Il tombino resiliente salva-ciclisti

In tempi in cui recuperare risorse e risparmiare sulle spese correnti diventa un must obbligato diventa assolutamente prioritario individuare le aree dove poterlo fare. Sicuramente a ben guardare, e conoscendo il sistema Italia, ci si può immaginare mille possibilità per ottimizzare i costi quasi in ogni area, ma sicuramente ci sono anche nuove tecnologie, materiali e procedure, che potrebbero non solo contribuire a trovare nuove risorse, ma addirittura creare indotto e molteplici posti di lavoro.

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Una delle aree strategiche è l’attivazione del ciclo della green economy a 360 gradi. Per rivoluzionare il sistema oggi sono sufficienti alcune normative che permettano, per esempio, il libero scambio energetico ed una produzione di energia maggiormente svincolata dalle attuali norme restrittive.

Facciamo un esempio piuttosto semplice: un surplus energetico derivante da una forte produzione di energia elettrica potrebbe sviluppare molti settori economici, tra cui il settore dei depuratori d’acqua, lo stoccaggio di idrogeno per autotrazione e riscaldamento, stazioni di ricarica per veicoli elettrici, riscaldamento domestico e di edifici pubblici, piscine, palestre, serre per produzione di vegetali alimentari a km zero e molte altre attività. Il risultato diretto sarebbe quello di attivare molte occasioni di nuovi impieghi, e quello indiretto di migliorare la qualità dell’aria, dell’acqua e, di conseguenza, ridurre significativamente alcuni costi sociali legati strettamente alle cure sanitarie di malattie derivanti dall’inquinamento ambientale e da cibi poco genuini e indirettamente causa di inquinamento loro stessi per la necessità di movimentazione verso i punti vendita spesso lontanissimi dal luogo di produzione.

Questo da solo vale decine e decine di finanziarie e apre una finestra sul futuro, sulla crescita economica e sul benessere delle persone.

Ma anche nelle opere pubbliche ci vorrebbe un po’ di coraggio per cambiare molte cose, pensate solo quale vantaggio porterebbe sostituire le lampadine degli attuali lampioni con delle lampade a led, un contributo immenso all’ambiente e soprattutto alle casse dei comuni.

C’è anche un’altra cosa che si potrebbe fare e che ancora non è conosciuta praticamente da nessuno. Cambiare tutti i chiusini delle strade. Chiusini, cosa sono?

Avete presente i tombini, quelli che vedete dappertutto sulle strade, sui marciapiedi sulle piazze, praticamente dappertutto? Ebbene i coperchi per accedere ai tombini, o più tecnicamente pozzetti, si chiamano chiusini. Siete abituati a vederli di diverse forme e di diversi materiali, ma tutti hanno la stessa funzione, portare gli allacci di servizio di acqua, luce, gas, scarichi bianchi, fognature, telefoni, fibra per i dati, ecc.

Senza pozzetti e relativi chiusini, la nostra società attuale, come la vediamo adesso, non esisterebbe. Strano ma vero. I chiusini, per praticità vengono normalmente collocati sulle strade e dovrebbero essere sempre allo stesso livello dell’asfalto. Alla stessa categoria dei chiusini appartengono anche le griglie che sempre sulle strade sono indispensabili per evacuare l’acqua piovana e per evitare allagamenti che in gergo tecnico vengono chiamate caditoie. A proposito secondo voi quanti ce ne sono in Italia? Migliaia? Decine di migliaia? Centinaia di migliaia? Milioni? O decine di milioni?

Nessuno conosce il loro numero con precisione, ma di sicuro sono decine di milioni.

Ma quanti di questi chiusini e caditoie sono perfettamente livellati con l’asfalto? Iniziando da oggi, se ancora non ci avete fatto caso, buttate un occhio mentre vi spostate dentro o fuori città, rimarrete alquanto sorpresi di scoprire quanti di questi non siano esattamente livellati con la superficie di scorrimento. Ancora più sorpresi però rimarrete, se pensate al motivo per cui sia i chiusini che le caditoie non vengano velocemente rimessi a livello.

Il problema è che allinearli alla nuova quota necessaria ha dei costi non indifferenti.

Esiste però una famiglia di chiusini e caditoie, a cui un ottantenne inventore Italiano ha dato nome di Tomby Tall System®, che ci permette di avere sempre comunque, ed in pochi minuti, la possibilità di livellarli al manto stradale in maniera perfetta, ad un centesimo del costo degli altri. Ma la particolarità di questa nuova generazione di chiusini e caditoie, che tra l’altro costano meno degli attuali, è soprattutto quella che, una volta messi in opera o in sostituzione di quelli attuali in occasione di una qualsiasi fase di manutenzione stradale, faranno risparmiare alle casse pubbliche miliardi di euro per  tutti gli anni a venire.

Ma allora perché non iniziare ad installarli già da subito?

Patrizio Bolgan

A seguire un video di presentazione del nuovo sistema Tomby Tall

 L’intervista a Patrizio Bolgan (Tomby Tall) raccolta nel corso di Ecofuturo Festival 2018 

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