Ecofuturo 2014 – 28/7 – Sterilizzare i rifiuti ospedalieri speciali all’interno degli ospedali evitando l’incenerimento diretto: si può

In Italia vengono prodotte ogni anno oltre 200.000 tonnellate di rifiuti sanitari potenzialmente infetti.


Non si tratta di quelli pericolosi come residui delle tac potenzialmente radioattivi che sono poche centinaia di tonnellate l’anno e neppure quelli assimilabili agli urbani che sono infinitamente maggiori di quantità, ma di quelli che, venendo a contatto con gli ammalati, sono potenzialmente infetti e che vengono smaltiti con costi spaventosi per la collettività ovvero circa 2 euro al kg!

In Italia si spende quindi ogni anno, circa mezzo miliardo di € l’anno per lo smaltimento di questa tipologia di rifiuti. Nel 1995 era possibile sterilizzarli e poi conferirli come rifiuti poi la sindrome dell’”incenerimento facile”, pretese che il fuoco salvifico aggredisse virus e batteri con soddisfazione della lobby degli inceneritori per il suo più agevole e speculativo business.

Da allora siamo riusciti a modificare le leggi, ma le lobbies osteggiano il cambiamento e le gare pretendono ancora l’incenerimento senza sterilizzazione. La svolta tecnologica è costituita da nuove e scalabili tecnologie, come “Converter” di OMPeco (link sito), che consentono di effettuare il processo di sterilizzazione dei rifiuti all’interno delle strutture sanitarie stesse, trasformando di stato il rifiuto che, dopo la triturazione ad alta velocità, viene sterilizzato a norma di legge ed a prova di analisi di caratterizzazione, divenendo così smaltibile come rifiuto urbano.

I rifiuti urbani hanno un costo di smaltimento di circa 150 € a tonnellata, mentre il rifiuto sanitario ancora infetto costa ben 2000 € a tonnellata. Certamente dovrà essere messo in conto l’investimento, certamente dovremo pagare del personale ma è evidente che il risparmio finale per la pubblica amministrazione è davvero strabiliante.

Si riducono i rischi di movimentazione di materiale infetto che non esce più dagli ospedali, si riduce drasticamente l’impatto sui trasporti, abbattendo in maniera fondamentale le diossine provenienti dagli inceneritori che hanno un grande alimento da rifiuti, come quelli sanitari, ricchi di plastiche e di umido, un mix micidiale se avviato all’incenerimento.

C’è anche un altro aspetto, per alcuni, in questo paese, un “problema”, costituito dal fatto che si riducono anche le eco mafie e cambiare i capitolati di gara, facendo assumere ai direttori sanitari queste responsabilità di gestione, richiede decisioni forti e prese dall’alto. Non è giusto pretendere eroismo quando basta semplicemente mettere a gara TUTTI i sistemi di smaltimento, pretendendo il massimo di sicurezza e il massimo di risparmio anche perché ogni euro speso in più sui rifiuti é sottratto proprio alla spesa sanitaria stessa.

Ne discutiamo ad Ecofuturo con Paolo Pejrani titolare di Ompeco, azienda Italiana che ha inventato il Converter e con Daniele Giorni della Asl di Arezzo, con Sauro Valentini presidente Giga, con Mauro Romanelli Cons. Reg SEL Toscana.

In Toscana la commissione Sanità fece un convegno e il CNR di Pisa uno studio, analizzando l’applicazione del sistema per tre mesi presso l’Ospedale pediatrico di Massa e ottenendo risultati assolutamente in linea con le promesse, certificandone l’applicabilità ed inserendo così la sterilizzazione nel piano sanitario regionale.

Fabio Roggiolani

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