Rifiuti: Italia fanalino di coda in Europa

La nuova relazione predisposta dalla Commissione Europea sulla gestione dei rifiuti urbani negli Stati membri evidenzia l’esistenza di profonde differenze nell’Unione Europea e l’Italia si attesta al ventesimo posto su 27 stati in totale; uno dei fanalini di coda.


La nuova relazione predisposta dalla Commissione Europea sulla gestione dei rifiuti urbani negli Stati membri evidenzia l’esistenza di profonde differenze nell’Unione Europea e l’Italia si attesta al ventesimo posto su 27 stati in totale; uno dei fanalini di coda (si veda la tabella allegata nelle immagini). La relazione classifica i 27 Stati membri in base a 18 criteri, attribuendo bandiere verdi, arancioni e rosse per voci quali totale dei rifiuti riciclati, tariffe dello smaltimento dei rifiuti, violazioni della normativa europea.

La risultante tabella dei punteggi costituisce uno degli elementi di uno studio in corso finalizzato ad aiutare gli Stati membri a migliorare le prestazioni nella gestione dei rifiuti. Guidano la classifica Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia, nessuno dei quali ha più di due bandiere rosse. La situazione si capovolge tuttavia all’altro estremo della classifica, dove le bandiere verdi scarseggiano. Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato:”Il quadro che emerge da quest’esercizio conferma i miei forti timori: molti Stati membri conferiscono ancora quantità ingenti di rifiuti urbani in discarica – che costituisce l’opzione peggiore di gestione dei rifiuti – nonostante la disponibilità di alternative migliori e dei fondi strutturali per finanziarle. Si interrano risorse preziose, si perdono potenziali vantaggi economici, non si crea occupazione nel settore della gestione dei rifiuti e si espongono a rischi la salute umana e l’ambiente: una situazione difficile da difendere nelle circostanze economiche attuali.”

Gli Stati membri che presentano i maggiori deficit di attuazione sono: Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Romania e Slovacchia, con carenze quali politiche deboli o inesistenti di prevenzione dei rifiuti, assenza di incentivi alle alternative al conferimento in discarica e inadeguatezza delle infrastrutture per il trattamento dei rifiuti. Il ricorso massiccio al conferimento in discarica implica il sottoutilizzo sistematico di opzioni migliori di gestione dei rifiuti, quali riutilizzo e riciclaggio: il panorama è invero desolante.

Per converso, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia dispongono di sistemi completi di raccolta dei rifiuti, meno del 5% dei quali finisce in discarica. Vantano sistemi di riciclaggio ben sviluppati, una capacità di trattamento sufficiente e buone prestazioni riguardo ai rifiuti biodegradabili. Le politiche di gestione dei rifiuti di tali paesi sono caratterizzate da una combinazione adeguata di strumenti giuridici, amministrativi ed economici. Vari Stati membri hanno compiuto rapidamente progressi passando dal conferimento generalizzato in discarica alla sua quasi eliminazione, ma anche i paesi che vantano i risultati migliori si trovano di fronte a sfide come il rafforzamento della prevenzione dei rifiuti e la questione della sovraccapacità d’incenerimento, che potrebbe ostacolare il riciclaggio e indurre a importare rifiuti per alimentare gli inceneritori.


Fasi successive La Commissione Europea si baserà su questa relazione per stilare tabelle di marcia rivolte ai dieci Stati membri che hanno registrato i risultati peggiori, delle quali discuterà quest’autunno con le autorità nazionali in seminari bilaterali: il primo appuntamento è fissato per il 19 settembre a Praga. Le tabelle di marcia contribuiranno a diffondere le migliori pratiche e conterranno raccomandazioni personalizzate sul modo in cui migliorare la gestione dei rifiuti con strumenti economici, giuridici e amministrativi e grazie ai fondi strutturali dell’UE.

La Commissione prospetta un impiego dei fondi strutturali dell’UE maggiormente mirato agli obiettivi della politica dell’UE in materia di rifiuti. Il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 proposto farà in modo che i fondi dell’UE siano investiti in progetti di gestione dei rifiuti soltanto se sono preliminarmente soddisfatte talune condizioni, fra cui la predisposizione di piani di gestione dei rifiuti a norma della direttiva quadro sui rifiuti e nel rispetto della gerarchia dei rifiuti, privilegiando la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio rispetto all’incenerimento con recupero di energia e ricorrendo in ultima istanza al conferimento in discarica o all’incenerimento senza recupero di energia. ContestoSecondo uno studio recente della Commissione, una piena attuazione della legislazione unionale sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l’anno, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore che gestisce i rifiuti e del settore del riciclaggio e creando oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020 (cliccare qui per saperne di più). Per ulteriori informazioni:

Relazione analiticahttp://ec.europa.eu/environment/waste/studies/pdf/Screening_report.pdf

Altri studi sui rifiutihttp://ec.europa.eu/environment/waste/studies/index.htm

Environmental Data Centre on Waste (centro dati sui rifiuti) di Eurostathttp://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/waste/introduction

Sito della Commissione sulla gestione dei rifiutihttp://ec.europa.eu/environment/waste/index.htm

VIA: aamterranuova.it

Articoli correlati