La nuova geotermia per l’Italia

Una partecipazione oltre tutte le previsioni della vigilia ha caratterizzato il convegno nazionale  “La Geotermia del XXI secolo”, e ha fatto da straordinaria cornice ad un evento scientifico e politico di svolta. L’associazione G.I.G.A. nata per lo sviluppo della geotermia a ciclo chiuso o ciclo binario e ad emissioni zero ha riunito a Firenze il meglio della ricerca delle Scienze della Terra, della Geologia e delle imprese dei vari segmenti della filiera geotermica .




Il motto è coltivare non sfruttare i campi geotermici.Il Dott. Sauro Valentini (Presidente di GIGA)  ha mostrato nel suo intervento come l’uso dei cicli integrati, dei cicli binari, degli scambiatori e delle nuove tecnologie consente una durata davvero rinnovabile dei pozzi geotermici e un loro inserimento fin dentro le aree urbanizzate come ha evidenziato il Prof. Giuseppe De Natale.


La nuova geotermia a media entalpia illustrata nelle sue potenzialità di sviluppo italiane dal Prof. Giuliano Gabbani Doente di Scienze della Terra dell’Universita  di Firenze consente oggi di pensare ad impianti diffusi in gran parte dell’Italia e in particolare nella fascia che guarda al Tirreno e alle sue Isole con una potenzialità superiore ai 7 Gigawatt confermata anche nell’Intervento del Dott. Sergio Chiacchella Direttore del Cosvig.


Questo nuovo sviluppo può riportare l’Italia al suo ruolo di leadership nel mondo.La geotermia nata nel 1904 dal Conte Ginori Conti dopo un secolo di sfruttamento dei soffioni per la produzione  boracifera  come ha descritto la Dott.ssa Sara Nocentini presentando il suo volume di ricerca sull’uso integrale del vapore,  ha rafforzato la sua posizione fino alla seconda metà del secolo a suon di innovazioni e investimenti ,ha prima rallentato e poi è rimasta ferma negli ultimi dieci anni. L’intervento del Prof. Enrico Pandeli, Docente di Geologia e di Geotermia dell’Università di Firenze ha ripercorso l’ evoluzione della ricerca geotermica per produzione dell’ energia elettrica a scala globale. In particolare ha messo in evidenza che lo sviluppo della Geotermia nel mondo negli ultimi anni (con il raggiungimento dei 10.000 MW di potenza elettrica geotermica installata +35% da 2005 ad oggi) è stato basato in larga parte su centrali con cicli combinati e binari chiusi che consentono di “far pace con la risorsa e con la salute delle popolazioni interessate dalle centrali”.


Le criticità della attuale geotermia italiana e le potenzialità della nuova geotermia definita dalla legge  “a impatto zero” sono state al centro dell’intervento del Dott. Mauro Chessa  presidente della Fondazione dei Geologi della Toscana  che riprendendo anche il precedente intervento di Valentini ha mostrato le enormi quantità di acqua, di CO2 e di inquinanti che nessun intervento di mitigazione riesce a frenare in maniera esaustiva per la sicurezza della salute e per la rinnovabilità della risorsa. 

Sia il Consigliere Mauro Romanelli di SEL e il Vicepresidente di GIGA Fabio Roggiolani hanno ribadito l’urgenza di mettere alla prova l’intera filiera delle imprese per la riconversione della Geotermia Toscana da una geotermia a ciclo aperto e inquinante  ad una a ciclo interamente chiuso, su queste questioni le varie imprese presenti da Toscogeo aTurboden, da Magma a Sorgenia, da Graziellagreen ad Ansaldo, da Gotermica AB e alle altre dodici imprese presenti che non sono intervenute nel dibattito si sono dichiarate pronte a investire e a implementare una produzione Toscana ed Italiana della  geotermia  a impatto zero.

Le imprese hanno ribadito l’esigenza di un allentamento delle lungaggini burocratiche per lo sviluppo della media entalpia a ciclo chiuso, l’esigenza della difesa di incentivazioni dentro la media europea per sostenere il rischio minerario che in altri settori come quello petrolifero è sostenuto tutto dallo stato nel caso di pozzi che non incontrino giacimenti.
Le imprese non chiedono lo stesso trattamento ma  semplicemente che si mantengano tariffe incentivanti tali da sostenere l’alto rischio minerario.
Di fronte ad alcuni interventi critici provenienti da esponenti dell’area dell’Amiata le imprese hanno ribadito di puntare ad un coinvolgimento delle popolazioni sia per il monitoraggio delle varie fasi di ricerca che della eventuale costruzione delle centrali e di essere disponibili ad aprire ad un azionariato proveniente dalle aree interessate ai permessi di ricerca.

Le considerazioni proposte dall’Ing. Lucio Gallo di Ansaldo e da Joseph Bonafin di Turboden sulla fattibilità concreta di centrali di coltivazione geotermoelettrica sia a media che ad alta entalpia  hanno chiarito con maggiore nettezza che non si tratta più di sperimentare ma semplicemente di applicare e che la reiniezione totale è una realtà e la nascita delle prime centrali a media entalpia in Italia determineranno il cambio non solo in una platea di operatori ma nell’intera opinione pubblica interessata.

La politica non poteva nelle conclusioni della mattina dell’Ass. Annarita Bramerini e in quelle del pomeriggio del Sen Francesco Ferrante  del PD della commissione Ambiente del Senato non poteva essere più netta. L’assessora ha proposto un percorso di semplificazione per la prima fase della ricerca non invasiva e ha condiviso con chiarezza la svolta della media entalpia a impatto zero come la scelta della filiera nazionale ed europea, il Sen Ferrante ha garantito un continuo interessamento anche presso il governo delle ragioni da lui condivise di questa nuova primavera geotermica italiana con la rottura del monopolio e la nascita di una rete di imprese che possono ricostituire un patto di fiducia con le popolazioni anche perché una geotermia sostenibile ê fondamentale per vincere  la sfida climatica e per la nascita di una economia ecologica.

Sia l’Assessore che il Senatore hanno dato assicurazione sul portare nella conferenza stato regioni e nel parlamento le proposte che chiedono un sostegno equilibrato e ragionevole alla geotermia a media entalpia e comunque alle produzioni a ciclo chiuso almeno fino ai 10 MW di potenza per non disperdere con un decreto sbagliato i due anni che sono passati dalla nuova legge geotermica che hanno visto la nascita di così tante imprese e progetti di ricerca.

Di rilievo infine sulla bassa entalpia per i calore e eraffrescamento la proposta del Cons. Romanelli per una legge che obblighi chiunque costruisca e ristrutturi a dotare le costruzioni di sonde di scambio  geotermiche  dove possibile o in alternativa di una delle altre opportunità per il risparmio di energia oggi disponibili.

Fabio Roggiolani

Vice presidente Gruppo GIGA

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