Battery 2030+: nasce una task-force europea per il futuro dei sistemi di accumulo energetico

Sui sistemi di accumulo si gioca una partita fondamentale nella transizione verso modelli energetici e della mobilità, pienamente de carbonizzati e per questo anche la Commissione Europea ha messo a punto uno specifico piano d’azione strategico sulle batterie pubblicato nel maggio 2018, dove si sottolinea la necessità di sostenere l’ecosistema europeo dell’industria delle batterie, attraverso una iniziativa di ricerca di lungo termine sulle future tecnologie delle batterie (di Sauro Secci).

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Per questo specifico obiettivo è nato il progetto Battery 2030+, che raggruppa attualmente 17 partner di nove paesi UE e che ha ricevuto un finanziamento per l’azione di coordinamento e sostegno nell’ambito del programma Horizon 2020. Proprio a partire da questo mese di marzo 2019 e per la durata di un anno, Battery 2030+ getterà le basi per un progetto di ricerca europeo su larga scala e con un orizzonte temporale decennale che ci condurrà al 2030, finalizzato allo sviluppo di una nuova generazione di batterie ad elevatissime prestazioni.

La visione di Battery 2030+ è inventare le batterie del futuro, fornendo tecnologie all’avanguardia all’industria europea in questo cruciale periodo di transizione, che richiederà sempre più nei prossimi anni nuove generazioni di batterie ad altissime prestazioni, affidabili, sicure, sostenibili ed economiche, in un contesto di sviluppo già competitivo ed ancora molto aperto in termini di soluzioni praticabili.

Il progetto Battery 2030+ vede il coordinamento di Kristina Edström, professoressa di chimica inorganica all’Università di Uppsala in Svezia, la quale sostiene che “Affronteremo le sfide legate alla realizzazione di batterie ad altissime prestazioni – afferma Kristina Edström – Questo significa istituire una piattaforma di accelerazione per la scoperta di nuovi materiali per batterie utilizzando l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale, e soprattutto concentrandosi sulle interfacce nelle batterie in cui si verificano reazioni che possono essere dannose per la durata della batteria. Progetteremo funzionalità intelligenti fino al livello delle celle della batteria e presteremo particolare attenzione ai problemi di sostenibilità“.

Nel panel dei partner di ricerca, a rappresentare il nostro paese come unico partner, il Politecnico di Torino che, con il proprio responsabile di progetto Silvia Bodoardo, precisa che “Si tratta del progetto più importante in Europa in questo settore e il Politecnico, grazie alla sua esperienza in queste tecnologie, ricopre un ruolo di primo piano grazie al quale speriamo che sia possibile contribuire allo sviluppo del settore e alla creazione di nuove opportunità in Italia”.

Un pannello molto articolato di attori quello del nuovo consorzio Battery 2030+ con:

5 Università:

  • Università di Uppsala – Svezia;
  • Politecnico di Torino – Italia;
  • Università tecnica di Danimarca;
  • Vrije Universiteit Brussel – Belgio;
  • Università di Münster – Germania.

8 centri di ricerca:

  • Energie alternative francesi e Commissione per l’energia atomica – Francia;
  • KIT (Karlsruhe Institute of Technology) – Germania;
  • Centro nazionale francese per la ricerca scientifica – Francia;
  • Forschungszentrum Jülich – Germania;
  • Fraunhofer-Gesellschaft – Germania;
  • Fundacion Cidetec – Spagna;
  • NIC (Istituto nazionale di chimica) -Slovenia;
  • SINTEF AS – Norvegia.

3 associazioni guidate dall’industria:

  • EMIRI;
  • EASE STORAGE;
  • RECHARGE.

1 società:

  • Absiskey

Il consorzio Battery 2030+ ha ricevuto inoltre il sostegno di numerose organizzazioni europee e nazionali, tra cui ALISTORE ERI, EERA, EIT InnoEnergy, EIT RawMaterials, EARPA, EUROBAT, EGVI, CLEPA, EUCAR, KLIB, RS2E, Swedish Electromobility Centre, PolStorEn, il nostro ENEA, CIC energigune, IMEC e Tyndall National Institute.

Scarica il Manifesto del progetto Battery 2030+

Sauro Secci

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