Germania, energia comune. La sfida di 900 centrali municipali

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Mentre l’Italia, schiacciata dalla crisi, studia come vendere il patrimonio statale e liberalizzare settori, in Germania le società pubbliche di servizi riconquistano fette di mercato, lanciando la sfida ai colossi privati.
Il campo più in espansione è quello dell’energia, dove, nell’ultimo decennio, numerosi Comuni hanno fondato nuove aziende, di proprietà al 100% municipale


, che forniscono corrente elettrica e riscaldamento per lo più attraverso impianti da fonti rinnovabili. Come proposito per il nuovo anno, l’amministratore delegato della Lega delle società comunali (Vku) Hans-Joachim Reck ha annunciato investimenti per circa 10 miliardi di euro, per far salire entro i prossimi 15 anni la loro produzione di energia dal 10 al 25%.

L’ERA DELLE CENTRALI PUBBLICHE. «Si tratta di una percentuale più che raddoppiata», ha sottolineato il top-manager, «che, con un po’ di buona volontà, contiamo di raggiungere in 10 anni». Le risorse aggiuntive andranno a finanziare soprattutto centrali da fonti alternative, come i grandi parchi eolici, e a combustibili fossili, come gli impianti termici a carbone. «Siamo di fronte a un’era di centrali pubbliche», ha dichiarato Reck, sollecitando anche l’istituzione di un ministro dell’Energia.

Indubbiamente, il balzo in avanti del settore è stato favorito dall’ultima legge del governo tedesco sulle energie rinnovabili (Eeg), varata dalla cancelliera Angela Merkel nel 2009. Poi la svolta contro il nucleare decisa nel 2011, dopo il disastro di Fukushima, ha dato il colpo di grazia a multinazionali come Rwe (Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk), secondo colosso energetico della Germania, che ha fatto causa contro la decisione di Berlino di fermare i reattori.

Il primo, E-on, maggiore gruppo energetico d’Europa e gestore del più alto numero di centrali nucleari in Germania, ha preferito prendere tempo, potenziando gli impianti e i progetti pilota nel per le fonti alternative, anche beneficiando di incentivi statali.

OLTRE 900 CENTRALI COMUNALI. Con l’offensiva promessa dai circa 1.400 imprenditori pubblici riuniti nell’associazione, per i privati la torta del business si restringerà ancora. I Comuni titolari delle oltre 900 centrali cittadine sono diventati competitivi con i colossi soprattutto da quando, negli ultimi anni, hanno concentrato gli impianti inizialmente autonomi in grossi consorzi.
A differenza delle grandi fattorie eoliche offshore e dei mega parchi fotovoltaici inaugurati dalle multinazionali, nel Mar Baltico e all’estero, le centrali comunali sono tutti piccoli impianti decentrati per la fornitura di energia. Ma sono tanti e, riunendosi insieme, hanno fatto la forza.


LA GUERRA AI PRIVATI. Non è la prima volta che, in Germania, i top-manager pubblici promettono guerra ai gruppi energetici privati. Sempre nel 2011, lo scorso ottobre, il consorzio delle otto maggiori società comunali di centrali da fonti rinnovabili, Berlino in testa, aveva annunciato massicci investimenti (10 miliardi di euro in 10 anni) per portare a 10 gigawatt le prestazioni delle centrali.
Solo la rete di centrali pubbliche di Mannheim, quotata in borsa, aveva preventivato una spesa di circa 1 miliardo e mezzo di euro entro il 2020, per potenziare e creare nuovi parchi eolici.

Le società comunali rilevano le controllate delle multinazionali

Per dimostrare ai contribuenti che ne vale la pena, le aziende comunali hanno citato anche gli studi di alcuni esperti del settore, secondo i quali, con una copertura sempre più capillare di impianti pubblici decentrati, la fetta di mercato dei quattro maggiori gruppi privati crollerà dall’attuale 85% al 60%.
Al contrario delle privatizzazioni, avviate negli Anni ’90 ma rivelatesi fallimentari, in Germania il trend del ritorno al pubblico ha dato buoni frutti, soprattutto nell’ultimo quinquennio. Nel 2009, per esempio, un consorzio comunale ha rilevato una società minore, controllata dalla E-on. E numerose acquisizioni da privati sono state compiute nel distretto industriale della Ruhr.

Nella foto a dx :

Hans-Joachim Reck, amministratore delegato della Lega delle società pubbliche tedesche.


LE BOLLETTE SGONFIATE. I cittadini hanno apprezzato il ritorno al pubblico soprattutto perché, con gli impianti alternativi, le bollette si sono sgonfiate e il modello di sviluppo è apparso più sostenibile. Dunque, alla lunga, salutare per il territorio e i suoi abitanti.
In un Paese dove, nonostante la crisi internazionale, l’export e i consumi privati hanno continuato a crescere, le amministrazioni cittadine hanno ancora risorse da investire per il miglioramento della qualità della vita.


PRESSING SUL GOVERNO. A dicembre, l’istituto per la ricerca di mercato Gfk ha registrato un indice dei consumi in crescita dal mese precedente da 5,4 a 5,6 punti. In questo clima di generale ottimismo, nell’intervista rilasciata alla Süddeutsche Zeitung, il rappresentante i manager comunali hanno deciso di battere il ferro finché è caldo.
«Da Berlino serve un piano più deciso e dettagliato per riconvertire le centrali alle energie alternative» ha spronato il governo Reck.

FONTE : LETTERA43.it

FOTO1 : © Ap

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