Ecofuturo 2016: riflessioni su Ecosalute

Reduci dal grande sforzo organizzativo di Ecofuturo 2016, con ancora negli occhi e nel cuore indelebili momenti di incontro, di approfondimento, di condivisione per cercare di dare un piccolo contributo ad una svolta a questa malata umanità, è con grande piacere che ospitiamo oggi una piccola ma significativa memoria di un addetto al sistema sanitario, Salvatore Tabone, sulla sezione mattutina di Ecofuturo, incentrata sul ruolo delle medicine complementari per l’affermazione di nuovi stili di vita. Una bella occasione per spostare la prospettiva da parte di chi Ecofuturo l’ha visto come partecipante.

Sono Salvatore, lavoro nel mondo della sanità, non sono un medico, mi interesso di salute.

Per la prima volta partecipo ad Ecofuturo su invito di due cari Amici, Filippo Bosco di Pisa ed Alfredo Albiani di Prato.
Ho partecipato ad Ecosalute da giovedì a Domenica.
Ho ascoltato con molto interesse le relazioni relative a questo argomento, ho coinvolto anche i miei familiari.
Per mia consuetudine, nel tentativo di fissare i punti essenziali delle cose che reputo importanti, ho l’abitudine di fissare con dei pensieri o delle immagini.

Primo spunto per me importante: 

In una società che lamenta di continuo problemi ho visto persone, professionisti, che si concentrano su possibili soluzioni, questo è stato per me impattante, trovare persone che come me si soffermano più che sui problemi sulle “soluzioni possibili”.

Nei diversi interventi ai quali ho assistito, ho sentito parlare con entusiasmo di: ” avere un sogno “, anche in questo senso ho trovato molta sintonia, avere sogni…”saper progettare” su questi sogni un futuro possibile , tutto questo è entusiasmante.

Senza voler essere un citazionista, ricordo a me stesso che un noto poeta sudamericano, diceva: “i fatti sono sempre posteriori ai sogni, e la realtà non è altro che la trasposizione tardiva dell’immaginazione umana….” mi sembrava che parlasse di Ecofuturo.

Altro elemento di sintesi:

Qualche anno fa, ho letto un libro scritto a due mani da due personaggi di grande spessore, che analizzando la storia delle società, arrivavano a concludere, che tutte le società, come gli organismi viventi, nascono, crescono, arrivano ad un momento di massima maturità e poi cominciano a decadere fino a scomparire, a meno che…., in questo processo verso la decadenza, non ci siano quelle che loro definiscono “Minoranze Creative“, cioè un gruppo di persone che diventano nuovo lievito che permette una nuova ripartenza, invertendo la curva verso nuove mete.

Ecofuturo come minoranza creativa in questo tempo di decadenza.

Mi fermo, anche se molte altre cose si potrebbero dire.

Per un Ecofuturo possibile

Salvatore Tabone – Novafeltria (RN)

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