“Cibo di qualità e Rinnovabili”: nuovo capitolo per il Rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente

Ogni anno è una consuetudine oltre che un grande piacere consultare il “Rapporto Comuni Rinnovabili” di Legambiente e quest’anno lo farò analizzando un nuovo capitolo, “Cibo di qualità e Rinnovabili”, assoluta novità dell’edizione 2017 scaricabile in calce al post, collocato da pagina 68 del documento.

Si tratta di un nuovo capitolo che racconta la sempre più incisiva interazione tra le fonti rinnovabili e il bilancio energetico di un processo produttivo agroalimentare e connesso comunque a filiere agricole di pregio, contribuendo in maniera determinante, alla valorizzazione dei prodotti alimentari locali che fanno capo ad aziende che hanno fortemente puntato sul schemi di economia circolare e di una nuova agricoltura di nuovo alleata con il clima e con l’ambiente.

Un grande orgoglio per la nostra associazione Giga e per la rete di Ecofuturo, di cui Giga fa parte, dal momento che proprio in questo capitolo troviamo premiate aziende  protagoniste importanti delle edizioni di Ecofuturo, tra le quali proprio una emblema delle nuova agricoltura che ha messo la bando l’aratro, grande killer del clima e dell’ambiente e di altre, parte integrante di eventi da noi promossi come la Carta di Abbadia San Salvatore sulla buona geotermia.

Una scelta di grande rilevanza quella di aziende agroalimentari che hanno puntato sulle rinnovabili che, secondo le stime di Istat, interessa oggi in Italia circa ventunomila aziende, che hanno adottato differenti tecnologie rinnovabili che vanno dal solare, alle pompe di calore, alle biomasse e al biogas che Legambiente ha deciso di mettere in evidenza con  la premiazione di quattro differenti realtà, ciascuna con specifiche peculiarità di utilizzo delle energie pulite.

E’ un grande piacere vedere tra le aziende premiate la Società agricola Arte, di Cerignola (FG), protagonista di Ecofuturo 2016 (vedi intervista a Massimo Borrelli), azienda Consorziata CIB  che da giugno 2015 produce prodotti biologici certificati come grano Senatore Cappelli, attraverso tecnologie agronomiche sostenibili come il 4pour1000 che sono divenute il tema centrale di Ecofuturo 2017,  coltivando materie prime di altissima qualità con l’abolizione di quel killer ambientale chiamato aratro, utilizzando solo semina su sodo.

Si tratta di una azienda energeticamente autosufficiente sia per i processi di trasformazione che per la parte uffici e servizi, grazie ad un impianto a biogas da 625 kWe e 700 kWt, entrato in esercizio nel 2010 e alimentato per il 50% dagli scarti provenienti dagli 80 ettari di superficie agricola dell’azienda, per il 25% dai sottoprodotti aziendali (foglie d’ulivo, sansa e vinacce, scarti di lavorazione dei cereali, leguminose, scarti di lavorazione della pasta e tifa, erba spontanea raccolta dalla vicina riserva), e per la parte restante attraverso sottoprodotti come sansa bifasica e foglie d’ulivo, liquami e letami da allevamenti provenienti da aziende partner. La chiusura del ciclo aziendale nell’impianto di digestione anaerobica  è completata secondo i protocolli del Biogasfattobene del CIB, dalla piena utilizzazione dell’ottimo digestato prodotto dall’impianto, utilizzato come ottimo come ammendante organico che ha permesso all’azienda di recuperare cospicue superfici di terreni marginali e oramai in fase di desertificazione, ottenendo colture caratterizzate da livelli nutraceutici di elevatissima qualità. Un procedura ampiamente confortata dalle analisi di laboratorio che rilevano un aumento di carbonio organico nei suoli coltivati dal 1,18% a 1,27% in sette anni.

Ma le eccellenze premiate da Legambiente si spingono ad altre vecchie conoscenze di Giga, nate nelle storiche aree geotermiche della Toscana nell’ambito del CCER (Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili), promossa da Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche della Toscana) e Slow Food,  come il birrificio Vapori di Birra di Sasso Pisano (PI), nato nel 2013 dall’incontro tra un mastro birraio e di un professionista della geotermia, con la volontà di utilizzare il vapore geotermico per la produzione di birra.

Si tratta di un birrificio nel quale le materie prime sono accuratamente selezionate, prediligendo quelle del territorio e dove tutto il processo è svolto coniugando grande cura e perizia artigianale con le nuove tecnologie di produzione. La capacità produttiva annuale è di circa 60 mila litri di birra, imbottigliata o confezionata in fusti di materiale eco-compatibile KeyKeg. La configurazione impiantistica del birrificio ha consentito all’azienda di conseguire un risparmio netto sui costi della fattura energetica di circa il 30%, al quale deve essere computato il valore aggiunto dell’eco sostenibilità del prodotto finale e il carattere avanguardistico del processo produttivo, fattori che hanno fatto registrare un guadagno d’immagine e di interesse a livello di marketing.

Rimandendo poi nell’ambito del CCER, una bella menzione anche la Cooperativa Sociale Parvus Flos, cha ha partecipato alla presentazione della Carta della Buona Geotermia di Abbadia San Salvatore  nel 2016 (vedi mia intervista ad Enea Cosentino in calce al post). Si tratta di una cooperativa sociale nata nel 1999 per volontà di Don Luigi Alberio, nel podere San Marco a Radicondoli (SI), proprio nelle vicinanze della omonima centrale geotermica, visto come luogo ideale per promuovere, attraverso il lavoro, il recupero e l’integrazione sociale delle persone svantaggiate e/o in condizione di disagio sociale.

Si tratta di una Cooperativa Parvus Flos, composta da 23 dipendenti, dei quali il 30% socialmente svantaggiati, che dispone oggi di 30.000 mq di serre su tre siti nei comuni di Radicondoli (SI) (20.000 mq), Monterotondo Marittimo (GR) (7.200 mq), Castelnuovo Val di Cecina (PI) (2.800 mq), tutti climatizzati con il vapore geotermico, nelle quali vengono prodotti basilico, piante aromatiche in vaso (Salvia, Rosmarino) e piante ornamentali.

Davvero una bella soddisfazione vedere premiate tante eccellenze che come Associazione Giga abbiamo avuto il piacere di incontrare in questo nostro lungo ed appassionate cammino eco tecnologico e di eco sostenibilità.

La nostra intervista ad Ecofuturo 2016 a Massimo Borrelli, della Società Agricola ARTE

e la nostra intervista ad Enea Cosentino di Parvus Flos e membro del Consorzio Cibo ad Energie Rinnovabili (Slow Food Toscana e Cosvig)

Sauro Secci

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