Sussidi alle fonti fossili: anche Bill Clinton dice la sua

bill clinton renewable interview at european commission

Il tema dei sussidi alle fonti rinnovabili è oggetto da tempo di un tiro al bersaglio da parte di forti centri di interesse basati sulle fonti fossili, proprio quelle che da sempre sono beneficiare, oggi più follemente che mai della gran parte della torta degli incentivi.


Si tratta di un tema che ho ripetutamente trattato, a cominciare proprio dalle esternalità negative tipiche delle fonti fossili, mia computate dai detrattori delle energie pulite (“Quello che degli incentivi non dicono: l’anomalia energetico-climatica”).

Un tema che investe pesantemente anche i mercati finanziari, richiedendo a chi continua a fare una folle corsa sulle fonti fossili, un ripensamento ed un cambio di rotta (“Gli investitori ricordano all’industria fossile la “bolla del carbonio”). Adesso alle voci di verità sulle sovvenzioni alle fonti energetiche, scende in campo anche una vecchia conoscenza della politica mondiale, come l’ex Presidente USA Bill Clinton.


Nel corso del Thomas Lloyd Clean Tech Congress Europe che si è svolto nei giorni scorsi a Francoforte (Germania), Clinton ha chiesto di aumentare gli investimenti mondiali in energie rinnovabili, ponendo fine all’enorme disuguaglianza che caratterizza i meccanismi di finanziamento nel settore energetico e molto penalizzante per le fonti pulite. Bill Clinton ha evidenziato infatti che il settore energetico tradizionale, con particolare riferimento alle centrali a carbone, può contare su opzioni finanziarie a lungo termine, a differenza degli investitori e dei fornitori di energia solare ed eolica, i quali devono fornire tutte le risorse finanziarie in anticipo.

Secondo l’ex presidente americano “nessuno ha spiegato alla gente in maniera adeguata che c’è una grossa disparità di opportunità nei finanziamento per le energie rinnovabili e i progetti di efficienza energetica”. Clinton si è riferito agli impianti nucleari e a carbone degli Stati Uniti come esempio di finanziamento non equo nel settore energetico, affermando che “Negli Stati Uniti, se si vuole costruire una centrale nucleare si ottengono per 30 anni delle tariffe garantite e dal momento che nessuna compagnia di assicurazione assicurerà mai un impianto, è il governo a dover assicurare l’intera operazione: questa è una massiccia sovvenzione”.

L’ex-presidente degli Stati Uniti ha poi affermato che meccanismi di finanziamento a lungo termine analoghi a quelli dell’energia tradizionale dovrebbero essere introdotti anche per le rinnovabili, suggerendo di creare uno strumento di finanziamento globale per le energie rinnovabili simile al “Global Fund”, istituito nel 2002 da Kofi Annan, ex-Segretario Generale delle Nazioni Unite. Quella istituzione finanziaria internazionale è dedicata a operazioni di finanziamento nella lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria. Secondo Clinton, utilizzando soluzioni di finanziamento a lungo termine, tutte le sovvenzioni per le energie rinnovabili potrebbero essere ridotte di molto.

Determinante in questo nuovo possibile futuro scenario, sarà, secondo Clinton, la collaborazione tra le singole nazioni per aiutare a sviluppare energie rinnovabili e sostenere gli investimenti nel settore. Un punto di vista indubbiamente autorevole, che riporta un po’ di chiarezza e di verità, in un ambito sempre popolato di aspetti occultati o facili e gratuite invettive verso le rinnovabili, che anche nel nostro paese, secondo studi recenti, stanno già ritornando alla collettività una cifra ben maggiore dell’ammontare degli incentivi erogati in questi anni, ed in un contesto mondiale che richiede ogni giorno di più una moratoria da effettuare anche con la cessazione degli ingenti sostegni, di cui fino ad oggi sono state destinatarie le fonti fossili.


Sauro Secci

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