Il futuro della mobilità a gas sarà nel segno del biometano

Nel composito scenario di migrazione dell’intero settore della mobilità, all’insegna della progressiva liberazione dagli inquinanti, un ruolo di grande rilevanza è quello che si sta prefigurando per il biometano, sostenuto anche dalla entrata in vigore del DM del 2 marzo scorso.

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Ad evidenziare le grandi potenzialità del biometano nel futuro prossimo della mobilità una nuova analisi elaborata da NGV Italy, che raccoglie, integrandole, le principali stime effettuate su potenziali e benefici dello stesso, effettuate da RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), CIB (Consorzio Italiano Biogas) e SNAM nello studio”Biometano, pronti? Via!”.  Secondo la nuova elaborazione di NGV, in futuro, chi guiderà un’auto a biometano produrrà livelli quasi nulli di polveri, emettendo nel contempo almeno il 40% in meno di gas serra rispetto al gas naturale convenzionale, e il 60% in meno rispetto ai combustibili tradizionali come gasolio e benzina.

Nel nuovo studio RSE “Biometano, pronti? Via!“, accessibile dal link in calce al post, si stima che trasformando in biometano le attuali disponibilità potenziali di scarti agricoli, reflui zootecnici, frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) e fanghi di depurazione delle acque, si potrebbe conseguire una produzione a regime di circa 4 miliardi di Sm3/anno di biometano. Un ulteriore produzione di biometano di  2 miliardi di Sm3/anno potrebbero scaturire da un incremento della raccolta differenziata. Si tratta di una produzione potenziale che sarebbe in grado, non solo di coprire una quota compresa tra il 6 ed il 9% del gas naturale attualmente consumato in Italia, ma potrebbe ampiamente soddisfare anche la quota di consumo per l’autotrazione, collocata oggi a circa 1 miliardo di Sm3/anno.

Nell’ipotesi di un incremento dell’impiego di metano per autotrazione, 4 miliardi di Sm3/anno di biometano sarebbero in grado di soddisfare il 10% del fabbisogno italiano di carburanti, permettendo di evitare l’emissione di 8-12 Mt/anno di CO2, corrispondente dal 2,5 al 3,8% delle attuali emissioni totali nazionali di CO2.

Ancora più importanti le stime del CIB (Consorzio Italiano Biogas), secondo il quale le potenzialità del biometano in Italia potrebbero collocarsi addirittura a quasi 9 miliardi di Sm3/anno.

Passando alla visione di SNAM, questa è orientata nel lungo termine, con una proiezione che vede il biometano a coprire almeno un terzo dei consumi di combustibili per autotrazione, con la parte restante coperta da altre tecnologie alternative, come biocarburanti liquidi ed elettrico. Molto interessanti anche i dati forniti dal gestore di rete SNAM sulle richieste di connessione alla rete gas avanzate dai produttori, con 600 contratti preliminari ad oggi stipulati con i produttori di biometano, oltre 100 le richieste di allacciamento formalizzate, 20 gli allacciamenti in fase di realizzazione ed un impianto in esercizio.

Il documento RSE infine, relativamente al rapporto tra biometano e rinnovabili elettriche, sostiene che, nonostante la soluzione possa apparire in concorrenza con le rinnovabili elettriche, in quanto sfrutta (con vantaggio, come si è visto), visto che utilizza matrici di biomasse per la produzione di biocombustibile anziché di energia elettrica, si tratta invece di una valida opzione quella di abbinamento ad un digestore che produce biogas, sia di un motore a combustione interna, in grado di produrre calore ed energia elettrica, sia di un impianto di upgrading che purificando il biogas, produce biometano. Si tratta di una configurazione in grado di sfruttare costantemente la produzione del digestore, di per se basato su un processo di produzione operante su tempi lunghi e poco modulabile, potendo passare così passare in pochi minuti dalla massima produzione elettrica a zero e viceversa. Un ruolo molto importante quello così conseguibile per la grande importanza di disporre di un impianto in grado di fornire al sistema elettrico servizi di regolazione e bilanciamento rapidi e funzionali, in un contesto come il modello energetico distribuito delle energie rinnovabili, caratterizzato da molte produzioni intermittenti e poco programmabili come fotovoltaico ed eolico. Ancora più importante in questo contesto il fatto che un impianto di questo genere in grado di svolgere questi essenziali e sempre più importanti servizi di flessibilità di rete, con emissioni nette di CO2 tendenzialmente a zero.

Il percorso attuativo del nuovo DM 2 marzo 2018 prevede ora che entro il prossimo 18 giugno, siano pubblicate  da parte del GSE, le procedure per la richiesta e il rilascio degli incentivi per il biometano.

Scarica il Dossier di RSE “Biometano, pronti Via! 

Sauro Secci

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