Da benzina a kWh: ecco un nuovo decreto per agevolare il retrofit elettrico di auto convenzionali

In queste ultime settimane le nostre città sono state letteralmente assediate dall’inquinamento atmosferico, più di quanto normalmente accade nei periodi autunnale ed invernale, a causa di un lungo periodo di stratificazione atmosferica, causata da una lunga assenza di venti.


Un tema che merita evidentemente una analisi molto composita ed articolata ma che vede il nostro immaginario collettivo evocare un mezzo di trasporto simbolo dell’urbanesimo, come l’automobile. Un settore quello automobilistico, che vede finalmente farsi strada l’alternativa elettrica, come modalità di trazione, anche attraverso le cosiddette auto ibride, che vedono oramai da anni costruttori come Toyota, leader indiscussi del segmento. Accanto a questo si stanno facendo strada finalmente, spinti anche da un forte impulso di ricerca ed innovazione nei sistemi di accumulo, le auto full electric, che hanno visto crescere in questi anni i modelli disponibili e le autonomie dei nuovi mezzi, pur registrando ancora una infrastruttura assolutamente “casuale”, nonostante l’esistenza anche in Italia di un piano nazionale di svikuppo delle colonnine di ricarica, predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti oltre due anni fa (vedi post “Infrastruttura nazionale colonnine di ricarica per le auto elettriche: ecco il Piano Nazionale”). In questa direzione se è importante assistere ad una evoluzione dell’auto elettrica sul fronte dei nuovi veicoli, è altrettanto importante anche il settore delle soluzioni per il retrofit elettrico di autoveicoliconvenzionali, dotati di motori endotermici,con particolare riferimento alle vetture d’epoca, alle auto e ai furgoni omologati euro 0, euro 1 ed Euro 2 con motore benzina o diesel. Da oggi infatti sarà molto più facile e conveniente in Italia trasformare una vecchia auto con motore termico in un’auto elettrica sarà molto più semplice e conveniente anche in Italia. È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale un nuovo Decreto che per la prima volta disciplina il tema della conversione dei veicoli a motore tradizionale in veicoli elettrici rendendo più semplici e meno costose le procedure da seguire.

Si tratta del Decreto del 1 dicembre 2015 n. 219 (link),pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’11 gennaio 2016 e definito tecnicamente come “Regolamento recante sistema di riqualificazione elettrica destinato ad equipaggiare autovetture M e N1”. Il nuovo decreto è operativo a partire dal 26 gennaio prossimo, ed all’articolo 2 introduce il cosidetto “sistema di riqualificazione elettrica“, espressione che racchiude in se i componenti di un kit di conversione, il quale dovrà essere necessariamente costituito da:

  • Un motore elettrico con convertitore di potenza da montare sugli organi di trasmissione del veicolo originale.
  • Un accumulatore elettrico costituto da un pacco di batterie che alimenti il motore elettrico ed accumuli l’energia necessaria al funzionamento del veicolo.
  • Un sistema di gestione dell’accumulo elettrico, comprensivo anche di gestione della sicurezza.
  • Una interfaccia per il collegamento del pacco batterie alla rete elettrica (controller) per la ricarica degli accumulatori.
  • Eventuali altri dispositivi necessari al funzionamento dell’auto elettrica (riduttori, etc.).

