La geotermia a impatto zero esiste: videodiario della visita agli impianti di Monaco di Baviera
Gli impianti a reimissione totale e a ciclo binario funzionano. Basta andare all’estero a pochi km dal confine italiano. Ne abbiamo visitato uno.
{tweetme} #Sauerlach #geotermia2.0 #ciclobinario”Wurstel geotermico in salsa italiana” {/tweetme}
Tracciate un cerchio di 5 km attorno a Monaco di Baviera e mettete al suo interno tre centrali geotermiche a ciclo binario e reiniezione totale e avrete la dimostrazione della la svolta su efficienza ed energia compiuta negli ultimi anni dalla geotermia. In Germania. Così, con una fonte che ha impatti quasi pari a zero 80/100 mila abitanti possono risolvere interamente il loro fabbisogno energetico sia termico che elettrico grazie all’energia prodotta da centrali di produzione grandi complessivamente come metà campo da calcio: Ed ecco il video che mostra le dimensioni.
La scarsa occupazione di spazio, e di consumo di suolo quindi, è ottenuto grazie al posizionamento sul tetto dei raffreddatori necessari al ciclo binario e ai pozzi di prelievo e reiniezione che hanno il loro avvio direttamente davanti all’impianto pur andando a prelevare e reiniettare a 4 km di profondità e 2 km di distanza dal sito.
Si tratta di una tecnologia che consente di utilizzare pozzi non necessariamente verticali per cui è possibile raggruppare nel sito di produzione tutti gli impianti tecnologici, riducendo ingombro e impatto dell’impianto stesso e magari riutilizzando superfici artigianali e industriali lontane dal punto di rinvenimento della risorsa. La struttura diagonale dei pozzi dimostra specie in quelli di reimmissione che la pressione utilizzata di partenza è di pochi bar (inferiori alla pressione dei pneumatici di un furgone) e che l’acqua rientra nel sottosuolo a pressione naturale per gravità.
Le immagini che accompagnano questo articolo dimostrano che le emissioni in atmosfera sono pari a zero ma come sappiamo non potendo che apprezzare le emissioni zero i critici a prescindere o gli “annientalisti” ovvero coloro che per non cambiare nulla stanno condannando l’ambiente all’annientamento, si sono concentrati sul rischio dei pozzi. Si paventano rischi per le falde acquifere idropotabili oppure circa la sismicità ed ecco un video che mostra e spiega come si realizzano e si impermeabilizzano i pozzi e le dimensioni reali degli stessi con Aurelio Cupelli Manager di Rete Geotermica che ha organizzato la visita a Sauerlach e Alessandro Murratzu leader di Idrogeo.
Per approfondire il tutto durante la visita ci è stato mostrato lo schema del percorso che hanno fatto i pozzi e in questi video si risponde alla questione delle falde acquifere e del perché non si contaminano non solo per il come sono stati impermeabilizzati i pozzi, ma anche per elementi di fisica e geologia semplici da cogliere.
L’efficacia della reiniezione totale è dimostrata dal fatto che dopo quattro anni di funzionamento non vi sono cali di temperatura nel campo di prelievo per cui si è raggiunta la rinnovabilità della risorsa a fronte di un utilizzo per 8.500 ore anno da quattro anni, si è registrato un calo di un grado su 140 ed oggi il calo si è ridotto della metà per cui la temperatura del punto di prelievo è di 139,5 gradi da 3 anni. Se non è una sfida alla seconda legge della termodinamica, diciamo che ci assomiglia molto. La reiniezione come già detto avviene a pressioni naturali, ovvero tutto l’opposto di quanto fa il fracking tecnica da sempre esclusa da Giga e da tutti gli operatori della rete a ciclo binario non solo perché pericolosa, ma anche inquinante e enormemente energivora al punto che se si utilizzasse questa tecnica, gran parte della energia prodotta dai cicli binari se ne andrebbe per il fracking.
Ora entrate con noi all’interno dell’impianto e della sua tecnologia, con le spiegazioni in vari video da parte di Joseph Bonafin responsabile geotermia Turboden e Marco Baresi responsabile delle relazioni esterne della stessa società. Si tratta di una società, italiana, leader nel mondo nei cicli binari ma che ancora lavora solo all’estero grazie all’ignavia dei nostri governi nazionali e regionali. Quello tedesco è un impianto che produce energia e calore senza un motore endotermico, ma appunto grazie ai cicli binari e quindi: non solo senza consumare energia fossile ma anche senza alcuna emissione negativa del “motore” della centrale.
Da alcune foto da cui si evince che abbiamo passeggiato dentro la centrale grazie all’assenza di emissioni inquinanti se non il rumore che non esce all’esterno dell’edificio come mostriamo in altri video e grazie alla assenza di pericoli di incendio o scoppio. La centrale non necessita di una presenza continua e questo la dice lunga sulla sua sicurezza interna e verso l’ambiente circostante. Ecco questo elemento della scarsa necessità di personale era ed è uno svantaggio per le comunità locali, per l’accettazione di questo tipo di centrali, ma oggi grazie alla energia termica prodotta intorno a esse possono svilupparsi numerose attività artigianali, agricole o industriali che beneficiano del basso o nullo costo dell’energia termica e in futuro anche dell’energia elettrica a filiera corta. Non appena anche da noi saranno autorizzati i sistemi di distribuzione chiusa promessi, per la ennesima volta, dal governo dopo la nostra petizione.
Dopo aver visto tutto ciò siamo ancora più convinti che la prospettiva che indicammo con la nascita di Giga di una riconversione e sviluppo innovativo della Geotermia si stia avverando, non nel nostro paese, per ora, ma a livello internazionale. Come si vede in una slide della presentazione l’80% delle centinaia di impianti geotermici costruiti negli ultimi anni sono impianti a media entalpia e a reimmissione totale. Ossia come questo. Si può fare. Per il bene del clima, la rinascita economica e occupazionale delle aree del pianeta che hanno la fortuna di avere un “cuore caldo” del sottosuolo raggiungibile dalla tecnologia.
Fabio Roggiolani