Teleriscaldamento a bassa temperatura: COGEME tra i siti pilota per un nuovo modello di Eurac Research

Nel sempre più interessante universo del teleriscaldamento, alle reti tradizionali che lavorano ad alta temperatura, per le forniture di calore agli edifici connesse a centrali di grande produzione, si stanno affiancando nuove interessanti esperienze come quella della municipalizzata lombarda COGEME, che a Ospitaletto (BS), ha realizzato una nuova concezione di teleriscaldamento a bassa temperatura,  registrandolo con il marchio “Teleriscaldamento Freddo”, premiato con il Premio per lo Sviluppo Sostenibile 2016 ad Ecomondo e che ha portato la sua bellissima esperienza ad Ecofuturo Festival 2018 (immagine di copertina Fonte COGEME SpA).  

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Proprio in questo ambito un team di esperti di energie rinnovabili del Centro Eurac Research di Bolzano ha messo a punto un nuovo modello, dimostrando come sia possibile realizzare anche impianti di teleriscaldamento che lavorano a bassa temperatura, permettendo di integrarli nella rete, oltre che con il calore di scarto delle industrie, anche con quello proveniente da altre fonti, come gli impianti di refrigerazione dei supermercati o i data center di grandi uffici o centri direzionali. Davvero rilevanti i vantaggi che derivano da un tale approccio con molteplici fonti di calore utilizzabili, una minimizzazione delle perdite di calore nelle tubazioni e le attività produttive che possono smaltire il calore prodotto senza sostenere costi aggiuntivi.

Un lavoro di studio triennale quello del team di ricerca di Eurac Research, fatto di simulazioni e di test di laboratorio nell’Energy Exchange Lab del NOI Techpark, dove sono stati accuratamente studiati sia la progettazione chee la gestione di reti di teleriscaldamento funzionanti a bassa temperatura.

Come spiega il Responsabile del progetto Roberto Fedrizzi, “Questi nuovi modelli di teleriscaldamento distribuiscono calore a 10-30 gradi centigradi, molti meno rispetto ai 70-90 gradi di una rete tradizionale. È vero che per utilizzare questo calore è necessario installare pompe di calore, ma in questo modo è possibile aumentare moltissimo il ventaglio di fonti utilizzabili, con vantaggi sia a livello ambientale che economico. Il calore di scarto disponibile dalle attività produttive distribuite sul territorio urbano, ad esempio supermercati, non viene più rilasciato nell’atmosfera e le attività produttive possono risparmiare i costi legati al suo smaltimento, addirittura potrebbero vendere calore alla rete”.

Un ambito, quello del teleriscaldamento a bassa temperatura, che consente inoltre la riduzione della dispersione di calore e quindi delle perdite dalla rete di tubazioni, potendo utilizzare anche tubi più economici.

La modellizzazione della soluzione di teleriscaldamento a bassa temperatura messa a punto a Bolzano è adesso pronta per essere testata in quattro siti reali aventi diverse caratteristiche, tra cui quello citato di COGEME a Ospitaletto, dove è operativa con grandi riscontri proprio una di queste belle esperienze.

Tra le fonti di calore di scarto utilizzate nel centro bresciano di Ospitaletto figurano un’acciaieria (30 °C),  mentre nella cittadina tedesca di Wüstenrot si utilizzano le condotte di scarico delle acque bianche della città (temperatura media annua di circa 15 gradi), in quella olandese di Heerlen,  una fabbrica di detergenti (40 gradi) e, sempre rimanendo in Olanda, un ospedale a Rotterdam (30 gradi).

Come tiene a precisare Wolfram SparberDirettore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research, “Le reti di teleriscaldamento a bassa temperatura non possono sostituire completamente gli impianti tradizionali, ma li possono completare e integrare. Il modello di business cambia in modo sostanziale: i clienti prendono e danno calore in base alle loro necessità, diventano parte attiva della rete. Per poter replicare le soluzioni studiate lavoriamo anche a modelli di investimento e gestione”.

Il progetto, coordinato da Eurac Research, sarà sviluppato da un consorzio composto da dieci attori pubblici e privati, composto da gestori di rete, consulenti energetici e ricercatori. In Italia proprio COGEME SpA implementerà le misure sviluppate nella rete di teleriscaldamento di Ospitaletto, mentre ALPERIA e Linea Group Holding si occuperanno di sviluppare modelli per valutare le possibilità di introdurre questa nuova tecnologia nell’ambito delle proprie reti.

Le attività di test in campo nei quattro siti reali prenderà il via nei prossimi mesi grazie ad un cofinanziamento della Commissione Europea nell’ambito del programma Life+, progetto Life4HeatRecovery.

A seguire una presentazione dell’Energy Exchange Lab del NOI Techpark di Bolzano, dedicata allo studio ed alla ottimizzazione delle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento.

A seguire l’intervista all’Ingegner Paolo Tarantino, Direttore Tecnico di COGEME SpA, in occasione di Ecofuturo Festival 2018

Sauro Secci

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