Mini eolico italiano; un ottimo 2013 con 5 MW in più nel secondo semestre

Silenziosamente ma in modo costante il comparto minieolico italiano è creciuto in un anno dell 55%


Una risorsa energetica l’eolico che ha fatto davvero, nella forma di grande taglia, da apripista anche al fotovoltaico, nell’avanzata delle rinnovabili nel nostro paese. L’ambito minieolico, ha invece stentato per molti anni in Italia, area geografica dalla orografia molto difficile e caratterizzata da una notevole turbolenza dei regimi anemologici, nella quale per anni vi è stata una scarsa presenza di macchine progettate appositamente per i nostri siti.

Da qualche anno invece, proprio mentre in grande eolico, alla ricerca di nuovi equilibri dopo l’era dei certificati bianchi ha segnato relativamente il passo, sembra essere proprio il minieolico invece a svegliarci decisamente dal torpore che lo ha caratterizzato fino al 2011.

Una maggiore disponibilità di macchine progettate e costruite nel nostro paese, con grandi diametri di rotore e quindi con una maggiore area spazzata, e velocità nominali del vento incidente finalmente intorno o addirittura sotto la soglia dei 10 m/s, stanno permettendo di sviluppare interessanti piani economici anche in siti come quelli del Centro Italia ed in certi casi del Nord, dove fino ad oggi era difficile disporre di soluzioni economicamente soddisfacenti.

A seguire due macchine di ingegnerizzazione e costruzione italiana, entro i 60 KW, istallabili in regime di DIA, con la Libellula 55 bipala (55 kW) che è stata la prima macchina di questa taglia ad ottenere la certificazione EN61400-1 e la Ely50 tripala (50 kW) che la sta ottenendo.

turbinaLibellula55kW
ely50

Proprio relativamente all’anno 2012 avevo dato conto di questa tendenza, con il rapporto sul minieolico, redatto dalla Associazione ASSIEME, coordinata da Alberto Giubilo, ed aderente al Coordinamento nazionale FREE (link sito), con il settore che aveva raggiungo i 18,2 MW installati (vedi post “Minieolico 2012: grande vivacità di installazione con la Basilicata sugli scudi“).

Si trattava di una tendenza fortemente consolidata nel 2013, dove il minieolico, seppure con numeri ancora piccoli a livello assoluto, fa registrare un incremento di quasi il 55% rispetto al 2012, attestandosi a quasi 28 MW di potenza totale installata.

E’ ancora una volta Assieme (Associazione italiana energia mini eolica) a diffondere i dati in uno specifico rapporto, basato sulle rilevazioni contenute nel bollettino del Gse relative al secondo semestre 2013. Proprio nel secondo semestre 2013 si sono aggiunti 92 impianti, con una prevalenza di turbine nella fascia sicuramente più interessante, a livello economico, da 10 a 60 kW, che può avvalersi di notevoli facilitazioni burocratiche. Il rapporto è comprensivo di tutti i generatori certificati Iafr (impianti alimentati a fonti rinnovabili), abilitati così ad accedere agli incentivi dei certificati verdi o della tariffa onnicomprensiva.

Sono invece escluse dalla statistica tutte le installazioni a isola non connesse alla rete elettrica nazionale, stimabili in almeno altri 600 kW. Nello studio di ASSIEME, scaricabile in calce al post, si evidenzia ancora l’enorme potenziale non sfruttato, con le macchine della fascia di potenza tra 100 e 250 kW, che hanno fatto registrare un modestissimo aumento di potenza con appena otto nuove connessioni per un totale di 1,3 MW complessivi.

Si tratta di classi di potenza, quelle superiori a 60 Kw, per le quali è necessario iscriversi al registro degli impianti, che metteva a disposizione per il 2013, 58 MW, rimasti così pressoché inutilizzati. L’Italia può quindi contare, alla fine del 2013, 515 impianti mini-eolici, dei quali ben 272 nella fascia da 20 a 60 kW, che con quasi 14 MW totali di potenza installata, rappresentano la metà dell’intera capacità disponibile. La seconda classe più rilevante per potenza è costituita dalle turbine della fascia da 100 a 200 kW, che vale poco meno di 9 MW.

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Fonte Ass. ASSIEME – REPORT MINI EOLICO ITALIA 12/2013

Analizzando i dati a livello regionale, ancora la Puglia la regione a maggiore vocazione mini-eolica d’Italia, con 10 MW di capacità, seguita dalla Basilicata, regione in grande evidenza già dal 2012, con 6 MW. A seguire abbiamo poi la Campania che sfiora 4 MW installati.

Appena fuori dal podio, ma comunque deludente, visto il grande potenziale eolico di cui dispone, la Sardegna con 1,8 MW, incalzata dalla Calabria, mentre Toscana, Sicilia ed Emilia Romagna sono più staccate, senza nessuna regione settentrionale nei piani alti della classifica per ovvi motivi di carenza di risorsa da valorizzare e l’unica assenza piena del Friuli Venezia Giulia, famoso per la bora che spira forte per appena poche settimane all’anno, dimostrando come sia fondamentale, oltre che l’intensità, anche un minimo di regolarità della velocità del vento nel corso dell’anno solare.

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Fonte Ass. ASSIEME – REPORT MINI EOLICO ITALIA 12/2013

Adesso ASSIEME guarda con rinnovata fiducia al 2014, con lo strumento del registro, finora sottoutilizzato, possa finalmente diventare un volano per un parco di mini turbine sempre più ricco ed interessante anche per i nostri siti, a condizione però che il Gse decida di allocare nuovamente, rimettendole pienamente in gioco, le risorse economiche e di potenza non utilizzate nel corso del 2013.

Sauro Secci

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