Gas rinnovabile (biometano e idrogeno): grande potenziale per la transizione

Con le politiche europee e nazionali e i rispettivi quadri normativi che hanno ritagliato un ruolo di grande importanza al gas rinnovabile nel quadro generale di contenimento delle emissioni, il Consorzio Gas for Climate ha chiesto a Ecofys, oggi parte integrante di Navigant, quale possa essere contributo fattivo che questo settore è in grado di fornire alla strategia europea di decarbonizzazione. Abbiamo quindi un nuovo rapporto, scaricabile in calce al post, rilasciato in una prima versione a febbraio 2018 e ripubblicato in questi giorni con  un aggiornamento dei dati.

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Nell’analisi alla base del rapporto è stata fatta una classificazione sulle diverse tipologie di carburanti a basse emissioni che accompagneranno il vettore elettrico nella transizione come :

  • biometano prodotto dai rifiuti,
  • metano sintetico, ottenuto da CO2 e acqua grazie all’uso dell’elettricità,
  • idrogeno verde, prodotto dall’elettrolisi dell’acqua alimenta a rinnovabili,
  • idrogeno blu,creato da gas fossile ma attraverso un impianto dotato di cattura e stoccaggio della CO2.

Nel complesso il potenziale stimato è di circa 270 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile da immettere nelle infrastrutture esistenti entro metà secolo, per un risparmio di circa 217 miliardi di euro l’anno. Come ha spiegato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, azienda che fa parte del consorzio Gas for Climate, Questo studio mostra il prezioso contributo che biometano e idrogeno possono dare al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici in Europa e al tempo stesso sottolinea l’importanza delle infrastrutture esistenti nel favorire una totale decarbonizzazione a costi accessibili in un orizzonte che va ben oltre il 2050”.

Fonte: Rapporto NAVIGANT-GAS FOR CLIMATE The optimal role for gas in a net-zero emissions energy system March 2019

Entriamo adesso nel dettaglio dei singoli ambiti dei gas rinnovabili analizzati nel rapporto. 

Biometano e metano sintetico

Secondo il rapporto di Navigant biometano e metano sintetico saranno in grado di fornire anti possono fornire nel 2050 fino a 1.170 TWh, con costi in forte riduzione di circa 47-57 euro/MWh rispetto agli attuali 70-90 euro/MWh. Nello studio è stata effettuata anche una valutazione sulla fattibilità d’incrementare la produzione di gas rinnovabile attraverso un processo di metanazione della CO2 catturata durante l’upgrade del biogas, ma con costi che rimarrebbero, al momento, elevati.

Idrogeno verde

La produzione di idrogeno verde è strettamente legata allo sviluppo dell’energia solare ed eolica, con un potenziale tecnico che, secondo gli autori dello studio, è potenzialmente illimitata, con i costi che dovrebbero ridursi a circa 52 euro / MWh. Nello studio viene sottolineata inoltre la possibilità di miscelazione di idrogeno e metano anche in vista di un futuro utilizzo dei gasdotti esistenti anche se è poco probabile che sia questa la soluzione ottimale entro il 2050.

Idrogeno blu

Nello studio Navigant viene stimato un potenziale tecnico di circa 1.500 TWh con un costo al 2050 molto simile a quello dell’idrogeno verde.

Link per scaricare il Rapporto NAVIGANT-GAS FOR CLIMATE The optimal role for gas in a net-zero emissions energy system March 2019″ 

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