“Agritettura – Nutrire il cantiere” Atto II: “chi ri-cerca trova”

Dopo il primo interessantissimo atto del 5 maggio scorso, dedicato alle “antiche nuove risorse”, ritorna “Agritettura – Nutrire il cantiere, chi ri-cerca trova”, organizzato dalla Fondazione Architetti e l’Ordine Architetti di Firenze e il sostanziale supporto ed il patrocinio, tra gli altri, degli amici di INBAR Toscana (Istituto Nazionale di Bioarchitettura), insieme a Regione Toscana, provincia di Firenze, insieme a Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Ordine degli Agronomi e CIA ecco arrivare, a completare un quadro di grandissimo interesse, il secondo atto.

Proprio giovedì 26 maggio infatti, presso la Palazzina Reale, in Piazza Stazione 50 a Firenze, il completamento della prima giornata, sarà ancora più incentrato sulla riscoperta delle nostre origini come base per i grandi risultati della ricerca applicata alle nuove biotecnologie. Una giornata che vedrà, tra gli altri argomenti, ancora protagonista la canapa con le sue fibre residuali, valorizzate in una dimensione davvero rivoluzionaria attraverso le bioplastiche, ma anche con la valorizzazione di eccedenze di allevamento come la lana di pecora, tradotta in biomateriali da costruzione dalle grandi doti di isolamento termoacustico.

Un palco davvero qualificato e ricco di testimonianze quello di questa seconda giornata di “Agritettura..”, con, tra gli altri:

  • Lorenzo D’Avino, Vice presidente dell’Associazione Chimica Verde Bionet che parlerà dei nuovi orizzonti dell’ecodesign di biomassa, illustrandone approcci e metodologie, motivazioni ed ambiti applicativi;
  • Giovanni Milazzo, giovanissimo co-fondatore insieme ad Antonio Caruso di Kanesis, una startup siciliana che ha brevettato, a partire dalla fibra di scarto della plastica, uno rivoluzionario filamento bioplastico di tipo HBP (HempBioPlastic), elemento di base per stampanti 3D per la produzione di prodotti e oggetti derivati (vedi post “Canapa e l’ecosostenibilità che non smetti mai di scoprire: ecco la bioplastica per stampa 3D“);
  • Daniela Ducato, imprenditrice sarda che, a partire da una dei simboli della sua regione, come l’allevamento di ovini, è stata autrice di una straordinaria storia di valorizzazione della lana in eccedenza, per la produzione di biomateriali da costruzione, dalle grandi caratteristiche di isolamento termoacustico, che hanno coinvolto anche un ideale abbraccio tra terra e mare (vedi post “Biomateriali da costruzione: un abbraccio tra terra e mare“).

Un altro grande momento a Firenze, per ribadire la fondamentale importanza di una “rivoluzione agricola”, quando mai necessaria e provvidenziale in questo momento di profonda crisi di sistema e di modello di sviluppo, capace di esprimersi al meglio, sia nel food, dove l’Italia è regina di eccellenze, sia nell’ambito della decarbonizzazione dei sistemi energetici, attraverso le agrienergie ed oggi anche nel settore dei nuovi biomateriali da costruzione all’apice dell’efficienza energetica, fondamentali per dare forma e sostanza alla più nobile delle forme di energia: quella non consumata.

Sauro Secci

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