Entro il 2050 dalle rinnovabili arriverà l’80% dell’energia mondiale?

L’80% del fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto dalle rinnovabili entro il 2050, secondo il rapporto speciale dell’Ipcc, il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu, recentemente presentato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti.

Il report, intitolato “Special report on renewable energy sources” include, infatti, tra i 164 scenari esaminati, la possibilità di arrivare ad un contributo del 77% sulla bolletta energetica globale da parte di biomasse, fonti solari, geotermiche, idrauliche, marine ed eoliche; per arrivare ad un risultato di questa portata basterebbe, secondo gli scienziati, sfruttare appena il 2,5% del potenziale energetico rinnovabile, anche solo con le tecnologie già disponibili. Per farcela, però, è indispensabile che i governi internazionali adottino politiche adeguate.


Proprio le scelte strategiche internazionali potrebbero rappresentare, infatti, l’ostacolo principale alla realizzazione dello “scenario rinnovabile” al 2050: l’Ipcc sottolinea la presenza di forti barriere di ordine politico che impediscono ancora di sfruttare al massimo il potenziale offerto dalle fonti energetiche alternative; tanto che lo scenario più pessimistico incluso del dossier parla di un peso delle rinnovabili nel 2050 di appena il 15% rispetto al fabbisogno energetico mondiale.

Eppure, l’energia a basso tenore di carbonio ha già consentito di raggiungere risultati importanti su scala globale: secondo il rapporto, tanto per fare un esempio, 140 dei 300 gigawatt di nuova capacità elettrica installata tra il 2008 e il 2009 provengono proprio da fonti rinnovabili, a fronte di costi tutto sommato contenuti. La spesa complessiva per lo sviluppo delle energie “verdi”, infatti, rappresenta meno dell’1% del Prodotto interno lordo (Pil) mondiale.

Se lo scenario più roseo evocato dal report dell’Ipcc si avverasse, si potrebbe evitare l’emissione in atmosfera di una quantità di Co2 compresa tra i 220 e i 560 miliardi di tonnellate entro il 2050, contribuendo in modo sensibile a limitare la concentrazione di gas serra entro le 450 parti per milione (ppm). Proprio questa quantità è indicata nell’Accordo di Cancun come soglia limite per contenere l’aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi.

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