Dalla tracciabilità dell’inquinamento alla promozione delle rinnovabili: la parabola degli studi sui venti di Giovanni Gualtieri e del collaboratore di Ecquologia Sauro Secci

Quando si vive intorno a una centrale e si fanno studi sulla salute dei cittadini si commette sempre lo stesso errore: si prende la platea di tutti i cittadini che vivono nelle aree di riferimento, quando i cittadini prevalentemente inquinati sono solo una parte, quelli residenti nelle aree dove soffiano i cosiddetti venti prevalenti. Gli studi che presentiamo, redatti grazie alla grande mole di dati storici, validati per le elaborazioni da Sauro Secci, volontario collaboratore del sito Ecquologia, sono stati originariamente alla base di ricerche finalmente corrette sulla effettiva ricaduta degli inquinanti al suolo.

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Questi dati, nati originariamente per la salute dei cittadini, fondamentali per interpretare il complesso e dinamico legame tra le emissioni in atmosfera e le ricadute al suolo degli inquinanti, sono diventati oggi lo strumento base per la pianificazione eolica di grandi distretti geografici, dal momento che il vento è certamente capriccioso e molto difficile da studiare ma nei suoi capricci ha una sua ripetitività e questi studi lo dimostrano.

Un poker di pubblicazioni, quelle che tra il 2011 e il 2013 sono approdate nel prestigioso ed antichissimo magazine internazionale “Renewable Energy”, redatte da un grande esperto di anemologia come l’Ingegner Giovanni Gualtieri del CNR IBIMET di Firenze, e da un tecnico che ha impegnato con grande passione gran parte della sua vita professionale nel monitoraggio ambientale come Sauro Secci, oggi uno dei cuori pulsanti della Associazione Giga no profit. Si tratta di elaborati di grande importanza per lo studio del regime anemologico nel Mediterraneo centrale e per la modellizzazione della variazione del profilo verticale del vento in funzione della orografia e dell’uso dei suoli per ogni latitudine.

Dopo aver studiato, nel primo articolo, il peso dell’orografia e dell’uso del suolo in tre siti costieri dell’Italia meridionale dove erano disponibili parametri anemologici rilevati a due quote diverse, come Brindisi, Termini Imerese e Portoscuso, aventi differenti caratteristiche orografiche, nel secondo studio sono state invece approfondite e comparate le metodologie di elaborazione dello studio del profilo verticale del vento in funzione dell’orografia. Nel terzo studio poi, è stata fatta una focalizzazione che ha avuto come oggetto la bassa Val di Cornia ed il Golfo di Follonica.   Utilizzando un set di dati orari di 5 anni, del 1997 al 2001, comprendenti misure anemometriche a 10 e 100 m dal suolo, messe a disposizione da parte di ENEL SpA (centrale di Torre del Sale), sono stati analizzati il regime anemologico, le condizioni di stabilità, il coefficiente di wind-shear (WSC) e la rugosità dell’area di Piombino.

A completare il poker di articoli, vi è stata la pubblicazione di un quarto articolo nel 2014, che ha approfondito le caratteristiche anemologiche del sito pugliese a sud di Brindisi, già oggetto di studio, tra gli altri, del primo articolo pubblicato, dove a partire da serie storiche di dati meteo disponibili, richiesti e sempre messi a disposizione del CNR da ENEL SpA e da elaborazioni modellistiche legate al WSC (Wind Shear Coefficient) già oggetto di elaborazione degli studi precedenti, corrispondente al profilo verticale del vento, cioè al parametro che descrive come il vento modifica le proprie caratteristiche nelle prime centinaia di metri di quota, in funzione della orografia del suolo, sono state elaborate le diverse distribuzioni di Weibull, anche in funzione della classe di stabilità atmosferica. 

La distribuzione di Weibull è un parametro elaborato a partire dai dati anemologici acquisiti, fondamentale per la valutazione di opportunità di installazioni eoliche, dal momento che fornisce informazioni legate sia al fattore di scala, proporzionale all’intensità media del vento nel sito (VV) che al fattore di forma, cioè alla regolarità anemologica del sito, dato direttamente riferibile alla qualità e alla utilizzabilità del sito a scopi energetici eolici.

I quattro studi pubblicati sulla rivista statunitense sono stati ad oggi utilizzati in ben 84 altri studi, riferibili a 38 paesi del mondo, molti dei quali in via di sviluppo, in rappresentanza di tutti e 5 i continenti.

Si tratta di aspetti fondamentali per la pianificazione energetica eolica dei diversi paesi e di specifici distretti geografici. Significativo che tra i paesi che hanno utilizzato il pacchetto di studi, a fianco di grandi paesi come USA, Cina, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Arabia Saudita, etc. figurino anche paesi alla ricerca di un proprio e stabile assetto energetico come Algeria, Camerun, Egitto, India,  Marocco, Mauritania, Namibia, Nigeria, Senegal

Ci auguriamo che il parlamento appena eletto faccia una legge di un solo articolo che recita “tutti i dati storici meteorologici a disposizione di tutti i soggetti pubblici e privati devono essere messi gratuitamente a disposizione di tutti e per tutti”, come peraltro previsto dalla Convenzione di Aarhus (link testo in italiano-sito ISPRA), sottoscritta nel lontano 1998 ed è entrata in vigore nel 2001 ma purtroppo mai pienamente soddisfatta. Con una legge siffatta il mondo delle rinnovabili avrebbe in mano il più straordinario strumento di pianificazione per catturare i raggi del sole e i capricci del vento nel momento opportuno e con il minor spreco di risorse possibili. Mi permetto di ringraziare ancora Sauro Secci che ha voluto con insistenza salvaguardare e valorizzare per il bene comune il tesoro di dati a cui aveva lavorato negli anni trascorsi in ENEL, che hanno visto importanti investimenti di risorse ed attenzione alla tutela dei cittadini che vivevano intorno alle centrali.

Fabio Roggiolani

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