Sono contro ciò che dici ma hai la libertà di dirlo

Pubblichiamo di seguito un post di Guglielmo Pepe, tratto dai blog de La Repubblica, con una ampia riflessione dopo le ultime polemiche nate intorno all’articolato tema delle vaccinazioni.

Viviamo tempi particolari nel mondo medico-scientifico. In passato nella sanità e nella ricerca era possibile il confronto, il dibattito, anche aspro, su temi e argomenti di interesse generale. Adesso invece in alcuni casi la discussione viene affogata sul nascere da chi è convinto di essere portatore unico di verità, arrivando a negare, a chi pensa diversamente, la possibilità di esprimere il suo pensiero. Ma uno stato liberale, democratico garantisce il diritto di opinione anche a chi disinforma? Evidentemente no, visto quello che è accaduto ieri con l’annullamento della proiezione del film Vaxx in Senato, dopo le proteste di chi ritiene che le tesi antiscientifiche non possono e non devono avere cittadinanza. Soprattutto all’interno di una istituzione, anche se il Senato non aveva dato il patrocinio per l’iniziativa. (Tralascio la facile osservazione che nei palazzi della politica – e quindi Senato e Camera – si sentono dire ogni giorno castronerie, sciocchezze, falsità. Evidentemente ai parlamentari è consentita la disinformazione agli altri cittadini no).

Viene da pensare che attualmente Voltaire, studioso scettico, laico, illuminista, anticlericale abbia perso la sua “influenza”. Però dev’essere abbastanza sconosciuto tra i seguaci del Cicap e tra i burocrati dell’Istituto superiore di Sanità che hanno invocato la censura a tutto spiano negli ultimi giorni (prima contro un convegno dedicato alle Medicine complementari – ma “l’assalto” non è riuscito visto che l’incontro si è svolto regolarmente ieri e ne scriverò – e poi contro il film, bloccandolo indirettamente).

A quanto pare l’intellettuale francese (che Sergio Romano considerava un giornalista), non avrebbe mai pronunciato la famosa frase “non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”. Tuttavia quell’affermazione non dovrebbe aver perso valore e significato. Ad esempio, io non sono d’accordo con le tesi sostenute nel film Vaxx – il rapporto causa effetto tra vaccino e autismo, bocciato da tutte le ricerche – e sono favorevole ai vaccini, però penso che sia da reazionari togliere il diritto di opinione anche se disinformata.

Nell’unanimismo censorio che si ė registrato, ho notato con una certa sorpresa che perfino l’Associazione Luca Coscioni ha applaudito al blocco della proiezione del film, abiurando così quello per cui si batteva lo stesso Luca, la libertà di ricerca e la libertà di espressione. E sono convinto che se Marco Pannella fosse ancora vivo metterebbe dietro la lavagna questi affossatori del pensiero radicale. Però è appunto sorprendente constatare che nessuna voce si è levata per difendere i sostenitori di tesi molto criticabili e, secondo alcuni, perfino pericolose. (E la Lorenzin? Ha sostenuto che la disinformazione va combattuta. Bene, benissimo ma che lo dica proprio la ministra dopo aver avallato una vergognosa campagna disinformativa per il fertility day fa quanto meno sorridere).

L’impressione è che ci sia qualcosa che va oltre l’episodio: e cioè che dopo la vicenda Stamina, una parte del mondo scientifico/medico/sanitario si sia compattato per fare blocco contro ogni “devianza”. Per questo si sta creando un clima di intolleranza preoccupante a 360 gradi. Tanto per fare un esempio, i medici che sollevano dubbi sulle politiche vaccinali vengono presi di mira  dalla FNOMCeO – la Federazione degli ordini dei medici e degli odontoiatri – che arriva a prospettare perfino la radiazione nei confronti di chi contesta gli ordini sanitari. E così medici, ricercatori, studiosi diventano improvvisamente anti-vaccinisti quando nella loro attività e in quello che scrivono non lo sono per nulla. La calunnia e l’intimidazione nei loro confronti (i sindacati dei camici bianchi non hanno nulla da dire?), diventano pratica quotidiana, con il sostegno di buona parte dei media e di quella rete di troll che imperversano nel web, sia tra i complottisti sia tra i sostenitori della scienza.

Anche attribuire ad altri frasi false, opinioni distorte, comportamenti mai avvenuti, è disinformazione. Qualcuno alzerà il dito per denunciare quanto sta avvenendo? Ci sono voci fuori dal coro?

guglielmpepe@gmail.com

@pepe_guglielmo (Twitter)

Fonte: I Blog de La Repubblica

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