Per la legna da ardere è l’Italia il primo importatore

Crollano i consumi di gas in Italia a causa della crisi ma gli italiani non smettono di riscaldarsi (e come potrebbero?) grazie alla legna da ardere. Un ritorno al passato dunque che però muove le importazioni tanto da farle crescere del 26%, facendoci diventare in Europa il primo paese importatore di legna da ardere.


La legna è usata ovviamente per tenere accesi camini e stufe e se ne calcola che ne siano in funzione per quest’inverno oltre 6 milioni. Emissioni di C02 in atmosfera? Per ora il dato manca.

Ma in Italia come mai si è arrivati a un così grande import di legna da ardere? Sul nostro territorio sono presenti 10 milioni e 400 mila ettari di foreste che risultano essere in crescita negli ultimi 20 anni del 20%. Abbiamo circa 12 miliardi di alberi ovvero 200 alberi per ogni italiano e potrebbero essere il vero serbatoio, razionalizzato, del fabbisogno energetico. Ma la nostra gestione dei boschi è davvero in stato di abbandono.

Potrebbe però dare una inversione di rotta all’attuale situazione il Piano d’Azione nazionale che promuove le biomasse tanto che dovranno coprire per il 44 % dei consumi inclusi i prodotti legnosi. Potrebbe essere questa l’occasione per far nascere quella filiera ecologica che facendo ricorso all’uso razionale e mirato delle risorse del bosco, possa anche far decollare la produzione e vendita di caldaie e stufe efficienti.

Di certo sappiamo che l’interesse crescente verso la legna da ardere è aumentato con il consolidarsi della crisi economica. Dunque ecco che nelle case è stato facile progettare e costruire camini, riaprire quelli che erano diventati angoli di abbellimento e andare a recuperare le vecchie stufe economiche. E’ cresciuta però anche la richiesta di tecnologia e dunque ecco che l’industria italiana ha coperto il 90% della domanda interna di: stufe a legna e caldaie a pellets mentre il restante della produzione è andato in esportazioni.

FONTE | Coldiretti , Teatro Naturale

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