Porto Tolle, Enel rinuncia al carbone. Legambiente e WWF: ora investire nelle rinnovabili

Legambiente e WWF accolgono con entusiasmo l’annuncio della comunicazione ai sindacati della rinuncia da parte di Enel al progetto di riconvertire la centrale di Porto Tolle a carbone e chiedono che l’investimento destinato al carbone del passato a Porto Tolle sia reindirizzato verso le fonti rinnovabili.


“È un’ottima notizia non solo per le associazioni ambientaliste, ma per i cittadini, gli agricoltori, gli imprenditori veneti e romagnoli che hanno sempre visto il progetto come una minaccia per la salute, per l’ambiente e per le attività turistiche e agricole. Ora, progetti di rinnovabili e di efficienza energetica nell’area dell’ex centrale sarebbero perfettamente in grado di riassorbire i lavoratori della ex centrale a olio combustibile e di assicurare nuova occupazione”, scrivono le associazioni ambientaliste.

Attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, diverse per potenza installata e per la tecnologia impiegata. Questi impianti nel 2013 hanno coperto il 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo ma hanno prodotto oltre 39 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a più di 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale. Legambiente e WWF si augurano che alla rinuncia di Enel segua la rinuncia a tutti i nuovi progetti di centrali a carbone in Italia e che si comincino a chiudere le centrali a carbone esistenti, vista oltretutto la overcapacity in Italia (la capacità di produrre energia elettrica è più del doppio del picco massimo di domanda mai raggiunto) e con la diminuzione della domanda, ormai le centrali, anche le più efficienti, lavorano a scartamento ridotto.

“Tra tutte le fonti fossili, il carbone rappresenta la peggiore fonte di emissioni di gas serra. L’uso del carbone non è solo la principale minaccia per il clima del pianeta, ma anche una delle maggiori fonti d’inquinamento con impatti assai gravi sulla salute di persone, organismi viventi ed ecosistemi. Un’ampia letteratura scientifica dimostra come dalla combustione del carbone si liberino sostanze che impattano in modo pesante sulla salute delle persone provocando al contempo pesanti danni economici. In tutto il mondo, non solo gli ambientalisti, ma anche Governi, agenzie internazionali, investitori stanno cercando di porre termine rapidamente all’uso del carbone, e anche i Paesi in via di rapido sviluppo come la Cina e l’India stanno diminuendo l’uso di questo combustibile ancora ampiamente disponibile, ma esiziale per clima, salute e ambiente”, scrivono le associazioni.

FONTE | Green Journal

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