AIEL e il cippato da filiera locale: fino al 95% di risparmio di CO2 rispetto alle fonti fossili

Per un paese come l’Italia il rilancio della corretta gestione di una delle massime espressioni di ecosistema come quella del bosco ha un’importanza fondamentale per aspetti energetici, ambientali e di prevenzione del rischio, con particolare riferimento al dissesto idrogeologico e agli incendi boschivi, sempre più devastanti in era di cambiamenti climatici. Una risorsa grande emblema di resilienza, che ha permesso la sopravvivenza di molte comunità nei momenti più duri e difficili, che merita oggi la massima attenzione e che vede dalla sua istituzione il grande impegno di AIEL (Associazione Italiana Energia Legno), anima “boschiva” del variegato universo del Coordinamento Nazionale FREE delle energie rinnovabili, che ha dato il suo sostanziale apporto anche ad Ecofuturo Festival 2018.

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Un paese il nostro che, come ci indicano i dati di INFC (Inventario Nazionale Foreste e Serbatoi Forestali di Carbonio), dispone di una superficie forestale nazionale corrispondente al 34.7% della superficie territoriale, con il bosco che rappresenta l’83.7% della superficie forestale complessiva, ed i maggiori distretti forestali collocati in Alto Adige, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo, Calabria e Sardegna.

Molto interessanti e di grande rilevanza su questo fronte, i risultati provenienti dal Progetto “Ricacci”, promosso da AIEL in collaborazione con l’Università di Padova-TESAF, l’Università della Tuscia-DAFNE di Viterbo ed alcune aziende operative del settore, in una delle regioni più boscate d’Italia come la Toscana, con il cippato da filiera locale capace di determinare un risparmio fino al 95% in termini di emissioni climalteranti rispetto alle fonti fossili.

Un Progetto il “Ricacci”, finalizzato al monitoraggio dei consumi e delle emissioni in alcuni cantieri per la produzione di cippato in Toscana, in una vallata mistica e da sempre sinonimo di “foreste” come il Casentino, con le biomasse legnose capaci di dare ogni anno un contributo fondamentale ed irrinunciabile alla diminuzione delle emissioni di gas climalteranti e al raggiungimento del nuovo target europeo del 32% relativo al contributo delle rinnovabili rispetto ai consumi di energia al 2030 previsto dalla recente “Direttiva Rinnovabili”. 

Una valutazione articolata quella alla base del progetto, dal momento che una fonte energetica rinnovabile come il cippato richiede a livello di processo l’utilizzo di combustibile fossile per alimentare una serie di macchinari come trattori, motoseghe, gru a cavo e altri strumenti che rendono meno favorevole il bilancio emissivo di CO2 del biocombustibile legnoso. Per la misurazione di questo fattore, che influenza la sostenibilità complessiva della filiera legno-energia, il progetto “Ricacci”, che si inserisce nel contesto del PIF (Progetto Integrato di Filiera) “Foglie”, finalizzato allo sviluppo della filiera dell’energia dal legno dell’area Toscana sud, ha reso possibile il monitoraggio completo dei consumi e delle emissioni fossili in quattro cantieri forestali reali, calcolandone il bilancio emissivo. 

Una serie di rilevazioni puntuali in campo, effettuate da AIEL, in collaborazione con il Dipartimento territorio e sistemi agroforestali (Tesaf) dell’Università di Padova, che hanno permesso il monitoraggio di consumi di combustibile fossile per la produzione e l’utilizzo di cippato di legno dalla pianta in bosco  fino alla bocca di caldaia, attraverso il calcolo delle emissioni nelle singole, diverse fasi di processo, dal cantiere forestale, passando per la cippatura fino al trasporto, andando a determinarne poi il parametro GHG (Green house gas) che valuta il risparmio di emissioni di anidride carbonica equivalente che si ottiene impiegando un biocombustibile rispetto alla fonte fossile di riferimento (gas metano). 

I risultati delle elaborazioni indicano che utilizzando cippato si determina un risparmiomedio di emissioni climalteranti del 95%, pari a 6 ton di CO2 per ogni tonnellata di cippato utilizzato, evidenziando inoltre come il cantiere forestale (abbattimento ed esbosco) all’interno della filiera di produzione è responsabile per circa il 20% delle emissioni totali. 

