Addio maestro

Addio a Gioacchino Allasia, maestro delle mani che curano

Giovedì scorso, dopo una lunga malattia, il caro Gioacchino Allasia ha lasciato il suo corpo. Una perdita enorme per chi abbia avuto la grande fortuna di conoscerlo. E per tutta la rete di Ecofuturo Festival, della quale era sicuramente una delle figure di riferimento. A seguire il ricordo del caro Gioacchino da parte del giornale Il Tirreno.

Era il mago delle mani che curano, maestro di craniosacriale e shiatsu. Gioacchino Allasia ci ha lasciato giovedì sera, a 66 anni, nella sua casa di Riparbella circondato dagli affetti familiari. Ha voluto che la notizia fosse data direttamente agli amici, sulla chat che aveva aperto durante la malattia per comunicare con le persone care. «Gioacchino ha lasciato il suo corpo». Lo ha fatto serenamente, dopo aver affrontato una lunga sofferenza con tenacia ma senza perdere mai l’equilibrio e la gentilezza che ben lo rappresentavano.

«Vivere il cambiamento in modo positivo», era il suo motto. Diplomato al Kushi Institute di Boston nel 1984, esperto di discipline energetiche come lo shiatsu e il craniosacrale, nel quale si era specializzato al Mine Institute di San Francisco, “Giò” ha fondato e diretto per 14 anni la scuola Shiatsu-Ki di Firenze e ha insegnato craniosacrale alla Scuola di agopuntura fiorentina.

Ha trattato centinaia di persone con le sue mani, accompagnandole in un percorso di guarigione, e personaggi come Peter Gabriel, Oliviero Toscani, Alejandro Jodorowsky. Centinaia gli allievi delle sue tecniche. Ha scritto libri sulle sue terapie ma anche romanzi. E un’autobiografia in cui ha raccontato la sua vita avventurosa, fatta di studio e dedizione alla ricerca interiore. Ma anche di grande passione verso gli altri e la vita. Sempre disponibile ad aiutare chi aveva bisogno.

Nato a Murello, nel Cuneese, nel 1956 in una famiglia contadina, il suo primo lavoro è stato alla catena di montaggio come operaio della Fiat negli anni di piombo. In fabbrica ha maturato la consapevolezza di voler cambiare. Ed è stata la prima rivoluzione-rinascita della sua vita: ha incontrato la macrobiotica e ha cominciato a studiare e viaggiare. È stato in America dove ha vissuto a lungo e in Giappone dove ha seguito grandi maestri che l’hanno formato. In Val di Cecina è arrivato negli anni Novanta, dopo il matrimonio e la nascita dell’amatissima figlia Gloria. E le colline sul mare, come ha raccontato nel libro “La forza delle mie mani” del 2012, sono diventate la sua base, anche dopo la separazione dalla moglie e il lavoro a Firenze.

Viveva a Riparbella, e aveva instaurato un legame profondo con l’istituto buddista Lama Tzong Khapa di Pomaia, dove ha tenuto molti corsi e seminari. All’istituto ha deciso di devolvere le donazioni in sua memoria. Ma il suo corpo, lunedì mattina alle 11, sarà accompagnato dalla benedizione cristiana di un caro amico sacerdote, don Luca, nella chiesina di Riparbella. Dov’è già stata allestita la camera ardente, aperta a chi vuole salutarlo. Un altro segno della sua apertura e della capacità di visione oltre steccati e ideologie. Ciao, maestro.

Redazione

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