Renewable Energy Report del Politecnico di Milano

Le FER hanno ridotto il prezzo dell’energia elettrica di 3,8-6,2 miliardi di Euro tra il 2011 ed il 2014


L’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ha pubblicato un interessante report sulle fonti rinnovabili che individua il ruolo attuale delle rinnovabili in Italia e nel mondo ed indica quali sono le prospettive future per le FER.

Interessante a questo proposito il punto di vista di Assoelettrica, che dal proprio sito web riassume il report con un ben definito articolo di cui qui riproponiamo ampi stralci.

Nel mondo nel 2014 le fonti rinnovabili hanno prodotto il 23% dell’energia elettrica, il 17% della produzione elettrica è ancora dovuta all’idroelettrico, mentre le nuove rinnovabili pesano per il 6% circa. Tra le ‘nuove rinnovabili’ su base globale è preponderante il peso dell’eolico onshore (3% della produzione elettrica mondiale), seguono biomasse (1,8%) e solare 0,8%. Nel 2014 gli investimenti cumulativi in rinnovabili hanno raggiunto i 1.474 miliardi di euro complessivi, di cui 235 miliardi nel solo 2014.

Il rapporto si occupa delle rinnovabili in Italia e fa interessanti valutazioni sull’impatto che le rinnovabili elettriche hanno avuto tra il 2011 ed il 2014 sia sul PUN – Prezzo Unico Nazionale (sul prezzo di borsa dell’energia elettrica) che sul costo complessivo della bolletta elettrica del Paese. Per valutare l’impatto delle FER sul PUN, l’Energy & Strategy Group ha elaborato due scenari:

Scenario limite: in cui l’intero calo del PUN (-27,8%) dal 2011 al 2014 sia imputabile alle sole rinnovabili, un beneficio con un controvalore di circa 6,2 miliardi di euro.

Scenario conservativo:  In questo caso il calo percentuale del PUN attribuibile alle rinnovabili è nell’intorno del -16,9%. Il calo del PUN derivante dalla crescita di produzione da rinnovabili è quello «residuale», dopo aver scontato il 6% circa (18% applicato al 34% di produzione) di impatto del calo del prezzo del gas, l’1,7% circa del carbone, lo 0,2% del petrolio ed un altro 3% circa come effetto «aggiuntivo» del calo della domanda elettrica e del PIL. Per un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro.

La bolletta elettrica italiana (il costo complessivo dell’energia elettrica per tutte le utenze) nonostante un calo del PUN tra 3,8 e 6,2 miliardi di euro tra il 2011 ed il 2014 è aumentata di 3,449 miliardi di €, infatti, il costo del servizio di dispacciamento è aumentato di 1,86 miliardi di € (+120%) e il costo dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura è aumentato di 663 milioni di Euro. Gli oneri generali di sistema sono cresciuti di 7,176 miliardi di Euro (nel 2014 componente A3 è arrivata a costare 13,2 miliardi di €, di cui 11,88 mld € per fonti rinnovabili ‘pure’ e 1,32 mld € per fonti assimilate).

Quindi tra 2011 e 2014 le rinnovabili hanno comportato complessivamente, secondo il report ES, costi aggiuntivi tra 7 ed 8,6 miliardi. L’effetto di lungo termine invece secondo l’Energy & Strategy Group sarà opposto: nell’ipotesi che i maggiori costi di rete si mantengano anche nel futuro, così come gli effetti di risparmio sul PUN ma tenendo conto che gli incentivi (componente A3) si esauriranno nel 2035 l’effetto sarà di una riduzione della bolletta elettrica complessiva compresa tra 3,2 e 4,8 miliardi di euro l’anno a seconda dello scenario considerato. [Siccome il costo degli incentivi alle fonti rinnovabili nel 2031 dovrebbe ridursi a circa 5 mld €/anno è pensabile che l’inversione di segno del saldo possa avvenire intorno al 2030]

Per il think thank del Politecnico di Milano i numeri discussi devono far riflettere sulla necessità di considerare, come peraltro avviene a livello globale, le rinnovabili come una parte integrante ed ormai irrinunciabile del mix energetico italiano.

VIA | Distrettoenergierinnovabili

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