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Sblocchiamo i cantieri delle rinnovabili e dell’efficienza

Non siamo contrari ai commissari per sbloccare le opere pubbliche, la politica ha diritto di governare un paese e di risolvere i problemi senza che il ricorso di uno, la pressione di interessi contrapposti, il Tar, il Consiglio di Stato blocchino tutto in nome di un cavillo.

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L’allungamento delle procedure ha coperto le non scelte di una politica che preferisce il blocco alla perdita di consensi con il risultato che a rimetterci è il paese. La sostanza delle cose dice che in Italia sono bloccati dai 30 ai 40 miliardi di cantieri grandi, medi, piccoli e piccolissimi nel settore delle energie rinnovabili e della efficienza energetica. Di pochi giorni fa è il comunicato di ANEV che dichiara fermi 2,7 miliardi di pale eoliche. Nel settore geotermico a impatto zero sono fermi 200 possibili impianti di media dimensione per un importo superiore a 2 miliardi. Non solo bocciature a causa dell’opposizione assoluta di uno o l’altro delle decine di enti coinvolti, ma anche blocchi burocratici sostenuti da interessi lobbistici delle multinazionali petrolifere e dai monopolisti di fatto della distribuzione di energia. E non possiamo non citare innanzi tutto le Soprintendenze alle belle arti che, dopo aver acconsentito per 50 e più anni alla cementificazione del paese, si sono svegliate giusto contro lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Alberto Asor Rosa e i suoi comitati sono l’esempio massimo di chi si è svegliato dal letargo perché dalla sua finestra non voleva vedere nulla di diverso ed hanno proposto il blocco totale delle nuove costruzioni quando…….nessuno voleva più costruire, e viene il dubbio che si volesse fermare il crollo dei prezzi per eccesso di offerta che c’è stato, ma che sarebbe stato ben più robusto a fronte di un blocco selettivo che avesse escluso il nuovo costruito a energia ed inquinamento zero. Dopo Asor Rosa che lottava contro il cemento sono arrivati gli angeli del paesaggio come Oliviero Toscani, che non vede male le autostrade se le fa Benetton o Vittorio Sgarbi, che offende ed urla in ogni parte d’Italia contro ogni installazione rinnovabile, ma che non ha mai visto lo scempio sopra i tetti di Urbino (di cui è amministratore) sfregiati dalle parabole televisive e dai motori dell’aria condizionata .

La Toscana dal 2010 ha scalato le classifiche delle rinnovabili al contrario scendendo di 5 posizioni, il Lazio si è completamente paralizzato, fino al punto di non esaminare da 10 anni neppure le domande presentate per la geotermia e tiene fermo da tre anni un regolamento della legge sulla bassa entalpia per pompe di calore geotermiche. E pur essendo agli ultimi posti in Italia ha approvato una norma, con il sostegno convinto delle opposizioni, per bloccare il fotovoltaico a terra nei suoli agricoli senza se e senza ma.

La Campania fa finta di non sapere che da 10 anni sotto le proprie città c’è un tesoro di calore a poche decine di metri di profondità e non ha mai risposto neppure a richieste di impianti da poche decine di kw da produrre con il calore endotermico. Ovviamente non vede neppure i quasi mille pozzi abusivi che una popolazione decisamente più furba dei suoi governanti ha realizzato senza svegliare il vulcano dormiente come paventato dai soliti .

Non si contano i decisori politici che hanno bloccato campi eolici assolutamente perfetti e ben equilibrati nel numero e potenza con la scusa (rivelatasi poi del tutto falsa) delle pale che uccidono gli uccelli perché i loro amici cacciatori su quei crinali andavano a sparare ai fringuelli.

Dopo la (giusta e sacrosanta) lotta al proliferare degli inceneritori, gli stessi oppositori si dedicano, specie su Roma e nella piana fiorentina, all’eroica lotta contro i biodigestori anaerobici per fare biometano dai rifiuti umidi, con il risultato di farli finire in discarica dove vengono intercettati i metani in maniera aerobica, ma solo in una percentuale infima, climalterando ben più anche degli stessi (osceni) inceneritori.

