I miracoli della natura: le larve degli insetti possono digerire la plastica

L’impatto ambientale delle plastiche, visto che si tratta di una famiglia di prodotti che, a partire dalla sua scoperta, ne ha visto un uso crescente proprio negli ultimi cinquant’anni, è ben noto, esaurito il loro impiego e divenendo rifiuto scomodo ed “ingombrante”, sia sul suolo che soprattutto sui mari, con particolare riferimento a grandi e fondamentali ecosistemi planetari come gli oceani (vedi post “Inquinamento oceanico: i primi ritorni da una specifica missione“).


Molte sono state le occasioni per parlare di recupero delle plastiche, come la seconda vita da raccolta differenziata (vedi post “Riciclaggio plastiche: la soluzione toscana plastica post consumo seconda vita da raccolte differenziate“) o gli sviluppi sulla chiave di lettura biologica delle plastiche, con le “bioplastiche” e le affascinanti intersezioni con il mondo organico (vedi post “I miracoli delle bioplastiche: ancora una volta i funghi ci mettono lo “zampino”“). Proprio proseguendo quest’ultimo percorso e facendo riferimento proprio alla mancata biodegradabilità delle plastiche, volevo dare conto di una recente scoperta, davvero ribaltate rispetto a quelle che fino a poco tempo fa sembravano certezze.
Infatti un tema di ricerca statunitense-cinese, composto da un gruppo di ingegneri della Stanford University congiuntamente ad un altro della Beihang University, ha scoperto che vermi come le tarme del cibo sono in grado di digerire vari tipi di plastica, producendo come sottoprodotti CO2 e come escrementi vero e proprio suolo ritenuto sicuro per l’utilizzo in agricoltura in un nuovo incredibile metabolismo.
Coordinatori dello studio, ingegnere ricercatore senior Wei-Min Wu del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale della Stanford University e Craig Criddle, professore di Ingegneria Civile e Ambientale presso lo stesso istituto.
La ricerca è stata portata avanti sulla falsariga di precedenti studi in cui si era osservato che le cosiddette “tarme indiane” erano in grado di decomporre materiali come il polietilene grazie ai microorganismi presenti al loro interno, responsabili della digestione degli alimenti. Su questa base è stato realizzato con esito positivo anche un esperimento con il polistirolo, con 100 vermi che in laboratorio hanno dimostrato di essere in grado di digerire dai 34 ai 39 milligrammi di polistirolo al giorno, equivalenti al peso di una piccola pillola.

Larve-digeriscono-il-polistirolo

A valle è stato anche valutato lo stato di salute dei vermi sottoposti a questa originale dieta, verificandone il buono stato di salute al pari di quelli abituati a seguire la loro dieta naturale. Una scoperta che potrebbe risultare di grande rilevanza per il mondo scientifico, ma soprattutto per l’ambiente, aprendo nuove prospettive nella estrazione di enzimi responsabili di questa degradazione, per utilizzarli nello smaltimento di vari tipi di materiale plastico che tutt’ora risultano inquinanti.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati recentemente sulla rivista scientificaEnvironmental Science and Technology (vedi link comunicato Stanford University in calce). Prossimi obiettivi del team di ricerca sono focalizzati a verificare l’esistenza di larve di insetti in grado di digerire anche materiali come il polipropilene, le microsfere di plastica impiegate nei cosmetici come esfolianti e le bioplastiche. Un passaggio ulteriore sarebbe poi quello di scoprire se ci sono degli equivalenti organismi marini che siano in grado di digerire l’enorme quantità di plastica presente nei mari, una delle problematiche maggiori per la grave compromissione degli ecosistemi marini per uccelli marini, pesci, tartarughe e altre forme di vita marina, oltre che ovviamente per la stessa salute umana, visti anche i lunghissimi tempi di permanenza.

infografica-plastica

Sauro Secci

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