[Confindustria] Passato, presente e futuro della geotermia in Italia

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geotermia larderello soffioni boraciferi centrale geotermica toscana italiaL’Energia Geotermica può essere utilizzata sia per la produzione di calore che di elettricità. La Geotermia per la produzione elettrica nasce in Toscana, nei campi boraciferi di Larderello, nel 1904, e da più di 100 anni continua ad essere utilizzata in Italia, più o meno nelle stesse aree d’origine, e fornisce oggi, con circa 800 MWe di potenza installata, l’1.8% del fabbisogno nazionale ed il 25% circa del fabbisogno Toscano


La potenza installata nelle zone di Larderello-Amiata è equivalente a quella di una centrale nucleare medio-grande, e pone l’Italia è al quinto posto tra i Paesi produttori di Energia Geotermoelettrica nel Mondo e prima in Europa. Le centrali geotermiche toscane, così come quelle installate a partire da vari decenni dopo in Nuova Zelanda, USA, Messico, Filippine, Islanda, ecc., sono nate per competere, economicamente, con gli altri sistemi di generazione elettrica all’epoca utilizzati, ossia idro-elettrico e termo-elettrico a combustibili fossili (carbone e petrolio).

Oggi, la Geotermia, nata con criteri strettamente economici, è rivalutata soprattutto per la sua qualità di energia rinnovabile e, se ben gestita, altamente eco-compatibile. La Geotermia, anche per la produzione elettrica, risulta infatti estremamente flessibile, potendo essere impiegata per impianti di alta potenza, dell’ordine delle centinaia di MW, fino ad impianti di micro-generazione da poche centinaia di kW. Il trend tecnologico attuale, infatti, è quello di produrre energia elettrica con impianti di mini e micro-generazione, anche con temperature dei fluidi geotermici notevolmente basse (attualmente, l’impianto di generazione elettrica a più bassa temperatura di fluidi, T=74°C, è installato a Chena, Alaska, con una potenza di 0.5 MWe).

I campi di applicazione dell’Energia Geotermica si definiscono in funzione della temperatura (e più specificamente dell’entalpia) della risorsa, approssimativamente nel modo seguente:

40°C<T<90°C: risorse a bassa entalpia, utilizzabili per il riscaldamento diretto di edifici, serre, piscine, ecc.

90°C<T<180°C: risorse a media entalpia, utilizzabili con impianti binari per la produzione di energia elettrica in piccoli/medi impianti (0.1-10 MWe) e/o co-generazione di calore per riscaldare singoli edifici/strutture fino a piccoli centri urbani.

180°C<T<370°C: risorse ad alta entalpia, utilizzabili direttamente in turbina per medi/grandi impianti di produzione elettrica (10-100 MWe) e/o co-generazione di calore per il riscaldamento di piccoli centri urbani fino a grandi città.

370°C<T<500°C: risorse a fluidi supercritici, utilizzabili, con tecnologie ancora da sviluppare, per impianti di generazione elettrica di grande potenza (100-1000 MWe).

Le tecnologie di utilizzo geotermico si suddividono, inoltre, in due grandi categorie: i sistemi idrologici naturali, caratterizzati da alta permeabilità e quantità di fluidi ed i sistemi EGS (Enhanced o Engineered Geothermal Systems) in cui le alte temperature interessano formazioni poco permeabili e con scarsa/nulla circolazione di fluidi. In questi sistemi, la permeabilità viene artificialmente aumentata fratturando le rocce con l’immissione di acqua ad altissime pressioni. L’acqua viene quindi inserita dalla superficie nel serbatoio artificiale così creato per poi essere riportata in superficie, una volta riscaldata, ed immessa nei circuiti di produzione elettrica e/o riscaldamento.

LA GEOTERMIA IN ITALIA

La Geotermia Italiana si caratterizza e si distingue da quella di molti Paesi d’Europa per l’abbondanza di risorse idrologiche naturali. Nel contempo, il nostro Paese è densamente urbanizzato, in particolare nelle aree costiere tirreniche dove maggiori sono le risorse geotermiche a media-alta entalpia. Queste particolarità fanno sì che il nostro obbiettivo principale, nel campo della produzione elettrica, sia l’utilizzazione ottimale delle risorse idrologiche naturali, in particolar modo con impianti diffusi di taglia medio-piccola, a bassissimo impatto ambientale e quindi compatibili con contesti altamente urbanizzati. D’altra parte, l’abbondanza di aree vulcaniche anche ad altissimo gradiente geotermico rende estremamente importante la ricerca sull’utilizzazione delle sorgenti non convenzionali a fluidi supercritici, che, in un futuro non troppo lontano, possono consentire, in aree selezionate, lo sviluppo di centrali di altissima potenza, con potenze erogabili a parità di volume di fluido anche un ordine di grandezza maggiori degli impianti convenzionali. Le aree del Tirreno meridionale tra la Campania, la Calabria e la Sicilia, caratterizzate da intenso vulcanismo sottomarino ed altissimi gradienti geotermici, sono ad esempio particolarmente adatte allo sviluppo della Geotermia a fluido supercritico. Queste aree potranno quindi essere utilizzate con impianti di alta potenza su piattaforma, e, in un futuro prossimo quando le tecnologie a fluido supercritico saranno mature, con impianti a fluido supercritico.

Il fattore principale che contraddistingue la nostra strategia geotermica da altri Paesi d’Europa, per quanto detto, risulta il minor peso dato alle tecnologie EGS, almeno in una prima fase, in quanto risulta per noi prioritario utilizzare appieno le risorse idrologiche naturali, estremamente abbondanti ed estremamente più economiche dell’EGS. D’altra parte, la presenza nel nostro Paese di aree caratterizzate da alte temperature anche a profondità molto modeste, fornisce la condizione ideale per la sperimentazione di sistemi avanzati di prelievo del calore in pozzi senza emungimento diretto. Tale sperimentazione, oltre all’interesse intrinseco per lo sviluppo di tecnologie a bassissimo impatto ambientale in sistemi idrologici naturali, è anche di enorme interesse per lo sviluppo futuro di tecnologie EGS ad impatto ambientale significativamente minore, che minimizzino ad esempio i noti problemi di possibile induzione di sismicità durante la fase di stimolazione idraulica per aumentare la permeabilità.

FONTE: Assoknowledge Confindustria

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