Spalma incentivi, fotovoltaico: non piace nemmeno al Senato, che teme i contenziosi

Non piace neanche al Senato. Dall’incontro di ieri, infatti, è emerso che la misura per tagliare le bollette che contiene lo spalma incentivi pone non pochi interrogativi e problematiche.


Potrebbe sollevare dei contenziosi, tra l’altro già minacciati dalle aziende e dalle associazioni. L’ultimo appello è quello di assoRinnovabili, che ha inviato unalettera ai Membri della X Commissione Permanente del Senato e a quelli della XIII Commissione Permanente del Senato. E intanto dall’estero arrivano i primi ricorsi.

Lo dice il Servizio Bilancio del Senato, riferendosi in particolare alla cassa Depositi e Prestiti: “Al riguardo, si rivela che la previsione di finanziamenti assistiti dalla garanzia della CDP o dello Stato stesso (per quelli erogati dalla stessa CDP) potrebbe presentare profili problematici”, soprattutto per ciò che concerne la rimodulazione retroattiva delle tariffe.

Dice il Senato in questo caso: “Per quanto attiene alla rimodulazione degli incentivi, che si risolverà in un allungamento dei tempi di erogazione (essi verranno spalmati su 24 anni, in luogo dei 20 anni finora previsti) ovvero in una riduzione dell’8 per cento rispetto agli attuali livelli, oltre ad evidenziare a latere la possibilità dell’insorgenza di un cospicuo contenzioso, si rappresenta che l’operazione implica in ogni caso una riduzione degli incassi delle società produttrici di energia con il fotovoltaico”.

Lo zucchero che dovrebbe far andar giù la pillola agli investitori, ai produttori e agli utenti, potrebbe invece non essere una garanzia per i senatori, secondo i quali “andrebbe valutato se l’intervento della CDP si configuri in maniera coerente rispetto all’attuale classificazione dell’ente nell’ambito del settore degli operatori finanziari. Il carattere oneroso della eventuale garanzia statale implica comunque che le imprese dovranno corrispondere allo Stato un adeguato corrispettivo”, precisano, sottolineando però che non è stato ancora emanato il decreto ministeriale attuativo.

Anche Confindustria, a sorpresa, si è espressa non del tutto a favore dello spalma incentivi, suggerendo una strada alternativa che preveda la riduzione del peso degli oneri nel breve e medio periodo e l’incremento nel lungo termine, insieme alla cessazione del diritto agli incentivi che ridurrà drasticamente gli oneri previsti dalla normativa oggi in vigore. Inoltre, il Gse dovrebbe avere il compito di ricorrere ad una raccolta di risorse sul mercato finanziario, il cui ammontare sarà fissato annualmente dal ministro dello Sviluppo Economico sulla base dei trend economici e della differenza di prezzo dell’energia elettrica tra Italia e altri Paesi europei.

Proposta gradita anche ad Anie Rinnovabili : “Siamo soddisfatti del supporto di Confindustria, che ha condiviso le istanze del settore presentando la proposta del bond su cui c’eravamo confrontati nelle settimane scorse e che rappresenta una soluzione alternativa assolutamente efficace” ha detto Emilio Cremona, Presidente di Anie Rinnovabili. “Si tratta infatti – continua Cremona – di un’azione importante che incide sulla componente A3 della bolletta senza ricadere sul Bilancio dello Stato.” “La retroattività del provvedimento disegnato dal Mise, lo ribadiamo, è inaccettabile. Auspico quindi che i legislatori accolgano le richieste di Confindustria, poiché l’attuale proposta del Governo per abbassare il costo della bolletta elettrica rischia di diventare un boomerang per tutto il Sistema Paese”.

E di proposte, ce ne sono in quantità. Come quelle del Coordinamento Free, che vorrebbe veder realizzate le sue modifiche al Decreto 91/2014, in queste ore sono al vaglio del Senato per la conversione in Legge.

“Il mondo delle rinnovabili rimane seriamente preoccupato per una serie di norme che mettono in pericolo posti di lavoro e pregiudicano fortemente il settore. Abbiamo presentato al Parlamento le nostre proposte di modifiche, nel corso di audizioni e di convegni, al Decreto che contiene una serie di norme, dall’autoconsumo al cosiddetto spalma-incentivi, misure che cambiano le regole del gioco, mentre la partita è in corso, e che non offrono un’immagine di Paese affidabile anche agli investitori stranieri”, dichiara Gianni Silvestrini, presidente di Free, Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica.

Nel merito, Free ha presentato modifiche per i seguenti punti del Decreto 91 che prevedono, all’articolo 24 per l’autoconsumo, di non trattare chi “autoconsuma” l’energia rinnovabile prodotta alla stregua di chi dovrebbe essere tassato, perché inquina (principio basilare al quale si ispirano le norme europee); si propone, poi, l’abolizione dell’articolo 25 che prevede l’introduzione di oneri per i controlli degli impianti a carico dei soggetti responsabili degli impianti stessi,cosa che invece dovrebbe essere a carico dell’Ente controllante come accade per tutti i controlli, facoltà della Pubblica Amministrazione; all’articolo 26, quello che prevede la riduzione dal 17 al 24% degli incentivi contrattualizzati per gli impianti fotovoltaici superiori a 200 KW, siamo di fronte – secondo Free – ad una violazione del diritto, tramite una misura retroattiva che esporrebbe il nostro Paese ad azioni di rivalsa anche internazionali.

Infine, all’articolo 14 che ripristina la facoltà di combustione a bordo campo del materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature, o ripuliture in loco, saremmo di fronte alla reintroduzione di una pratica potenzialmente dannosa per l’ambiente, che farebbe venire meno la possibilità di valorizzare a livello energetico questi scarti agricoli; per questo, si propone che il Governo ridisegni la materia, finalizzando un intervento al recupero energetico.

Intanto, mentre un centinaio di investitori stranieri in impianti fotovoltaici in Italia sta avviando la prima fase della procedura arbitrale prevista dal Trattato Internazionale della Carta dell’Energia, il Movimento 5 Stelle incontrerà il 14 Luglio gli stakeholders del settore per individuare “le proposte strutturali per ridurre i costi della bolletta energetica delle imprese e dei consumatori al fine di rilanciare la crescita”. Sono previsti, tra gli altri, gli interventi di Agostino Re Rebaudengo di assoRinnovabili, GB Zorzoli del Coordinamento FREE, Andrea Barbabella della Fondazione Sviluppo Sostenibile, e Giuseppe Onufrio, Direttore di Greenpeace.

La difesa delle rinnovabili, e del fotovoltaico in particolare, sta passando anche per il web e i social network. L’hashtag #governofossile è stato uno dei tweet trend politici di ieri.

Seguici su:

facebook ecquologia official page
ecquologia news official twitter

Articoli correlati