Vettori di contagio ed energia: le rinnovabili li minimizzano

Il durissimo periodo pandemico da coronavirus che stiamo attraversando sta rivoluzionando molti contesti della nostra vita, ivi inclusi anche i diversi scenari di elettrificazione e decarbonizzazione dei sistemi energetici. Proprio in questo specifico contesto si è impegnato in una attenta analisi Michael Barnard, direttore di TFIE (società di consulenza per strategie tecniche e di mercato), il quale ha cercato di tracciare quali saranno gli effetti del covid-19 nel lungo periodo,  analizzando le diverse fonti energetiche, considerando un fattore destinato a divenire sempre più importante come quello dei vettori di contagio e di diffusione delle malattie. (Fonte immagine di copertina Pixabay)

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Partendo dal petrolio, Barnard ha analizzato tutte le interazioni umane indispensabili necessarie lungo tutta la filiera, dal sondaggio ed estrazione fino al serbatoio del veicolo, indipendentemente dal fatto che si tratti di estrazione convenzionale o non convenzionale, le persone devono recarsi in un luogo e toccare parecchie attrezzature, moltiplicando i vettori di contagio. Infatti, pur avendo assistito ad una sostanziale riduzione della manodopera negli ultimi 100 anni, automezzi, condutture e riserve di greggio hanno ancora bisogno di manodopera umana capace di gestirli.

Il ciclo di raffinazione del petrolio greggio richiede operatori umani ed importanti piani di manutenzione, con un gran numero di persone che toccano le stesse superfici, condividono gli stessi ambienti di lavoro e sale controllo, interagendo anche con gli stessi sistemi di sicurezza, moltiplicando così i vettori di contagio e di trasmissione delle malattie.

Non meno imponente a livello di contatti è poi il ciclo di distribuzione ed erogazione di benzina raffinata e diesel , fatte con navi, camion e reti di distribuzione, con molti operatori umani coinvolti nell’esercizio e nella manutenzione delle diverse infrastrutture, creando i presupposti per una maggiore trasmissione di malattie. Infine, nella stazione di servizio, saranno ancora una volta delle persone a pompare il gas nei serbatoi sotterranei dei camion, e altre persone a rifornire le auto a combustione o diesel, toccando molti oggetti che altre persone hanno ugualmente toccato.

L’analisi di Barnard si sposta poi nell’ambito delle energie rinnovabili, dove la situazione è ben diversa per la gestione dei parchi eolici e solari, che non richiedono presenze particolari per il loro esercizio, necessitando soltanto di una manutenzione annuale e, solo occasionalmente, di manutenzioni straordinarie.

Il monitoraggio viene infatti effettuato da remoto e può essere svolto da casa con la stessa facilità con cui può essere svolto nei centri operativi di controllo che, a loro volta, ospitano generalmente un limitato numero di persone, con i  vettori di contagio che, in questo caso, sono drasticamente minori.

L’elettricità generata viaggia poi attraverso le reti di trasmissione e distribuzione. Nessuna mano deve toccare dispositivi per consentire all’elettricità di spostarsi dal vento e dai parchi solari al punto di utilizzo. Come sottolinea lo stesso Barnard “L’elettricità si muove per noi senza che gli umani debbano alzare un dito o toccare una superficie di lavoro comune”.

Venendo alla mobilità elettrica infine, considerando il cosiddetto ‘ultimo miglio’ dei veicoli elettrici, un singolo essere umano, normalmente il proprietario del mezzo, tocca la spina per avviare la ricarica della macchina, scollegandola poi al termine dell’operazione, con anche in questo caso, opportunità di trasmissione di malattie nettamente inferiori.

In sostanza quindi, sia le energie rinnovabili che le diverse forme di elettrificazione, ridurrebbero drasticamente i rischi connessi alla diffusione di una malattie contagiose come il Covid19, al tal punto che, sempre secondo Barnard, l’elettrificazione potrà essere una delle strategie fondamentali per ridurre nel futuro la diffusione del contagio nelle epidemie.

La Redazione di Ecquologia

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