Ogni kit di trasformazione immesso sul mercato dovrà essere preventivamente sottoposto ad omologazione. Il produttore dovrà garantire al riguardo che a trasformazione ultimata il veicolo mantenga le stesse caratteristiche in termini di prestazioni e sicurezza del veicolo originale. L’installazione dovrà invece avvenire presso un installatore autorizzato che si occuperà anche delle procedure necessarie per l’aggiornamento della carta di circolazione del veicolo. Si tratta di un modello di trasformazione che si ispira a quelli già in uso da anni per la trasformazione di veicoli benzina a GPL o metano. Sarà sicuramente una occasione nella quale i diversi produttori avranno la possibilità di progettare ed omologare veri e propri kit di trasformazione adattabili ad un gran numero di veicoli. Si tratta di un ambito che potrebbe determinare risvolti importanti a cominciare dalla riduzione dei costi di sviluppo ed omologazione oltre ad una sensibile riduzione degli iter burocratici che la certezza della norma può finalmente conferire, tutte condizioni che potrebbero determinare grandi economie di scala. Proprio il successo già verificatosi per la doppia alimentazione benzina/GPL e benzina/metano potrebbe costituire un interessante precedente che potrebbe ripetersi anche per il retrofit elettrico di auto convenzionali, potendo interessare un buon numero di utenti. Un pensiero diretto va proprio all’ancoraampio parco mezzi che rispetta le vecchie normative anti-inquinamento, le quali sono sempre più limitate nel loro utilizzo per blocchi e limitazioni alla circolazione che potrebbero essere superati dalla trasformazione in veicolo elettrico. Una interessante opportunità anche per una fascia di appassionati di auto “classiche”, per ridare nuova vita, anche in senso pienamente sostenibile, alla propria auto. Un ambito ancora più interessante potrebbe poi essere costituito dalle grandi flotte aziendali, dal momento che una stessa società può facilmente avere decine di auto dalle caratteristiche omogenee che potrebbero essere convertite alla trazione elettrica con costi sostenibili. Una operazione dagli interessanti risvolti economico e dai grandi benefici ambientali soprattutto quando per i veicoli aziendali destinati ad un utilizzo prevalentemente urbano. Una azione interessante quella del retrofit elettrico che vede l’avvento dei già citati componenti cardine di un auto elettrica come una unità di ricarica, un accumulatore, un propulsore elettrico, un sistema di controllo e un riduttore, che vannoa sostituire tutte le componenti meccaniche fino a quel momento destinate alla trazione del veicolo come il motore termico, il tubo di scarico, i filtri, la coppa dell’olio, etc.). Un decreto davvero auspicato da tempo e che arriva dopo una serie di interessanti esperienze nel nostro paese, come quello della Associazione EuroZev (link sito), la quale è riuscita a trasformare la propria 500 d’epoca in una “Fiat elettrica” di tutto rispetto, ottenendo un veicolo finito con un piccolo motore elettrico da 13 kW e con una massa totale di circa 400 kg così composto:

  • Motore elettrico Landi a corrente continua, 13kW, 96 Volts eccitazione separata.
  • Batterie al litio polimeri: 96 Volts 100 Ah, per un totale di circa 9,6 kWh di energia.
  • Controller Phoenix 600 Ampere con capacità di recupero energetico in rilascio ( fino a 3kW).
  • Trasformatore DC/DC Landi ( necessario per alimentare l’impianto a 12 volts, luci, frecce, stops e tergicristalli).
  • Charger Zivan due da 20 Ah

Altrettanto interessante una iniziativa di Confartigianato di Vicenza e Marca Trevigiana che ha accolto con grande favore il nuovo Decreto 219 e che ha dato vita ad un progetto dal nome significativo di “Reborn-Trasfroma la tua auto” (link). Nel progetto si è convertita una Panda nata con motore termico in una vettura elettrica in grado di percorrere 100 km con un costo compreso tra 2 e 3 euro e senza emissioni di CO2 allo scarico. Un tema ben sviscerato da due cari amici come il Direttore di Qualenergia Sergio Ferraris e il Presidente della Associazione Assieme Alessandro Giubilo. Molto ben argomentato da Sergio questo fondamentale aspetto di retrofit elettrico, sia in termini degli innumerevoli vantaggi economici ed ambientali che anche attraverso l’apporto proprio di un operatore del già citato progetto veneto Reborn (link video trasmissione Mi Manda RAI3 del 18/1/2016).

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Un aspetto altrettanto significativo emerso dal servizio di Mi Manda RAI3, l’esigenza di formare coscienze civiche nuove anche in città, laddove spesso ci sono difficoltà di ricarica da parte di possessori di veicoli elettrici per negligenze dovuta ad occupazione indebita degli spazi riservati, da parte di altri automobilisti.

A seguire anche un video legato ad una operazione di retrofit elettrico su un grande simbolo della motorizzazione nazionale, come una vecchia gloriosa FIAT 500.

Sauro Secci

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