Progetto Fuoco 2020: Nasce il tavolo di concertazione permanente AIEL, ISPRA, GSE e le ARPA del Bacino Padano

Grande interesse e partecipazione al convegno di apertura di Progetto Fuoco, dedicato a Green New Deal ed energia rinnovabile dal legno, nel corso del quale è stato proposto un quadro puntuale, basato su dati aggiornati, sull’utilizzo delle biomasse legnose in Italia e in particolare nel bacino padano, insieme ad un aggiornamento sul tema delle emissioni di polveri sottili.

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L’evento, organizzato da AIEL Associazione italiana energie agroforestali, partner tecnico di Progetto Fuoco, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e Progetto PrepAIR, ha aperto il confronto sulle strategie di lungo termine per salvaguardare la qualità dell’aria. Dalla presentazione dei nuovi dati sui consumi di biomassa legnosa elaborati dall’Osservatorio AIEL, a quelli dell’ultimo report statistico del GSE, dai risultati delle recentissime indagini svolte nell’area del Bacino Padano nell’ambito del progetto europeo Life Prepair all’evoluzione dei fattori di emissione elaborati dall’Ispra per l’inventario nazionale delle emissioni.
Per la prima volta AIEL, Ministero dell’Ambiente, Agenzie ambientali regionali e istituzioni come ISPRA e GSE, hanno potuto confrontarsi allo stesso tavolo di discussione con l’intento di rispondere a obiettivi comuni: migliorare la qualità dell’aria e sostenere lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili.
 
Luca Benedetti del Gse, Gestore dei Servizi Energetici, ha dedicato il proprio intervento alla presentazione del Rapporto statistico 2018, il documento con che il Gse ogni anno presenta l’evoluzione delle fonti di energie rinnovabili (FER) in Italia.
Per quanto riguarda le bioenergie, i consumi di energia da FER nel settore termico sono pari a 10,7 Mtep nel 2018, in tendenziale aumento dal 2005 al 2018, e coprono circa la metà dei consumi energetici complessivi da FER del Paese. E i consumi di energia da biomassa solida, per complessivi 7,4 Mtep nel 2018, si attestano intorno al 70% dei consumi complessivi da rinnovabili nel settore termico e al 30-35% dei consumi complessivi di energia da fonti rinnovabili; il settore del riscaldamento domestico consuma ben 6,25 Mtep (dei 7,4 Mtep totali) , di questi 5,3 Mtep da legna da ardere e 0,9 Mtep da pellet.
Il driver sempre più importante per lo sviluppo del settore bioenergetico è l’incentivo Conto Termico che, erogato dal Gse, sta vedendo un progressivo aumento sia del numero delle richieste pervenute sia degli incentivi riconosciuti. Nel 2017 sono state inoltrate 23,4 mila richieste, nel 2018 45,3 mila e nel 2019 66mila; e sono stati riconosciuti nel 2017 51 milioni di euro di incentivi, nel 2018 98,4 milioni di euro e nel 2019 145,5 milioni di euro.
E il futuro? Lo detta il Pniec, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. La traiettoria di consumo di biomassa negli anni prevista dal PNIEC è relativamente costante ma ad essa è sotteso un intenso programma di rinnovamento degli apparecchi e, dunque, un miglioramento delle prestazioni ambientali ed energetiche medie.

