Ecofuturo 2014 – 30/7 – Nasce il dragaggio 2.0 o meglio il dragaggio senza escavatore.

Ad ecofuturo l’inventore Davide Benedetti e il film della sfida di Livorno


I porti italiani perdono molto del loro traffico a causa dell’insabbiamento dei fondali (Piombino ha perso la rottamazione della concordia per questo),  come invece molte spiagge perdono turisti per il motivo opposto a causa dell’erosione costiera.

A monte le dighe sui fiumi  hanno accelerato, riempiendosi di sedimenti, questo disequilibrio e ora occorre porre rimedio ogni anno con opere costose e che danno la sensazione di impotenza per il rapido riproporsi del problema a causa di tecniche di dragaggio che spostano ma non dividono i fanghi.

I dragaggi rappresentano un costo enorme e se ne fanno molto meno del necessario sia  per la carenza di finanziamenti sia per il problema ambientale che rappresentano o meglio rappresentavano prima della nuova tecnologia Made in Tuscany dell’Ing  Davide Benedetti e della Decomar.

Le benne anche le migliori con cui si effettuano i dragaggi oggi perdono una parte consistente del materiale nella fase di estrazione dalle acque determinando torbiditâ e spandendo inquinanti  nell’area circostante con il risultato che un controllo delle acque nella gran parte delle volte determina il blocco dei lavori spesso per mesi o per anni.

Inoltre poi il materiale estratto viene poi mandato in discarica per il successivo confinamento o disinquinamento.
La nuova piattaforma innanzitutto sostituisce la benna della draga con una pompa a circuito chiuso, ovvero si estrae il materiale come se fosse un enorme aspirapolvere che usa l’acqua come disgregatore e diluitore a circuito chiuso e che poi avvia i materiali e l’acqua alla separazione granulometrica immediata per cui già in mare nella piattaforma si dividono i materiali da riutilizzare  (83%) da quelli da mandare in trattamento disinquinante (17%).

decomar dragaggi innovativi e puliti porti fiumi


Questo  sistema  applicato alle spiagge  riesce a ricostruirle a miglia marine 0 dato che davanti alle spiagge a poche centinaia di metri c’è sott’acqua il materiale perso ogni anno dalle spiagge stesse. Il nuovo sistema aspira le sabbie a circuito chiuso senza intorbidire e rilascia   in acqua il finissimo recuperando solo la parte effettivamente utile per ricostruire la spiaggia  che diviene così resistente alla erosione, presenta un’acqua limpidissima liberata dalla parte finissima che normalmente intorbida le spiagge dei nostri mari.

La svolta per le dighe è non meno importante se si pensa che solo nei due bacini di Levane e La Penna in provincia di Arezzo sono imprigionati ben 12milioni di m3  di sabbie che mancano a bocca d’Arno e che se fossero interessati da operazioni di dragaggio “asfalterebbero” decine di km di fiume a valle dei bacini stessi.

Ecco che il nuovo sistema a circuito chiuso può rappresentare l’avvio di lavori per restituire materiale alle sue funzioni e ridurre il consumo  di territorio per nuove cave  recuperando anche funzioni di difesa dalle alluvioni come casse di espansione e di produzione di energia idroelettrica.

piattaforma dragaggio pulito decomar spa


Altro aspetto determinante della tecnologia Decomar e’ costituito dalla bassissima invasivita lavorando su piattaforma galleggiante, che consente per esempio il risparmio di spazi banchina in aree portuali solitamente molto affollate, con evidenti risvolti positivi anche a live di sicurezza.

piattaforma galleggiante decomar soluzioni per il dragaggio pulite


Ultima questione è il risparmio dato che nel momento dell’estrazione si separa anche a parte inquinante dal resto per cui il disinquinamento avverrà  non più sul totale ma solo sul 13 % dei materiali e il resto può essere subito venduto o usato…….è scusate se è poco!

residui di lavorazione del sitema di dragaggio decomar spa

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