La cartografia ai tempi della modernità

open street maps

Quando la cartografia aiuta a dirigere lo sviluppo infrastrutturale ed energetico nei luoghi più remoti.


I bassifondi di Kibera a Nairobi, in Kenya, la fabbrica di Chittagong in Bangladesh, i villaggi sulle colline di Haiti, cercando questi luoghi su Google Maps si trovano poco più che macchie grigie perse in una fitta rete di strade. In tal senso, la cartografia di un territorio è una risorsa fondamentale soprattutto nel decidere che tipo di infrastruttura costruire o in caso di crisi umanitaria.

Attualmente, squadre di cartografi sono a lavoro per tracciare alcuni degli angoli più sconosciuti del mondo in via di sviluppo utilizzando OpenStreetMaps (OSM). Tale strumento oggi conta più di un milione di utenti registrati. Con l’invio di dati da parte di volontari di tutto il mondo, il team umanitario OSM (HOT) si propone di creare mappe di collaborazione a contenuto libero che possono essere utilizzate dalle agenzie che si occupano di aiuto e sviluppo della popolazione.

Ad esempio, se si desiderano installare nuovi servizi igienici nelle capanne si ha bisogno di dati sulla localizzazione di quelli esistenti, le condizioni in cui si trovano, di chi sono e così via. Le rappresentazioni cartografiche elaborate in maniera accurata consentono di costruire tali strutture in luoghi ottimali.

Il problema è che la maggior parte dei residenti di posti come Kibera non dispongono di un computer, per non parlare di utilizzare i servizi di Google. Il vantaggio di OpenStreetMaps è che, mentre Google controlla come le persone accedono ai dati, le informazioni sulla posizione in OpenStreetMaps sono aperte a chiunque.

I cartografi mirano a colmare le lacune più importanti.

Per esempio, un team di Kibera Map ha tracciato i confini elettorali interessati dalla zona alla corsa alle elezioni generali del Kenya. Sono state stampate,così, le mappe che rappresentavano il luogo dove la gente poteva andare a votare e sono state divulgate alla popolazione. Tale informazione non era mai stata resa accessibile prima.

I dati OSM possono aiutare a tenere sotto controllo il comportamento delle varie industrie. Nel mese di aprile, è crollata una fabbrica tessile a Dhaka, in Bangladesh, uccidendo oltre 1000 persone. Per cercare di evitare che ciò accada altrove, i volontari HOT hanno mappato per 200 Km il fitto groviglio di edifici nei quartieri industriali di Chittagong. Il team vuole etichettare gli edifici con i nomi delle imprese di abbigliamento presenti sul territorio, come H&M, Levi Strauss e Timberland ciò per incoraggiare le aziende a monitorare le condizioni più da vicino.

Dal terremoto di Haiti nel 2010, i volontari HOT hanno mappato i sentieri e le strade secondarie di città e villaggi, montando delle unità GPS sui manubri di alcune moto da cross. Il coordinatore locale Brian Wolford, ha anche scattato delle foto con una telecamera, e si propone di costruire uno Street View per le strade di Haiti.

Il progetto OSM è uno dei tanti che è rivolto alla mappatura di zone meno conosciute, tra questi c’è anche il progetto di mappatura globale delle Nazioni Unite e il Comitato direttivo internazionale.

“Come sappiamo dai paesi sviluppati, le mappe sono molto interessanti, pertinenti e popolari”, dice Georg Gartner, presidente dell’Associazione Internazionale cartografica. “Non vedo alcuna ragione per cui ciò dovrebbe essere diverso nei paesi in via di sviluppo e prevedo una grande richiesta di cartografie e le relative applicazioni.”

Queste mappe sarebbero molto utili anche a capire che tipo di sviluppo energetico portare avanti in una zona e come promuovere le rinnovabili sul territorio.

VIA | Green energy journal

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