Cresce il mercato dell’omeopatia nel 2010

Omeoimprese, l’associazione industriale che raduna 16 aziende del farmaco omeopatico, che rappresentano più del 90% del mercato, ha comunicato i dati relativi ai fatturati dei propri associati che rilevano una crescita media per il 2010 del 3%, per un totale di circa 158 milioni di euro corrispondente a un sell-out (venduto in farmacia) di circa 310 milioni di euro. Le confezioni vendute nel 2010 sono oltre 27 milioni.

“La crescita è dovuta in minima parte ad aumenti di prezzo” spiega Fausto Panni, presidente Omeoimprese riconfermato per altri tre anni insieme al direttivo uscente. “Voglio anche sottolineare che nonostante la grande quantità di confezioni vendute non ci sono state segnalazioni di reazioni avverse gravi. Vale la pena, infatti, sottolineare che anche i medicinali omeopatici sono sottoposti a farmacovigilanza”.


Spesso sui farmaci omeopatici si fa molta confusione, per esempio, non si dice che le officine di produzione sono sottoposte agli stessi standard qualitativi (le GMP, Good Manifacturing Practice) dell’industria farmaceutica allopatica. Ogni officina è sottoposta alle visite ispettive da parte di Aifa, che fornisce regolare autorizzazione alla produzione. La legge 219/2006, che recepisce una direttiva europea, regolamenta tutto il mondo del farmaco, compresi i medicinali omeopatici. I detrattori dell’omeopatia dovrebbero prima di tutto fare i conti con una precisa indicazione dell’Unione Europea a salvaguardia del diritto di scegliere le cure da seguire.

“Durante il mese di aprile, molti media hanno dato enfasi alle affermazioni del Ministro della salute che ha parlato di prove di tossicità sui medicinali omeopatici” spiega Panni. “Ma nello stesso tempo ci si dice che i medicinali omeopatici non possono essere efficaci perché non contengono null’altro che acqua e zucchero! In ogni caso la sicurezza dei medicinali omeopatici risiede proprio nella diluizione del principio attivo. La dimostrazione sta anche nei dossier di registrazione già presentati in Germania e Franca, nei quali le controindicazioni sono rarissime e quando presenti riferibili all’1% dei casi. Vogliamo ricordarci che in farmacia si possono comprare liberamente farmaci, senza prescrizione medica, che hanno effetti collaterali anche gravi, come ci ricorda costantemente la pubblicità?”.

Oltre le polemiche, Omeoimprese guarda con attesa l’appuntamento del 2015, data entro la quale dovranno essere depositate le domande di registrazione dei farmaci omeopatici. “A luglio 2010 abbiamo ripreso i colloqui con AIFA, sappiamo che gli uffici preposti stanno lavorando per predisporre tutto ciò che è necessario per far partire l’iter registrativo e noi abbiamo dato la massima disponibilità a collaborare. Ma il lavoro sta procedendo molto a rilento, anche perché Aifa può dedicare a questo settore un numero davvero esiguo di persone

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