Il vino è verde: dall’energia alla qualità

Lo spunto ce lo fornisce la recentissima notizia secondo la quale il Consorzio Franciacorta ha messo a punto un nuovo protocollo per la certificazione dei propri vini a basso impatto ambientale, o, per spiegarla ancora meglio, di un sistema di autocontrollo atto alla riduzione dei gas a effetto serra.


Già due anni fa dalla Sicilia, Assovino faceva sapere che il 67 per cento dei produttori che faceva riferimento a lei  (fra i quali nomi illustri: Tasca D’Almerita, Donnafugata, Tenute Rapitalà, Feudo Principi di Butera…) aveva adottato misure per il risparmio energetico, e oltre una su 5 delle cantine aveva già impianti per la produzione di energia alternativa pulita.

Più recentemente, in gennaio scorso, la guida Vini buoni d’Italia ha consegnato  il “Premio Eco Friendly 2012” in collaborazione con a una serie di aziende che si sono distinte per il loro impegno sostenibile: Tenuta San Pietro in Piemonte, Conte Collalto in Veneto, Giorgio Colutta in Friuli Venezia Giulia, Moroder Nelle Marche, Azienda Agricola Trebotti nel Lazio, Villa Matilde in Campania e tenute Sella e Mosca in Sardegna. E un premio particolare è stato assegnato al Consorzio Tutela Vini Soave per i progetti avviati e realizzati a favore della sostenibilità.

Al di là dei premi e dei premiati, tutto ciò indica un cambiamento sostanziale dell’intera filiera del vino (e in prospettiva del mondo agroalimentare) che richiede manager che s’intendano di sostenibilità e lavoratori, ad ogni livello, che abbiano specializzazioni green. Affiancando, inoltre, ai vecchi mestieri, nuove competenze e nuovi comparti, come quello delle energie rinnovabili o dell’efficienza energetica.

Fonte : Mygreenjobs.org

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