Geotermia, bassa e media entalpia nuove frontiere industriali della green economy

Al convegno “La geotermia del XXI secolo” che si è svolto ieri a Firenze, organizzato dall’associazione Giga, Gruppo informale per la geotermia e l’ambiente, ha partecipato tra i numerosi relatori anche il direttore del Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, CoSviG, Sergio Chiacchella, con un intervento centrato su “Le opportunità occupazionali: i nuovi competitor e il territorio”


.CoSviG, il cui ruolo è quello di favorire la sostenibilità dello sviluppo nei territori di riferimento utilizzando in primis le risorse messe a disposizione da Enel come compensazione dei territori per l’attività geotermica ha, tra i suoi obiettivi, anche quello di valorizzare la geotermia a media e bassa entalpia, che rappresentano un elemento strategico sia in termini di produzione energetica e di calore, sia di acquisizione e trasferimento di know how tecnologico.

«La Geotermia è una risorsa rinnovabile importante per il bilancio energetico dell’Italia, strategica per la Toscana- ha detto Sergio Chiacchella e quindi – Non discutiamo il “se” utilizzare la geotermia; va invece dedicato il massimo impegno per definire il “come” rendere compatibile a livello locale l’attività di coltivazione della risorsa nelle diverse circostanze».

Gli ultimi dati Enel Green Power, che è ancora il “monopolista” della produzione geotermolettrica, indicano che a livello nazionale la quota di produzione è circa 5 TWh, pari al 6,82% delle energie rinnovabili su scala nazionale e a circa l’85% su scala regionale.
Questa quota prodotta esclusivamente in Toscana, nelle tre province di Pisa, Siena e Grosseto, rappresenta circa il 26% del fabbisogno di energia elettrica su base regionale e l’1,5% su base nazionale.

I benefici ambientali sono riconducibili ad un risparmio di circa 1,2 milioni di TEP all’anno e alla mancata emissione di circa 3,6 milioni di tonnellate di CO2.
Le prospettive per il futuro si basano sui nuovi permessi di ricerca richiesti da diverse società, grazie alla liberalizzazione resa possibile dalla legge di riassetto del settore geotermico (la 22/2010).

«Le stime che si basano sui dati pubblici relativi ai permessi di ricerca presentati dalle compagnie e dalla conoscenza delle aree geotermiche che deriva dalla banca dati MISE – ha spiegato Chiacchella- indicano che si possa prevedere una potenza installata di 600 MWe in un arco temporale breve».
Una previsione che tiene conto dei permessi di ricerca richiesti dalle principali compagnie energetiche in possesso delle adeguate capacità tecnico economiche e tecnologiche per affrontare le ricerche geotermiche.

«E’ una stima prudenziale – ha specificato il direttore di CoSviG – legata alle caratteristiche minerarie dei sistemi idrotermali ed alla sfida tecnologica dell’impiego per la produzione elettrica delle centrali a ciclo binario ad emissioni atmosferiche zero. Considerando i permessi di ricerca richiesti da società minori si possono aggiungere ulteriori 100-200 MW, così da raggiungere i 700-800 MW complessivi».
A fronte di queste previsioni e considerando una potenza installata sul territorio nazionale di 600 Mwe, gli investimenti globali attesi – ha spiegato il Direttore di CoSviG- sarebbero di circa 3miliardi di euro entro il 2020.

«Il quadro che ne emerge – ha sottolineato Chiacchella- è estremamente dinamico in tutto il paese e più in generale in Europa. C’è un ingresso di imprese e gruppi industriali di notevole peso finanziario e tecnologico che fa da stimolo alla competizione e che produrrà una curva di crescita della geotermia in linea con le altre energie rinnovabili e un forte sviluppo tecnologico in vari settori coinvolti nella ricerca e produzione di energia e la possibilità di sinergie tra geotermia ed altre fonti rinnovabili».

«Con la possibilità di valorizzare la media e bassa temperatura- ha concluso il direttore di CoSviG – la prospettiva è di utilizzare le risorse geotermiche in maniera più diffusa geograficamente nel paese che nel passato, con consistenti benefici ambientali, economici ed occupazionali per il paese e le popolazioni locali».

Fonte : Greenreport.it

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