Risorse idriche: grande criticità del 2015 per il WEC (World Economic Forum)

Tra le criticità ambientali, quelle numerose legate all’idrosfera ed al ciclo dell’acqua, sono indubbiamente ad altissima criticità per l’importanza diretta ed indiretta che il ciclo dell’acqua ha per le forme di vita sulla terra.


Un ambito fortemente insultato dall’uomo, attraverso un uso indiscriminato della risorsa che non esclude per esempio un modello di agricoltura che ha perso da troppo tempo il concetto di sostenibilità, in nome delle famigerate regole del mercato che stanno sempre più strangolando i paesi più poveri ed impoverendo spesso nel contempo anche quelli definiti “sviluppati” (vedi post “Acque italiane e pesticidi: preoccupante il nuovo rapporto ISPRA“). A confermare che il tema dell’acqua, sarà la maggiore criticità a livello mondiale, anche per il 2015 è il World Economic Forum, dal momento che la crisi idrica appare per la prima volta nel Global Risk report, un sondaggio condotto dalla stessa WEC su circa 900 esperti e scaricabile in calce al post.

Si tratta di un documento preparato anche per il vertice annuale WEF che vede i principali leader del mondo riunirsi nella città svizzera di Davos per discutere delle principali questioni globali. Si tratta di una ricerca che gli organizzatori hanno realizzato sui problemi che preoccupano maggiormente i leader mondiali, sulle criticità economiche, sociali ed ambientali da mettere a disposizione degli stessi.

Dopo anni nei quali, a partire dal 2007, l’economia ha costituito la principale preoccupazione, con il crollo del prezzo dei beni tra il 2007 e il 2010, la crisi fiscale nel 2011, il problema sistemico di una finanza globale fuori controllo nel 2012 e 2013 e la crisi fiscale nel 2014. Dopo tutta questa serie di anni, quest’anno, però, la ricerca ha rilevato che la crisi idrica è, secondo gli intervistati, l’elemento che avrà l’impatto maggiore sul pianeta. Purtroppo è forte la sensazione che questa svolta sulle priorità, non sia tanto dovuto al resuscitare di una autentica coscienza ambientalista dell’élite politico-economica, ma determinata piuttosto da un momento di lieve tregua nel panorama dell’economia a livello globale, con l’uscita delle questioni economiche dalla lista delle preoccupazioni che si colloca in uno scenario ben preciso, nel quale gli Stati Uniti sembrano lasciarsi alle spalle il peggio della crisi, preparandosi a riavviare il motore della crescita.

Come sappiamo però la recessione, è ancora fortissima nella zona euro, dando segni sempre più allarmanti nei Paesi emergenti. Sul piano della scarsità della risorsa idrica molte le crisi evidenti, come quella della California, che sta attraversando un periodo siccitoso mai visto prima, oppure il Brasile, con la grande metropoli di San Paolo in piena emergenza per avere quasi completamente esaurito le proprie risorse: Alle situazioni acute di criticità, vanno aggiunti gli atavici problemi strutturali dell’Africa, quelli legati alla grande Cina, dove la metà delle acque di falda, risulta inquinata, con una rete idrica ampiamente inadeguata ed inefficiente.

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Una priorità, quella della risorsa idrica che vede a ruota altre importanti questioni prioritarie, come la rapida diffusione delle malattie infettive e quella delle armi di distruzione di massa. Una apposita sezione del sondaggio WEF, chiede anche quale sarà il problema che, con maggiori probabilità, potrebbe gravare sul mondo nei prossimi dieci anni, con una serie di risposte degli intervistati, non certo tranquillizzanti, dal momento che figurano nell’ordine:

  • un conflitto internazionale con impatto regionale;
  • eventi meteorologici estremi;
  • crisi o crollo di alcuni Stati.

Si tratta di sperare a questo punto che questa serie di previsioni possa rivelarsi sbagliata, aumentando invece gli sforzi nelle politiche di cambiamento dei modelli economici ed ambientali.

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