza di liquidità per le imprese impediscono di fatto la maggior parte degli interventi, ‘condannando’ di fatto la PA a continuare a sprecare energia e denari dei contribuenti, anche in presenza di sistemi con un break even tra i 7 e 9 anni. Un passo avanti potrebbe essere quello di mettere al di fuori del Patto di stabilità gli investimenti nell’efficienza energetica, garantendo dei tempi di pagamento ‘umani’ alle aziende.
FONTE | Qualenergia