Scandali spezzini 2 e Autorità Portuale: la vicenda giudiziaria e gli arresti

Una lunga battaglia quella che da tempo l’Associazione Giga sta portando avanti nell’ambito delle nuove tecnologie di dragaggio sostenibili, cioè capaci di dare risposte pienamente esaustive in termini ambientali oltre al vantaggio economico, visti i gravi danni provocati dalle inquinanti tecniche di dragaggio tradizionali in molti siti del nostro paese.

Una situazione che si arricchisce ogni giorno di nuove pagine oscure per il nostro paese, con la magistratura al lavoro in molti siti portuali. Uno dei siti simbolo in questo ambito è indubbiamente quello di La Spezia, dove in questi anni molti sono stati i danni agli ecosistemi marini oltre alle economie che intorno ad essi gravitano, dalla mitilicoltura alla attività portuale e diportistica. E’ stata proprio la città ligure ad ospitare a febbraio scorso un partecipato convegno che ha avuto l’obiettivo di presentare le caratteristiche di nuove tecnologie di dragaggio senza interazione con i vulnerabili ecosistemi marini che proprio nel porto di La Spezia senza l’uso delle benne bivalve, sono state capaci di dimostrare l’effettivo rispetto ambientale unito al riuso delle risorse altrimenti destinate a discarica.  

Proprio attraverso il vantaggio economico e le esaustive garanzie sulle criticità ambientali contrariamente a come si è operato negli anni precedenti  all’interno dell’area portuale, queste nuove tecnologie possono finalmente far uscire dall’empasse un settore importante dell’economia spezzina e che le vecchie metodologie avevano contribuito a mettere in ginocchio (vedi post “Dragare senza inquinare: si può!“).

In quel convegno emerse con chiarezza come le nuove tecnologie vennero clamorose escluse dalla possibilità di partecipare ai bandi di gara, che furono aperti solo alla esclusiva partecipazione delle vecchie tecnologie oggi messe sotto accusa dalla sentenza della Cassazione. Da allora è cambiato il decreto dragaggi a livello nazionale, che non consentirà più l’esclusione automatica del nuovo e non inquinante a favore del vecchio inquinante e che punta al recupero dei materiali dragati come materia prima seconda. Se il clima legislativo è cambiato, ci auguriamo ora che, grazie anche ad inchieste della magistratura come questa di La Spezia, cambi anche il clima concreto nell’applicazione delle nuovi disposizioni normative

Rassegna Stampa

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