Biomass Plus: per le biomasse scatta una nuova certificazione per la piena sostenibilità
Nel comparto delle biomasse, davvero sostenibile solo se attuato attraverso piccoli impianti distribuiti sui territori (tipicamente entro 1 MWe e/o 5-6 MWtermici) (vedi post “Grandi impianti a biomasse: e la sostenibilità va a farsi benedire“), a seconda delle rispettive vocazioni di questi ultimi, stanno divenendo sempre più trainanti i settori delle biomasse legnose, arricchite da tecnologie sempre più scalabili, modulari, efficienti e soprattutto sempre più integrate nel rilancio della filiera del bosco (vedi post “Cogenerazione a biomassa per la produzione di pellets: una grande opportunità per i cicli ORC“) e quella del biogas, sino ad oggi sviluppatosi prevalentemente nell’area padana.
Proprio il settore delle biomasse legnose è indubbiamente quello assolutamente più legato alle innumerevoli realtà minori, collinari e soprattutto montane che costellano il nostro paese e così fondamentali a livello di recupero e di prevenzione nei confronti della enorme problematica italiana del dissesto idrogeologico, ambito nel quale è encomiabilmente impegnata AIEL (Associazione italiana energie agroforestali, link sito), associazione aderente al Coordinamento nazionale FREE (vedi post “Gestione del patrimonio forestale: fondamentale per lo sviluppo delle rinnovabili secondo AIEL“). Ed è ancora un volta AIEL, con un suo direttore generale Marino Berton ha tornare sul tema in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione, questa volta focalizzando l’attenzione sul fronte delle caratteristiche merceologiche del combustibile utilizzato come elemento fondamentale per determinare la piena efficienza di ogni tecnologia applicativa di settore. Secondo Berton è fondamentale assicurarsi che la biomassa provenga da una filiera rispettosa dell’ambiente naturale e delle sue risorse, la cosiddetta piena tracciabilità di filiera, capace veramente di contribuire alla riduzione effettiva delle emissioni inquinanti. Un tema comune a tutto il settore delle agroenergie, con un occhio anche al dibattito in corso in sede europea sul passaggio dai biocombustibili tradizionali, ricavati dalle colture alimentari, a quelli di seconda generazione, basate invece su scarti, prodotti residuali, sottoprodotti e alghe. Ma tornando alla tracciabilità dei combustibili, dopo la maturazione di un quadro sempre più completo ed esaustivo circa un combustibile davvero emergente come il pellets, che sta conquistando anche gli ambiti urbani (vedi post “Autunno e inverno con un nuovo combustibile emergente: il pellet con alcune istruzioni per il consumatore“), l’attenzione di AIEL si sposta ora su un altro combustibile di grande interesse per le biomasse solide come il cippato.
Nell’occasione Marino Berton ha annunciato la nascita di un nuovo schema di certificazione, battezzato Biomass Plus (link sito). Si tratta di un sistema basato su tre grandi pilastri come:
- tracciabilità della materia prima: che dovrà avere un’origine documentata e legale in base al regolamento europeo 995/2010, meglio conosciuto come Eu Timber Regulation che prevede il possesso di un codice identificativo del produttore o distributore certificato e l’etichettatura del prodotto.
- sostenibilità ambientale: il produttore/distributore dovrà garantire che l’utilizzo della sua biomassa comporterà una riduzione media complessiva delle emissioni a effetto-serra di almeno il 70%, rispetto all’impiego di gas naturale.
- qualità del cippato: non solo dal punto di vista del prodotto (norma ISO 17225) ma anche da quello del processo produttivo, con la garanzia di rispetto di una serie di requisiti strutturali e del sistema di gestione adottato dalle aziende.
Una serie di azioni orientate alla creazione di una filiera legno-energia sempre più orientata ad un modello di sostenibilità a 360 gradi, capace di spaziaredall’approvvigionamento della biomassa agroforestale al suo utilizzo negli impianti finali (caldaie, reti di teleriscaldamento, piccola cogenerazione ad alta efficienza), passando attraverso il trasporto ed il trattamento della materia prima. Un impegno quello di AIEL su questo fronte, che ripercorre quello già intrapreso ed ancora in corso nell’ambito della diffusione della certificazione EN-Plus, creata nel 2010 in Germania per definire uno schema unico a livello europeo dedicato al pellet a uso domestico. Tra i prossimi sviluppi più significativi in questo ambito, è prevista una maggiore integrazione con certificazioni come Fsc, Pefc o similari legate alla corretta gestione delle foreste.
A seguire un video che illustra le attività messe in campo da IBionet, L’Osservatorio Transfrontaliero delle biomasse, strettamente collegato al Progetto Europeo “Biomass Plus”
Sauro Secci