Ewicon, stravolge i fondamenti dell’energia eolica

Focus n°2 da parte di Ecquologia.com sull’ innovativo sistema Eolico Ewicon.


Spesso mi sono trovato a parlare di quella che tra le rinnovabili è l’energia che amo di più proprio perché collegata a quello straordinario parametro atmosferico che è il vento, che tanti artisti e poeti hanno cercato di definire anche per il suo intrigante carattere dalle mille sfumature. Proprio alcune settimane fa ho parlato del minieolico, quelle installazioni cioè, che prevedono una macchina con un rotore ad una altezza massima di 30 metri dal suolo (vedi post “Minieolico: la prima radiografia della situazione italiana”), rilevando come, si tratti di un settore ancora molto inespresso nel nostro paese, anche per la sua scarsissima propensione all’inserimento in contesti urbani più o meno estesi e per la presenza di parti esterne in movimento. In questi anni la creatività dei progettisti si è sbizzarrita alla ricerca di nuove tecnologie per mitigare proprio gli aspetti di inserimento anche urbano del minieolico, aprendo nuove possibilità installative.

Oggi non posso fare a meno di portare all’attenzione questa nuova linea di sviluppo, davvero affascinante, non fosse altro che per gli scenari di integrazione architettonica che determina. Si tratta di Electrostatic WInd-energy CONvertor (EWICON) ed è un nuovo prototipo di generatore eolico senza pale, e già qui scatta la prima grande trasgressione, ideato dall’Università olandese di Delft (link sito).

Un prototipo davvero interessante, dal momento che una delle maggiori criticità di alcuni aerogeneratori (soprattutto quelli ad asse orizzontale), è costituita proprio dal rumore indotto dalle alte velocità di rotazione delle pale, che possono raggiungere anche i 200 giri/min (nei grandi aerogeneratori si raggiungono velocità di rotazione di 4 o 5 volte inferiori), insieme ovviamente all’impatto paesaggistico. Si tratta di due problematiche a cui da una grande risposta, secondo i ricercatori dell’università di Delft, proprio il nuovo generatore messo a punto, che, grazie anche ad un nuovo design che non prevede l’utilizzo di pale, garantisce inserimenti impensabili per qualunque altra tecnologia di settore. Il prototipo di Ewicon, infatti, non sfrutterebbe direttamente l’energia cinetica del vento, ma la vedrebbe solo come precursore, dal momento che produrrebbe elettricità con il vento che soffia su particelle d’acqua cariche elettricamente e disposte sulla struttura. Come indica il nome, infatti, il sistema è un convertitore elettrostatico ad energia eolica che trasgredisce completamente nell’aspetto, la tradizionale turbina. Il sistema è stato progettato anche a livello di design da Mecanoo (link sito) e sviluppato dagli ingegneri della Università di Delft, e capace di creare energia potenziale sfruttando le particelle cariche – in questo caso, goccioline d’acqua.

Il generatore Ewicon è composto da una trama di acciaio contenente e da una serie di tubi isolati disposti orizzontalmente. Ogni tubo contiene diversi elettrodi e bocchette, che rilasciano in continuazione particelle d’acqua cariche positivamente nell’aria. Ogni volta che le particelle vengono spazzate via dal vento, il voltaggio del dispositivo cambia creando un campo elettrico (nella foto a sinistra una suggestiva immagine che immortala il fenomeno di generazione del campo elettrico), che può essere trasferito alla rete.

L’energia prodotta è legata quindi, non solo dalla velocità del vento, ma anche dal numero di gocce, dalla quantità di carica piazzata sulle stesse e dalla forza del campo elettrico (nella foto di destra un esmepio di applicazione della tecnologia Ewicon in modalità off-shore. In virtù di questo Ewicon è completamente silenzioso e essendo senza rotore e senza pale richiede una manutenzione minimale rispetto a una turbina convenzionale. Purtroppo, al momento, non sono stati rilasciati dati riguardo l’efficienza del dispositivo, ma sembrerebbe adatto per installazioni stand-alone ed ovviamente per l’utilizzo in ambito urbano.

Un modello in scala del EWICON è stato esposto per tutto il mese di marzo di fronte alla facoltà di Ingegneria Elettronica, Matematica e Informatica della Delft (vedi foto di testa), sicuramente in un ambito solo espositivo e non particolarmente vocato come sito definitivo di installazione visto il contesto a ridosso di induttori di turbolenze come alberi ed edifici, anche se evidentemente il nuovo principio si stacca un po’ dalle solite convenzioni riuscendo proprio a mostrare le turbolenze con sembianza meno distruttive.

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