L’Italia spende 16 miliardi per i caccia F-35. È polemica sul programma Joint Strike Fighter

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Un solo F-35 costa 97 milioni di euro. Più della somma degli stanziamenti 2011 per il fondo per Infanzia e l’Adolescenza e di quello per le politiche della Famiglia. E l’Italia si è impegnata all’acquisto di 131 caccia. Ne avevamo davvero bisogno?


Il lavori nell’aeroporto militare di Cameri, nei pressi di Novara, proseguono. Qui, infatti, si sta costruendo il nuovo stabilimento gestito da Lockheed Martin e da Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica) destinato all’assemblaggio finale dei caccia multiruolo F-35 (Joint Strike Fighter) prodotti per l’Europa. 
E proprio a Novara si è svolta, lo scorso 12 novembre, la manifestazione promossa dalle associazioni contro il programma militare che prevede l’acquisto di 131 velivoli da parte dell’Italia, per una spesa complessiva di 16 miliardi di euro

L’F-35 è il risultato del programma JSF (Joint Strike Fighter) avviato nel 1997 dal Dipartimento della Difesa USA per definire una nuova generazione di aerei da combattimento.
Il primo “Memorandum di Intesa” tra Italia e Usa sul progetto Joint Strike Fighter reca la firma dell’allora ministro D’Alema e risale al 1998. Qualche anno più tardi la Lockheed Martin ottiene dal governo americano la più grossa commessa militare della storia statunitense e il progetto decolla. L’Italia partecipa al programma con un investimento finanziario oneroso (quasi 2 miliardi di euro nel 2007 per prendere parte alla fase avanzata del programma).

La prevista ricaduta occupazionale è stata stimata in 2000 a regime (nel novarese) e 10000 nell’indotto, su base nazionale. Ma le cifre sono contraddette da nuove stime che prevedono invece un picco massimo di 600 addetti ed una stima media di 200.
Intanto i costi del programma sono lievitati in modo stratosferico, a causa anche del fatto che dopo nove anni di sviluppo e quattro di produzione, le tecnologie critiche non sono mature, i processi di fabbricazione non sono a punto e le prove non sono complete. Stando alle stime della Corte dei Conti americana, nel 2001 il costo medio di acquisto di un F-35 si aggirava sui 69 milioni di dollari; oggi i milioni sono 133
Novantasette milioni di euro
Una cifra notevole, più della somma dei fondi che la dolorosa “legge di Stabilità 2011” ha stanziato per il fondo per l’Infanzia e l’Adolescenza (circa 35 milioni) e per quello delle politiche della Famiglia (52,5 milioni). Il costo di un aereo da guerra equivale a quello 20 treni o a 5 Canadair per servizio antincendio.  

Gli organizzatori del “Movimento No F35” esprimono il proprio dissenso: «Mentre si tagliano spese sociali, sanità, pensioni, scuola, si spendono venti miliardi di euro per produrre strumenti di morte e distruzione. Scarse saranno le ricadute occupazionali sul territorio; al contrario queste risorse saranno sottratte ad altre attività socialmente utili che creerebbero posti di lavoro e benefici sociali».

Sono in molti a chiedersi se la partecipazione italiana all’acquisto e alla costruzione dei nuovi F-35 sia una grande opportunità economica e una necessità per la Difesa o se il denaro pubblico necessario all’operazione potrebbe essere impiegato meglio…

Fonte : Virgilio news

Giacomo Piazzesi

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