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Valter Francescato, Direttore tecnico di AIEL, ha presentato i dati dell’Osservatorio AIEL 2018 che confermano che uno dei principali problemi da superare da parte del settore del riscaldamento a legna e pellet riguarda l’età del parco installato: il 67% degli apparecchi ha più di 10 anni di vita con tecnologie, quindi, obsolete e poco efficienti. Per quanto riguarda invece l’utilizzo dei biocombustibili, la legna da ardere resta il biocombustibile più utilizzato, anche se il suo consumo si è ridotto del 13% in 9 anni. Complessivamente, i dati AIEL stimano che i consumi di biocombustibili si siano ridotti dai 20 milioni di tonnellate annue del 2010 a 16,7 milioni di tonnellate nel 2018.
Per quanto riguarda invece l’evoluzione del parco installato, i dati AIEL indicano come nel nostro Paese, l’installato sia passato da 9,3 milioni a 9,4 milioni di apparecchi nel 2014, per poi ridursi progressivamente fino alla cifra del 2018, che indica in 9,1 milioni gli apparecchi a biomasse attualmente presenti nel nostro Paese.
A fronte di una diminuzione sia delle quantità di biocombustibili legnosi consumate sia del numero degli apparecchi, segue anche la diminuzione delle emissioni attribuibili al riscaldamento a biomassa legnosa: negli ultimi 10 anni, infatti, le emissioni di PM10 dalla combustione domestica si sono ridotte (almeno) del 25-30%, e in particolare in Veneto si stima una riduzione del 35%.

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Una fotografia dettagliata dei consumi residenziali di biomassa legnosa nelle regioni del bacino padano si desume dal Progetto europeo PrepAir che ha l’obiettivo di studiare il problema dell’inquinamento dell’aria nel bacino padano per adottare soluzioni sulla base di dati aggiornati. Silvia Pillon di Arpa Veneto ha portato i risultati della prima parte dello studio, secondo il quale il 20% delle famiglie residenti nel bacino padano utilizza abitualmente legna e/o pellet per riscaldamento e cucina. In Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e nelle province autonome di Trento e Bolzano si stima siano installati oltre 2,5 milioni di apparecchi di riscaldamento alimentati con biomasse legnose. Le stufe a legna sono la tipologia più utilizzata, anche se negli ultimi anni si assiste a un incremento delle stufe alimentate a pellet. Questo dato viene confermato anche dalla stima dei consumi: +25% per il pellet e -20% per la legna rispetto ai dati ISTAT 2013.

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Riccardo De Lauretis di ISPRA ha presentato le metodologie con cui ogni anno viene aggiornato l’inventario delle emissioni: negli ultimi anni le politiche di incentivazione delle fonti di energia rinnovabile hanno inciso positivamente nei fattori di emissione, che si sono ridotti da 0,051 del 1990 a 0,039 nel 2018.

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A seguire, si è tenuto il Tavolo permanente di confronto per sviluppare il dialogo tra gli attori in campo per lo sviluppo delle politiche di settore. Alla discussione hanno partecipato Riccardo De Lauretis di ISPRA, Luca Benedetti per il GSE, Guido Lanzani di ARPA Lombardia, Lavinia Laiti della Provincia Autonoma di Trento e Marino Berton in rappresentanza di AIEL


Il confronto sui dati – ha spiegato Marino Berton, coordinatore di AIEL – è il punto di partenza per sviluppare un rapporto costruttivo tra istituzioni, associazioni e aziende del settore. Da qui dovremmo partire per mantenere aperto il confronto e l’aggiornamento continuo sui numeri, così da poter monitorare i progressi e i risultati concreti delle azioni messe in campo. L’evoluzione tecnologica che i costruttori stanno mettendo in atto è ben visibile a Progetto Fuoco – ha proseguito Berton –, ma da sola non basta. Serve fare un passo in avanti nella promozione e nell’utilizzo di biocombustibile certificato e di alta qualità, continuando a puntare sulla formazione dei professionisti della filiera, rivenditori, installatori, manutentori, spazzacamini, che saranno chiamati sempre più a svolgere un ruolo di “primi educatori” nei confronti dei consumatori finali. Anche l’informazione e l’educazione del consumatore finale sono fondamentali per contribuire alla riduzione delle emissioni. Infine, per rottamare più velocemente i vecchi apparecchi è necessario continuare a promuovere il Conto Termico. Le imprese del settore hanno preso a cuore il tema dell’inquinamento dell’aria, e lo dimostra anche la partecipazione al convegno di oggi: un impegno che punta a ridurre del 70% le emissioni di particolato entro il 2030”.

