La ricerca del tessile italiano incontra le energie rinnovabili

Uno dei settori di punta nell’ambito delle eccellenze e del know-how italiano è indubbiamente quello del tessile abbigliamento, sia a livello di materie prime di base che dello sconfinato settore del fashion e della moda. 

E’ proprio dall’incontro tra il grande patrimonio di conoscenze legato al tessile e le eccellenze italiane del settore della ricerca che sta nascendo un nuovo ambito di tessuti, capaci di generare energia elettrica attraverso la loro interazione con i principali parametri atmosferici come radiazione solare, temperatura e pressione atmosferica, pioggia e vento. Appare finalmente più vicino il giorno in cui potremo uscire di casa indossando una giacca capace di ricaricare il nostro tablet o un paio di pantaloni nei quali poter custodire il nostro smartphone scarico, ritrovandolo carico in poche ore.

Si tratta di un progetto di ricerca coordinato dalla Dottoressa Luana Persano del CNR Nano di Lecce e che, nel 2013, portò alla produzione del primo tessuto ottenuto tramite nanofilatura con proprietà piezoelettriche, capace cioè di produrre energia attraverso la pressione, anche minima, esercitata su di esso. Come precisa la ricercatrice del CNR, il punto di forza dei vestiti ad alto contenuto tecnologico, compresi quelli che potranno essere dotati di componenti e materiali dedicati alla raccolta dell’energia, è il fatto che vengono indossati quotidianamente, facendo divenire il vestiario come una sorta di nostra seconda pelle, un rivestimento del nostro corpo che può essere reso funzionale per poter interagire con tutti gli altri dispositivi con cui entriamo in stretto contatto durante l’intero arco della giornata. Una linea di innovazione rivolta non solo alla alimentazione di dispositivi personali di largo uso come smartphone e tablet, ma anche, e questo è forse l’aspetto tecnologicamente più impegnativo, che può avere un grande impatto in prospettiva, come quello dell’alimentazione dei biomedicali, che a vario titolo trasportiamo con noi, inclusi quelli impiantabili. Una evoluzione ancor più impegnativa della ricerca, che deve superare severe prescrizioni in termini di sicurezza, comunicazione, anche wireless, tra le diverse classi di dispositivi, standardizzazione ecc..

Secondo la ricercatrice del CNR, per vedere i primi capi di vestiario di questo genere sul mercato, ci vorranno solo pochi anni, A livello internazionale si sta già lavorando su prototipi di tessuti in grado di produrre energia elettrica in diversi laboratori. Tra i meccanismi maggiormente studiati figura la realizzazione di fibre high-tech agganciate ad opportuni elettrodi, capaci di generare elettricità attraverso l’effetto fotovoltaico, con gli indumenti esposti all’irraggiamento solare, o piezoelettrico, valorizzando energeticamente i micro-movimenti. Fondamentale, per far sfociare verso il mercato questi nuovi prodotti che i laboratori di ricerca siano capaci di interfacciarsi con il settore delle industrie tessili e della moda, studiando congiuntamente le prestazioni a cui questi nuovi tessuti possono aspirare in termini di durata, resistenza, traspirazione, e maneggevolezza.

Un contesto evolutivo che potrebbe permettere al nostro paese il grande potenziale che possiede, vista la nostra secolare tradizione, convertendo alcuni segmenti produttivi ad applicazioni ad alta tecnologia, che potrebbero rivelarsi preziosi per l’economia italiana.

Nel laboratorio del CNR, grazie al progetto NANO-JETS finanziato dall’European Research Council (link sito), sono state realizzate fibre piezoelettriche molto promettenti, dalle prestazioni di generazione di energia elettrica, caratterizzate negli Stati Uniti. In un contesto più ampio, in Italia sono numerosi gruppi di ricerca per la realizzazione di fibre di avanguardia di ultima generazione attivi a Bologna, Milano, Biella, Napoli ed in altre università. Una opportunità da cogliere assolutamente vista la prossimità tra industria della moda e centri di ricerca, che potrebbe collocare l’Italia all’avanguardia nel settore, con le nuove tecnologie di sviluppo industriale 4.0 che potrebbero rappresentare un’occasione ulteriore in questa direzione. Molto interessanti ad esempio, le sinergie attivali tra nuove tecnologie di stampa 3D e nuove tecnologie tessili high-tech hanno, dando origine a nuovi prodotti.

A seguire un video molto interessante nel quale l’Ingegnere Luana Persano del CNR Nano di Lecce ci introduce a questo promettente settore della ricerca italiana.

Sauro Secci

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