Inquinamento e polveri sottili: la grande pericolosità degli incendi

L’inquinamento atmosferico vede una delle sue componenti più subdole, proprio per il fatto del suo “anonimato” dal punto di vista chimico, nella famigerata famiglia delle polveri sottili ed ultrasottili, che, proprio per le loro caratteristiche fisiche, sono capaci di insinuarsi fino nelle profonde vie respiratorie e da lì propagarsi nel sistema circolatorio.

Al contributo delle emissioni di polveri sono da sempre fonti naturali, come per esempio il contributo delle eruzioni vulcaniche, alle quali si è progressivamente aggiunto il contributo delle emissioni di origine antropica, con la grande accelerazione del contributo delle attività umane, avvenuto nell’ultimo secolo.

Un ambito capace di dare un grande contributo in termini di emissioni di polveri fini,  di grande attualità, visto questo ingresso d’estate molto siccitoso e l’impressionante evento di questi giorni in Portogallo, è indubbiamente quello degli incendi.

A rimarcare questa faccia decisamente meno nota della pericolosità degli incendi, uno studio del Georgia Institute of Technology, pubblicata sul Journal of Geophysical Research – Atmospheres, secondo la quale questi devastanti fenomeni, sono capaci di emettere fino al triplo delle polveri sottili rispetto alle conosciuto sino ad oggi acquisite. Come precisa l’autore dello studio appena pubblicato Greg Huey all’Ansa “Si tratta di aerosol davvero nocivi per l’uomo oltre che per l’ambiente. La biomassa in fiamme produce un sacco di inquinamento“. La ricerca è stata condotta con l’utilizzo di nuove tecnologie di rilevazione, capaci di misurare le emissioni di inquinanti direttamente nel cuore degli incendi, permettendo così una mappatura precisa delle dinamiche emissive.

Un autentico vettore di inquinanti il particolato sottile ed ultrasottile, costituito da un insieme di sostanze presenti in atmosfera allo stato solido o liquido.

Infatti, contrariamente agli inquinanti gassosi come NO2, SO2, CO, specie chimiche specifiche, il particolato comprende una serie di sostanze differenti sul piano chimico-fisico. Dal punto di vista chimico in particolare, una prima classificazione del particolato sottile (PM10, PM2,5, PM1)  può essere la seguente:

  • polvere minerale;
  • sale marino;
  • carbonio elementare;
  • materiale organico;
  • metalli (Fe, Zn, Pb,Al,Ca e metalli pesanti);
  • nitrati;
  • solfati.

In un tale quadro polvere minerale e sale marino costituiscono la frazione grossolana, mentre solfati, nitrati ed ammonio, costituiscono invece la frazione fine. Una composizione che, in particolare con la presenza di metalli pesanti, presenta una tossicità intrinseca del particolato fine, amplificata dalla capacità del particolato di assorbire sostanze gassose come i famigerati IPA (idrocarburi policiclici aromatici), potenti agenti cancerogeni.

Link articolo Journal of Geophysical Research – Atmospheres

Sauro Secci

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