La sessione pomeridiana, moderata da Annalisa Paniz, Direttore affari generali e relazioni internazionali di AIEL, apre il respiro dell’evento inaugurale di Progetto Fuoco a un livello europeo e prende in esame le politiche energetiche nazionali ed europee e il ruolo delle biomasse.

Giulio Volpi, della Direzione Gen. per l’Energia Unità Fonti Rinnovabili della Commissione Europea, ha dedicato il proprio intervento alla politica energetica europea e bioenergia al 2030 e al 2050 che vede nel Green Deal europeo il suo strumento più interessante. Il Green Deal ha come scopo quello di trasformare l’economia Ue per adattarla a un futuro fortemente caratterizzato dalla sostenibilità economica e ambientale. L’obiettivo finale è estremamente ambizioso: la decarbonizzazione dell’economia entro il 2050.

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Marino Berton, coordinatore di AIEL, ha preso la parola al posto del delegato del MISE impossibilitato a partecipare all’evento.
PNIEC ha il primo obiettivo quello di accelerare il percorso di decarbonizzazione, considerando il 2030 come una tappa intermedia verso una decarbonizzazione profonda del settore energetico entro il 2050 e integrando la variabile ambiente nelle altre politiche pubbliche. Malgrado questo però l’obiettivo al 2030 è solo il 30% della quota di energia da FER nei consumi finali lordi di energia.
In qualità di coordinatore di AIEL, però, Berton ha rimarcato come legna, pellet e cippato per il riscaldamento rappresentano il 32% di tutta l’energia rinnovabile del nostro Paese, ma sembra che il PNIEC non ne tenga conto, affidando alle biomasse solide un obiettivo di soli 6,98 Mtep, molto poco ambizioso considerando che oggi il settore parte da 6,25 Mtep.
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Giulia Cancian, Direttore del settore Politiche di Bioenergy Europe, l’Associazione europea delle biomasse, ha presentato i dati di sintesi del settore bioenergetico in Europa.
Per quanto riguarda le prospettive future Cancian ha riportato, inoltre, un focus specifico su quali misure possono essere implementate per aumentare la competitività del settore bioenergetico soprattutto in confronto alle fonti fossili. La richiesta principale è quella di raggiungere un prezzo del carbonio che sia credibile. 14 Paesi europei hanno stabilito un prezzo del carbonio che si aggiunga all’EU ETS. La tassazione è chiave per raggiungere gli obiettivi dell’Unione in ambito energetico nel percorso di transizione verso un’economia carbon neutral.
Per quanto riguarda il prezzo della CO2, il gap tra i Paesi Ue è enorme: da 110 euro/tCO2 della Svezia a 0,23 euro/tCO2 della Polonia.
Ma ci sono anche buone notizie: l’Austria, ad esempio, dal 2020 ha messo al bando impianti di riscaldamento a gasolio nei nuovi edifici e dal 2021 sarà impossibile sostituire impianti di riscaldamento esistenti con nuovi impianti a gasolio. Anche la Norvegia dal 2020 ha messo al bando i sistemi di riscaldamento a gasolio e paraffina.
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Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club, ha puntato l’attenzione sulla “storia” dell’energia da biomassa legnosa, invitando il pubblico a tenere distinte la biomassa storica da quella nuova, quella in esposizione nei padiglioni di Progetto Fuoco, che ha a disposizione strumenti, tecnologie e certificazioni che consentono una vera e propria “nuova primavera” delle biomasse perché si riesce ad accoppiare la rinnovabilità della fonte energetica al contributo positivo alla questione dell’inquinamento atmosferico. Ferrante conclude la sessione sottolineando come il PNIEC contenga obiettivi poco ambiziosi per il settore delle biomasse legnose evidenziando come gli obiettivi riportati nel piano sono già vecchi a seguito della presentazione delle nuove politiche europee in funzione dell’obiettivo decarb al 2050 previsto dal Green Deal.

Fonte: AIEL (Associazione Italiana Energia Legno)

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