La Strategia Energetica Nazionale si dimentica della geotermia

Nessun accenno alla risorsa che deriva dal calore della terra è rintracciabile nella Strategia Energetica Nazionale (SEN) pubblicata sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, su cui entro il 30 novembre, è possibile presentare osservazioni.


Nessuna traccia della geotermia (nemmeno utilizzando il tasto “ricerca”) è possibile rilevare nel testo varato dal Ministero dello Sviluppo, che a distanza di quasi venticinque anni dall’ultimo documento di settore (era il 1988), dovrebbe tracciare le linee di strategia energetica del futuro per il nostro paese.

Eppure nella Strategia energetica nazionale si scrive che “le energie rinnovabili sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi della Strategia Energetica”, che individua come scelte essenziali in questo ambito “Il superamento degli obiettivi di produzione europei 20-20-20, con un più equilibrato bilanciamento tra le diverse fonti rinnovabili (in particolare, con maggiore attenzione rivolta alle rinnovabili termiche)”.

“In termini di obiettivi quantitativi -la SEN- si propone di raggiungere il 20% dei consumi finali lordi (rispetto all’obiettivo europeo del 17%), pari a 24 MTEP di energia finale l’anno. Questo consentirà una riduzione di emissioni fino a 50 milioni di tonnellate di CO2”. Per quanto riguarda il settore termico, l’obiettivo espresso nella SEN è quello “di sviluppare la produzione di rinnovabili fino al 20% dei consumi finali al 2020 (dal 17% dell’obiettivo 20-20-20), pari a circa 11 MTEP/anno”.

La geotermia è definita una fonte energetica rinnovabile e sebbene sino ad ora il suo sviluppo nel nostro paese sia stato quasi esclusivamente quello nella produzione di energia elettrica, per sua natura – essendo calore proveniente dalla terra- è una fonte di energia termica di grande valore, sia per le medie sia per le basse temperature. Ma della geotermia nella SEN non c’è traccia.

Lo scarso interesse per la geotermia nella Strategia Energetica Nazionale lo rileva anche il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG) che, riferendosi in particolare alle basse temperature, in una nota afferma che “contro ogni attesa, lo schema di decreto ministeriale -appena varato dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, di concerto col ministro dell’Ambiente Corrado Clini e col ministro delle Politiche Agricole Mario Catania- non rende nessun merito alla produzione di energia termica da fonte rinnovabile geotermica che, è bene ricordare, l’EPA (Agenzia per l’Ambiente USA) considera esplicitamente la migliore tecnologia per la climatizzazione estiva e invernale degli edifici, sia dal punto di vista dell’efficienza energetica sia per quanto riguarda la compatibilità ambientale”.

Il CNG sollecita quindi le Regioni “perché in seno alla Conferenza Unificata riconoscano concretamente il contributo che la geotermia a bassa entalpia può dare in termini di risparmio e di efficienza energetica, nel rispetto dei più alti criteri di sostenibilità ambientale”. “Si segua l’esempio virtuoso di molti Stati europei (come Gran Bretagna e Germania) – scrive ancora il CNG – che hanno saputo adottare politiche realmente incentivanti ponendo le premesse per il concreto sviluppo della geotermia.

Gli incentivi destinati ai piccoli impianti geotermici sono limitati a due anni (estesi a cinque per impianti maggiori, ma con incentivo annuo ridotto) e percentualmente molto inferiori al 40% dichiarato dai ministri. Le prime stime indicano un contributo tra il 5% e il 10%, inferiore a quelli già modesti destinati alle altre tecnologie rinnovabili termiche, che pure risultano più dispendiose dal punto di vista energetico e a minore sostenibilità ambientale. Inoltre, gli incentivi saranno limitati agli interventi di sostituzione di impianti esistenti e non riguarderanno i nuovi edifici. Se approvato, questo decreto si rivelerà del tutto inefficace e inutilizzabile per gli impianti a pompa di calore geotermica.”

“Il Consiglio Nazionale Geologi – conclude la nota- aveva apprezzato molto la scelta del Governo di procedere a dotare il Paese di un atto di indirizzo strategico in tema di energia, che per la geotermia faceva ben sperare, essendo essa riconosciuta come fonte rinnovabile virtuosa per le ricadute ambientali e occupazionali nel nostro Paese. Sembrava riconosciuta anche la peculiarità degli impianti a pompa di calore geotermica, derivante dal fatto che il 90% del mercato italiano delle pompe di calore acqua-acqua è coperto dalla produzione nazionale, e che circa il 50% della produzione nazionale di questa tecnologia viene esportato: evidente elemento di eccellenza e competitività dell’industria italiana in questo comparto. Il CNG guarda a questo mercato come un nuovo ed interessante sbocco professionale per geologi, tecnici e altri progettisti”.

FONTE | Geotermia News 

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