Decreto Rilancio: No ai contributi per le rottamazioni. Sostegno anche a chi sceglie la riconversione a metano

Nella giornata mondiale dell’ambiente riportiamo un’attenta analisi sul dibattito politico in corso della giornalista Michela Dell’Amico pubblicato da peopleforplanet.it

No agli incentivi alle auto con motore termicoFesteggiare laGiornata mondiale dell’Ambientecon un esecutivo che sta attualmente discutendo se inserire le auto tradizionali in un decreto chiamato eco-bonus la dice lunga sulla considerazione generale verso la questione ambientale nel nostro Paese e su quali siano le giuste priorità.

Salvare posti vs tutelare la salute

Lo scontro tra Movimento 5 stelle e Pd sulla possibilità di ampliare l’ecobonus anche alle auto a motore termico è nato in vista della imminente conversione in legge del Decreto rilancio, dopo la richiesta giunta da Alessia Morani, sottosegretaria dem allo Sviluppo Economico, di estendere l’incentivo anche alle vetture tradizionali. Un modo per sostenere il settore automotive, profondamente segnato dalla crisi causata dal Covid. Secondo la Morani i costruttori vanno appoggiati durante il periodo di transizione verso la mobilità sostenibile:qualcosa che sentiamo ripetere da circa 30 anni. “Serve tempo per le riconversioni dei processi produttivi”, ha spiegato la sottosegretaria, “e anche per quella delle capacità professionali”.

Quali incentivi vogliono per l’auto

Mentre Pd e M5Stelle litigano, alla Camera l’emendamento firmato Pd, Leu e Iv è stato depositato e prevede un bonus rottamazione per i veicoli che, se approvato, scatterebbe dal prossimo 1 luglio. 

L’emendamento stabilisce fino al 31 dicembre di quest’anno un contributo statale pari a 2.000 euro più altri 2.000 da parte del concessionario per complessivi 4.000 euro per chi acquista un’auto nuova – Euro 6 con emissioni di CO2 superiore a 61 grammi per chilometro –  rottamandone una di almeno dieci anni di anzianità.

Senza rottamazione, il contributo c’è comunque: 2.000 euro. Nello schema dell’emendamento l’incentivo resterebbe in vigore anche per il 2021 ma con sconto dimezzato per un massimo di 2.000 euro e per l’acquisto di veicoli Euro 6 con emissioni di anidride carbonica tra i 61 e i 95 grammi per chilometro. Di 1.000 euro senza rottamazione.

Addirittura, l’emendamento prevede anche un vantaggio per l’acquisto di auto usate almeno Euro 5, rottamando un veicolo Euro 0, 1, 2 e 3. Non un bonus, ma l’esenzione dal pagamento degli oneri fiscalisul trasferimento di proprietà per chi compra usato. Per le elettriche e le elettrificate (con emissioni di CO2 fino a 60 grammi per chilometro) rimarrebbe lo stanziamento di ulteriori 200 milioni rispetto ai 70 già stabiliti per il 2020, più altri 50 per il 2021.

Contrari i 5 stelle

A dare speranza solo il no secco arrivato due giorni fa dai deputati grillini in Commissione Ambiente, Trasporti e Attività produttive. “Secondo un sondaggio,  il 37% degli italiani – hanno detto i parlamentari M5s – vuole che si punti sulla mobilità sostenibile“. Incentivare le “auto più inquinanti” sarebbe “anacronistico” e “in controtendenza rispetto alle scelte, già adottate da alcune città, di vietare la circolazione di autovetture alimentate con combustibili fossili a partire dal 2024”. I deputati pentastellati ritengono “indispensabile” puntare sulla “decarbonizzazione e sul ricorso alle tecnologie meno inquinanti”. E quindi non vogliono “disperdere energie e risorse nel sostegno a tecnologie che ci farebbero tornare pericolosamente al passato“.  Di contro all’emendamento presentato dal Pd per arricchire il menù degli incentivi con quelli per l’acquisto di auto; i pentastellati hanno fatto altrettanto per aumentare i fondi per il bonus bici, altrimenti largamente insufficienti. Le proposte di modifica al momento solo nel complesso circa 10 mila. Un pasticcio che tira in ballo tutto, e mantiene il governo diviso anche su questioni altrove considerate determinanti. Anche da Paesi che, come il nostro, fondano il proprio Pil sull’industria dell’auto: come la Germania.

Intanto la Germania dice uno storico e secco no

La Germania invece ha appena confermato un piano a favore della sola mobilità sostenibile, con un grande piano di incentivi alla mobilità green. Il maxi-pacchetto di stimoli da 130 miliardi concordato mercoledì sera tra i due partner del Governo tedesco (Cdu e Spd) contiene una storica spinta allo sviluppo delle auto elettriche e lascia completamente fuori i veicoli alimentati a benzina e diesel. Inoltre penalizza i Suv, con un’imposta commisurata alle emissioni di CO2. Il provvedimento varato ieri raddoppia da 3 a 6mila euro il contributo federale all’acquisto di veicoli elettrici puri (BEV) o ibridi plug-in (PHEV) con un prezzo di listino fino a 40mila euro. Sono escluse addirittura anche le vetture ibride non alla spina, oltre a quelle a combustione interna. Se a questi contributi si aggiungono i 3mila euro messi a disposizione dalle case automobilistiche, si arriva a uno sconto di 9mila euro, che porta il prezzo di un’auto alla spina a livelli competitivicon molte rivali tradizionali: una rivoluzione, una scelta coraggiosa e lungimirante.

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