Economia circolare: sui rifiuti Roma ci (ri)prova a essere sostenibile

ubblichiamo di seguito un interessante articolo del Direttore di Qualenergia, Sergio Ferraris sulla grande problematica dei rifiuti a Roma e dei nuovi sforzi in corso nella capitale, per agganciare un percorso di avvicinamento verso l’economia circolare, attraverso strumenti innovativi come i Cric (centri di Riuso Creativo) che hanno nel mirino grandi deformazioni della civiltà dei consumi come l'”obsolescenza programmata”.

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Roma tenta di ripartire sui rifiuti, con l’economia circolare. La Capitale ha presentato il nuovo Piano di gestione di materiali post-consumo. Obiettivi: 70% di differenziata entro il 2021, riduzione dei rifiuti di 200.000 tonnellate passando da 1,7 milioni a 1,5il tutto con 12 azioni. Le novitá sono state annunciate dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, dall’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari, e del Dg di Ama, Stefano Bina.

Il Piano si basa su quattro assi: prevenire, riutilizzare, differenziare e valorizzare economicamente i materiali post consumo sviluppando un’economia fondata sul riciclo eco-efficiente e il recupero di materia. Insomma pura economia circolare.

Pinuccia Montanari le ha elencate queste azioni: «Si parte dalla Green card per valorizzare percorsi virtuosi, ci sono poi la promozione dell’acqua di rubinetto, la promozione dei prodotti alla spina e del vuoto a rendere, il programma contro lo spreco alimentare, l’uso dei tessili sanitari riutilizzabili, i nuovi centri riuso creativo (i Cric contro l’obsolescenza programmata), i nuovi Gpp, ovvero i piani di acquisti verdi della cittá, la regolamentazione delle ecofeste, la tariffazione puntuale che si basa sul principio “meno produco, meno pago».

E oltre a ciò: il programma per gli scarti verdi e gli scarti edili, l’acquisto di 120 compostiere di comunità, la promozione del compostaggio domestico e della filiera dei materiali elettronici, i progetti Mercati a impatto zero, Rifiuti zero per le scuole, il progetto imballaggi, quello per i piccoli Raee e quello per gli oli esausti con punti di raccolta sparsi in città e poi l’incremento delle isole ecologiche e l’arrivo delle Domus per la differenziata.

Su tutto questo attiveremo un monitoraggio bimestrale». Sarà estesa, inoltre, la raccolta differenziata domiciliare con particolare riferimento al porta a porta in tutta la città incrementandola di 100.000 cittadini ogni anno.

Insomma Roma, fanalino di coda nella gestione dei rifiuti, con i suoi 2,7 milioni di abitanti ci prova e essere sostenibile, con i principi dell’economia circolare, ma i primi a cederci dovranno essere i cittadini.

A seguire l’intervista di Sergio Ferraris a Pinuccia Montanari, assessora all’Ambiente di Roma Capitale, sul nuovo Piano di gestione di materiali post-consumo.

Sergio Ferraris (link articolo originale)

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