The Loon Project: Internet ovunque grazie al “Progetto Folle” di Google

Il Project Loon di Google, che tradotto letteralmente significa “Progetto Folle”, anche per l’incredibile obiettivo che si prefigge, dovrebbe affidare a dei “palloni” la diffusione della connessione Internet. Molto bello e suggestivo il video sche illustra l’idea alla base del progetto.


Una dei maggiori fattori di disparità tra gli uomini, in paesi che si ritengono avanzati come il nostro è oggi indubbiamente accesso alla rete INTERNET veloce, esigenza oramai fondamentale per singoli, cittadini, organizzazioni, aziende. Un aspetto particolarmente trascurato in Italia, dove è stata consentita una liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, lasciando praticamente la metà del territorio non coperto dal cablaggio della rete dati veloce, e lasciato frammentario a questo o a quel piccolo gestore locale, o, certe volte addirittura completamente scoperto, in un fenomeno oramai omologato con il termine “digital divide”, o “divario digitale”.

Proprio chi vi parla, abitando comunque in un comune di circa 10.000 abitanti, ed avendo la forte esigenza di connessione continua ad Internet , è costretto ad un collegamento via etere con un piccolo provider locale. Ma proprio in questi giorni è sceso in campo un attore che quando lo fa, arriva sempre a risultati molto efficaci ed importanti. Si tratta di Google, che avendo molto a cuore la soluzione delle problematiche che impediscono a molte persone l’accesso rapido ad Internet, stimate in ben 2 persone su 3 ad un prezzo conveniente ed accessibile alla rete informatica mondiale, è sceso in campo con il bellissimo e suggestivo Progetto Loon.

Tra le maggiori criticità di questo tipo di intervento la geografia e l’orografia dei territori, come grandi catene montuose, fitte foreste, isole o arcipelaghi etc.. Il Project Loon di Google, che tradotto letteralmente significa “Progetto Folle”, anche per l’incredibile obiettivo che si prefigge, dovrebbe affidare a dei “palloni” la diffusione della connessione Internet. Molto bello e suggestivo il video sche illustra l’idea alla base del progetto.

Si tratta di una tecnologia molto interessante, dal momento che questi palloni verranno riempiti con un gas leggero (presumibilmente elio) in modo permettergli la salita in quota. Al raggiungimento dell’altitudine giusta (di molto superiore persino a quella degli aerei commerciali) i palloni rimarranno sospesi ed in balia delle correnti del vento, tessendo ed andando a costituire una trama intorno all’atmosfera terrestre di piccoli ma efficienti punti di accesso ad internet. Chi avrà visto il video avrà sicuramente potuto avere l’impressione data dai palloni di essere sgonfi, cosa del tutto motivata e calcolata dal momento che, più si sale in atmosfera e più la pressione esterna diminuisce dilatando così il pallone che, se fosse gonfiato fino al limite, scoppierebbe. Interessante a questo punto, capire più da vicino la tecnologia che verrà impiegata nel Project Loon.

I palloni saranno in grado di distribuire una connessione con caratteristiche pari a quella che utilizzata oggi sui nostri dispositivi mobili, ed avente quindi caratteristiche davvero molto buone. La Nuova Zelanda è il paese dove si sta testando il modello progettuale, con ben 50 tester che stanno cercando di connettersi ai “Balloon”, anche se, al momento ci sono ancora parecchie difficoltà da risolvere, e questo mi sembrerebbe anche normale per la portata di un tale progetto. Basti pensare al fatto che i palloni sono costretti a fluttuare nell’atmosfera, si capiscono bene i possibili ostacoli che dovranno essere affrontati, a cominciare dall’avere la disponibilità del pallone nel momento e sul luogo preciso dove serve. È stato già individuata una modalità per permettere di far salire e scendere di quota il pallone, ed è in elaborazione un algoritmo che calcoli i dati necessari, anche se sembra ancora lontana la possibilità di un posizionamento preciso, facendo preludere una fase di sperimentazione ancora certamente non breve.

Un’altra incredibile iniziativa di Google, che si aggiunge a quelle a cui la stessa organizzazione ci ha abituato in questi ultimi anni, considerando soprattutto due principi fondamentali di loro iniziative come questa come l’essere basate su idee relativamente semplici anche se di non facile attuazione nel caso specifico, ed con un impatto molto forte sulla soluzione del problema. Davvero ancora tanti complimenti a Google che non smette mai di meravigliare e di meravigliarci.

Sauro Secci

per Ecquologia.com

Segui il Blog di Sauro Secci “L’ippocampo”

Articoli correlati