Nuovi Rapporti ISTAT sostenibilità al 2030: troppo spreco di acqua in Italia

Puntuale come ogni anno ISTAT ha pubblicato da alcune settimane il nuovo Rapporto SDGs (scaricabile in calce all’articolo), che fa il punto sui 17 obiettivi e sui 169 sotto obiettivi definiti nell’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, orientati all’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa. Un focus particolare quello sullo spreco e la dispersione della risorsa idrica, con la specifica emissione di focus nel Report Acqua 2019 (anch’esso scaricabile in calce all’articolo), in un periodo sempre più caratterizzato da una carenza della risorsa anche nel nostro paese (foto infografica di testa – Fonte Report Acqua ISTAT 2019).

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Come si legge nella sezione del nuovo Rapporto ISTAT SDGs 2019 dedicata all’obiettivo 6 (pagg da 111 a 120) dedicato ad “acqua pulita e servizi igienico sanitari”,  l’Italia nel 2015 figura al primo posto nei prelievi di acqua per uso potabile tra i 28 Paesi della UE’Unione europea, con un consumo di 156 metri cubi per abitante, con un prelievo complessivo di acqua per uso potabile di 9,5 miliardi di metri cubi, provenienti principalmente dalle preziose acque sotterranee (84,3%) dei quali solo 8,3 sono stati immessi nelle reti. Ma il dato che evidenzia ancora di più lo stato di grande spreco e dispersione di risorsa idrica è costituito dal fatto che sono appena sono appena 4,9 miliardi di metri cubi, quelli effettivamente rogati agli utenti finali, con una percentuale di spreco che sfiora il 50% (47,9%) a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione. Un peggioramento, quello nell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile, rilevato in tutte le regioni, ad eccezione di Piemonte e Valle d’Aosta.

Molti i fattori che determinano un quadro di così forte criticità come le perdite fisiologiche dovute alla configurazione ed estensione della rete idrica e del numero di allacci, le dispersioni dovuto alla rottura delle condotte, l’obsolescenza delle reti, i consumi non autorizzati, i prelievi abusivi e gli errori di misura dei contatori. Nel 2018 appena concluso sono il 95% le famiglie italiane allacciate alla rete idrica comunale, con il restante 5% che si appoggia a fonti di approvvigionamento alternative come pozzi, sorgenti o fonti private.

 Entrando nello specifico dell’analisi regionale circa le carenze nella regolarità della erogazione dell’acqua, nel 2018 si registra in Italia una media che si attesta intorno al 10%, con eccellenze in Friuli Venezia Giulia e nella Provincia autonoma di Bolzano con appena l’1% di lamentele, seguite da Trento che si attesta al 2%. Scendendola classifica ma rimanendo sotto la media nazionale delle criticità di erogazione idrica abbiamo poi Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Liguria, Val d’Aosta, Piemonte e Marche al 3%, Umbria al 6% e Toscana all’8%. Sconfinando poi nelle alte criticità superiori alla media nazionale abbiamo regioni come la Calabria dove si raggiunge addirittura il 40%, la Sicilia con il 29% e Molise con il 18%.

Link per scaricare il rapporto ISTAT SDGs 2019 

Link per scarica il Report Acqua ISTAT 2019

Infografica Obiettivi Sviluppo Sostenibile 2019 ISTAT SDGs 

Sauro Secci

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