Ci fermiamo, ma la madre degli ANNIENTALISTI, utili alle lobbies petrolifere e delle utilities, è sempre incinta e in tutta Italia il risultato è la paralisi e una vita stentata per un settore che potrebbe far decollare l’economia italiana e che vive grazie alle esportazioni. Siamo leader mondiali degli inverter e degli accumuli per il fotovoltaico, per i cicli binari per la geotermia, per le turbine mini-idro, per gli impianti per il biometano e biogas, per il recupero e liquefazione della CO2, per l’agricoltura bioenergetica e dei doppi raccolti come per una infinita serie di prodotti che vendiamo……nel resto del mondo ma solo in pochi casi anche da noi.

Basta votare a Bruxelles le accelerazioni per le rinnovabili e gli stanziamenti di bilancio e farci perdere tutti i prossimi treni, con un costo ed una tempistica del permitting che ci porta fuori prezzo del 30% rispetto ai competitor e  che ci fa perdere gran parte dei finanziamenti europei a causa delle mancate autorizzazioni.


Basta parlare di rivoluzione verde e non capire, a parte lodevoli e straordinarie eccezioni che Ecofuturo cita spesso, che se non si rompe il cordone ombelicale con i CAVALIERI DEL NULLA, sostenitori dello status quo fossile, si compie il più grave dei delitti politici, ovvero si spinge il paese in una direzione e poi si sbarra la strada con un muro di burocrazie invalicabile.

Non può esistere un paese governato da un governo completamente d’accordo con la lotta ai cambiamenti climatici, che mette i commissari per accelerare i cantieri delle piccole o grandi opere e che non mette altrettanto semplificazione per le energie rinnovabili.

Occorre che il tavolo proposto dal governo e dalla Ministra Dadone per la semplificazione sia immediatamente operativo anche per lo sblocco di TUTTI i cantieri rinnovabili bloccati per motivazioni rivelatesi scientificamente false. Occorre che ci siano iniziative comuni tra Governo nazionale e Governi locali in ogni regione per verificare che siano state date risposte alle domande, che siano stati avviati gli iter e che non vi siano più ostacoli alle soluzioni per l’efficienza energetica e per le rinnovabili sugli edifici come sui parcheggi, sulle cave dismesse, sulle discariche esaurite e sui corridoi trasportistici.


Occorre che il Ministero dei beni culturali dirami una circolare in cui le soprintendenze agiscano SOLO sui beni artistici e non parlino di paesaggio anche quando un impianto si realizza esattamente in un’area industriale o che si escludano i parchi dalle installazioni rinnovabili come se le zone parco non fossero l’avanguardia della lotta ai cambiamenti climatici.

La somma di queste contraddizioni fa fermare il paese e blocca il raggiungimento degli obbiettivi per la lotta ai cambiamenti climatici, per cui se commissari siano per le grandi opere che commissari siano anche per le rinnovabili, altrimenti tutto sarà stato solo un involontario trucco acchiappavoti.

Ci rivolgiamo a Lei presidente Conte ed ai suoi ministri che con questo governo dimostrano di voler cambiare le cose, ma che senza un gesto politico deciso e potente non determineranno una vera svolta: e nella presente emergenza non ce lo possiamo permettere. La paura di chi in questi giorni perde il lavoro magari stagionale, di chi vede le proprie imprese minacciate da una perdita di fatturato improvvisa ed inaspettata è una paura molto concreta. La ascolti, le imprese e i lavoratori delle rinnovabili di questo paese sono pronti ad investire ed ad impegnarsi per far rimbalzare in positivo il nostro PIL. Non le chiediamo denaro ma SEMPLIFICAZIONE, SBUROCRATIZZAZIONE E SBLOCCO DELLE AUTORIZZAZIONI.

Le chiediamo un incontro per spiegarLe con precisione le nostre proposte. Inviti questo mondo e gli dia non solo i sogni del green new deal ma anche le autorizzazioni per realizzarlo davvero.

Fabio Roggiolani, Michele Dotti, Jacopo Fo

Le proposte di questo appello sono state rappresentate da Michele Dotti nel suo intervento nell’ambito dell’incontro presso la sede dell’ENEA organizzato con il Ministero dell’Ambiente, Ispra e FIMA, per mettere l’ambiente al centro dell’informazione.

A seguire l’estratto dell’intervento di Michele Dotti , in qualità di Direttore di “L’Ecofuturo Magazine” 

Per chi volesse seguire il dibattito completo della sessione qui il video

Link articolo ANSA

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