Napoli e le risorse del sottosuolo

I patrimoni di Napoli sono svariati e di natura differente. C’è un mare suggestivo, e poi tantissimi tesori legati alla sfera culturale. Per non parlare della cucina, ricca di piatti tipici, delle tradizioni, non solo musicali, e delle strade caratteristiche. Tutto questo attira l’attenzione dei turisti, prevalentemente. I cittadini conoscono già queste risorse; quali sorprese riserva per loro la splendida città mediterranea?


Forse la risposta non è immediata o non nasce spontaneamente, ma le novità provengono dal sottosuolo. Già, perché è in atto un progetto comunale inerente la geotermia: si prevede di estrarre il calore reperibile a una profondità di 500 metri nella zona flegrea. Le temperature, laggiù, dovrebbero aggirarsi intorno ai 150°.

Abitazioni, scuole, uffici pubblici godranno in questo modo di una fonte di riscaldamento naturale che condurrà a un risparmio di circa il 70%, poiché consentirà di evitare il consumo di gasolio, metano e altri combustibili. Ma la centrale in procinto di essere costruita non si occuperà solo di questo.

L’idea portante, infatti, è quella di disporre simultaneamente di altre fonti per la creazione di energia elettrica. Quindi, ci saranno pure dei pannelli solari, nonché degli impianti di dimensioni contenute, atti a produrre partendo dalle biomasse. Insomma, una piccola “fabbrica delle rinnovabili” dalle capacità differenziate.

Sono della partita le università Federico II e Parthenope, nonché l’INO-CNR e l’Osservatorio Vesuviano. Il loro interessamento è stato richiesto dall’Unione Europea, che si occuperà di coprire il 30% delle spese di realizzazione, le quali ammontano a 22 milioni di euro.

Insomma, tra le opere da effettuare nel capoluogo campano possiamo ormai annoverare questa, che implica dei vantaggi non indifferenti e probabilmente è in grado di aiutare finanziariamente amministrazione e popolazione.

FONTE | Energiain

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