La criticità maggiore delle diverse fasi di processo è costituita dal trasporto, che dipende direttamente dalla logistica ovvero dalle distanze fra cantiere, centro di stoccaggio e impianto di utilizzazione finale del cippato, con una emissione imputabile al trasporto che può variare dal 22% al 52% sul totale delle emissioni.

Si tratta di un percorso, quello intrapreso dalle aziende partecipanti al progetto, rivolto alla qualificazione della biomassa legnosa attraverso la certificazione BiomassPlus (ISO 17225) che da garanzie all’utente finale in termini di tracciabilità e sostenibilità ambientale, attraverso la riduzione di emissioni di CO2.

A complemento delle attività progettuali, sono state anche condotte specifiche indagini di mercato per comprendere come il biocombustibile certificato sarà accolto nel mercato toscano, le quali hanno confermato interessanti opportunità per il biocombustibile certificato, con anche l’acquirente pubblico con una maggiore propensione all’acquisto di cippato certificato (61%) rispetto al privato (43%) ma con entrambi i soggetti che hanno indicato la disponibilità a pagare circa il 10% in più per il materiale certificato rispetto a quello non certificato. E’ stato anche tracciato un profilo finale del gestore di impianto disponibile all’investimento nel biocombustibile certificato, che è stato individuato in un ente pubblico con un generatore di calore che alimenta un piccolo impianto di teleriscaldamento di potenza compresa tra i 500kW e 1MW. 

Per facilitare la raccolta dei documenti e fornire un’utile guida alle aziende produttrici sulle migliori procedure per la produzione di cippato da legno locale è nella fase finale di sviluppo un apposito portale web: http://ricacci.ciatoscana.eu/#progettoprima)

Un grande impegno a tutto campo quello di AIEL nelle biomasse legnose, che rappresenta oggi in Italia circa 500 imprese della filiera, con circa il 70% delle industrie italiane ed europee di costruzione di apparecchi domestici e caldaie (circa 700 M€ di fatturato) e 150 produttori di legna e cippato e 60 imprese italiane di produzione e distribuzione di pellet, avendo fondato e gestendo in Italia ben tre diversi sistemi di certificazione: 

  • ENplus (pellet);
  • Biomassplus (legna, cippato e bricchette);
  • AriaPulita (stufe, inserti, caldaie domestiche a legna e pellet).

Proprio quest’ultima certificazione AriaPulita, è stata presentata quest’anno ad Ecofuturo Festival 2018 nella sessione dedicata alla “Casa Ecosicura” da Annalisa Paniz di AIEL (scarica presentazione in calce al post) che insieme al Presidente AIEL Marino Berton, autore di un intervento che ha fatto il punto sullo stato del comparto agroenergetico delle biomasse legnose nella sessione “Italia 100% rinnovabile” con tutte le varie anime del Coordinamento Nazionale FREE, ha completato la bella partecipazione AIEL alla manifestazione di quest’anno..

Come sempre stimoli importanti per fare rete anche nelle rinnovabili nel segno dell’economia circolare, connettitrice di comparti, per le quali da anni la rete di Ecofuturo cerca di dare la sua forza propulsiva, anche alla luce delle risultanze di questo specifico progetto, che potrebbero vedere dalle potenziali sinergie delle ecotecnologie di Ecofuturo, ulteriori miglioramenti delle performance. Ci riferiamo in particolare alle grandi opportunità di mitigare ulteriormente l’impronta fossile delle macchine operatrici agricole e in particolare quelle legate al trasporto, con le grandi opportunità che giungono da un altra delle agroenergie come quella del biogas, che unito a quella proveniente dalla valorizzazione della FORSU, sta facendo nascere in Italia la filiera del biometano. Importanti proprio ad Ecofuturo le sinergie nate in questo ambito tra le aziende del CIB, con il grande apporto di Ecomotive Solutions, azienda leader nel revamping a dual-fuel diesel-biometano di auto, camion  macchine operatrici agricole e portuali, natanti, etc, che anche ad Ecofuturo ha presentato una nuova linea di macchine agricole a biometano come il meraviglioso trattore FENDT trasformato a dual fuel proprio dalla azienda di Serralunga di Alba (vedi immagine seguente).

 Sauro Secci

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